Francesco: “non poniamo ostacoli alla misericordia di Dio”

Il Santo Padre nell'udienza generale ha commentato il brano evangelico di Giovanni Battista che cerca l'identità del Signore. Quale identità ha Gesù per i cristiani? Una riflessione a tutto tondo sullo sfondo della conversione.

“Anche oggi l’uomo costruisce immagini di Dio che gli impediscono di gustare la sua reale presenza. Alcuni si ritagliano una fede ‘fai da te’ che riduce Dio nello spazio limitato dei propri desideri e delle proprie convinzioni. Ma questa fede non è conversione al Signore che si rivela, anzi, gli impedisce di provocare la nostra vita e la nostra coscienza. Altri riducono Dio a un falso idolo; usano il suo santo nome per giustificare i propri interessi o addirittura l’odio e la violenza. Per altri ancora Dio è solo un rifugio psicologico in cui essere rassicurati nei momenti difficili: si tratta di una fede ripiegata su sé stessa, impermeabile alla forza dell’amore misericordioso di Gesù che spinge verso i fratelli”. Sono alcune delle considerazioni compiute da papa Francesco nell’udienza generale di questa mattina, davanti a venticinquemila fedeli. Al centro della catechesi del Santo Padre, l’episodio evangelico in cui Giovanni Battista, stretto dalla catene del carcere, manda i suoi discepoli a chiedere a Gesù se fosse lui il maestro atteso  se avessero dovuto attenderne un altro. 

Il Papa ha messo in guardia quindi da una fede troppo intimistica e ripiegata, e ancora una certa idolatria del Signore. “Altri ancora considerano Cristo solo un buon maestro di insegnamenti etici, uno fra i tanti della storia. Infine, c’è chi soffoca la fede in un rapporto puramente intimistico con Gesù, annullando la sua spinta missionaria capace di trasformare il mondo e la storia”.

Francesco ha inteso fare chiarezza. “Noi cristiani crediamo nel Dio di Gesù, il cristiano crede nel Dio di Gesù Cristo, e il suo desiderio è quello di crescere nell’esperienza viva del suo mistero di amore. Impegniamoci dunque a non frapporre alcun ostacolo all’agire misericordioso del Padre, ma domandiamo il dono di una fede grande per diventare segni e strumenti di misericordia”.

Per il Papa, “il messaggio che la Chiesa riceve da questo racconto della vita di Cristo è molto chiaro. Dio non ha mandato il suo Figlio nel mondo per punire i peccatori né per annientare i malvagi. A loro è invece rivolto l’invito alla conversione affinché, vedendo i segni della bontà divina, possano ritrovare la strada del ritorno”.