Francesco Savino un vescovo “in uscita”

Un'occasione di dialogo con professionisti impegnati in diverse attività lavorative e di volontariato

Lamentarsi delle brutture calabresi, senza proporre alcuna soluzione, è molto facile. È giusto, però, raccontare anche le storie a lieto fine di chi non ha mai smesso di credere in un futuro migliore. Per questo motivo, monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano allo Jonio, ha incontrato venti personalità laiche impegnate nel sociale in una conferenza dal titolo “Mons. Savino, un vescovo in uscita”. La manifestazione si è tenuta giovedì 26 aprile, alle ore 17:30, nei saloni della Chiesa di San Domenico di Cerisano. Tra gli ospiti, ha presenziato anche la nostra collaboratrice di redazione Roberta Zappalà.

Dopo i saluti di rito, varie sono state le domande poste al presule. A Rosaria Amalia Capparelli, sindaco di San Benedetto Ullano, che ha sottolineato quanto importante sia il ruolo delle istituzioni per ravvivare il senso civico e per consolare chi è in difficoltà, mons. Savino ha suggerito quattro verbi: “ascoltare”, “accogliere” “discernere” e “non essere individualista”. Seguendo questi principi, si può sperare di rompere il sodalizio tra invidia e odio in terra calabra, nella speranza che anche la politica possa conciliarsi con la preghiera, come auspicato dal magistrato della Corte d’Appello di Catanzaro, Biagio Politano. Loredana Giannicola, preside del liceo Lucrezia della Valle, invece, ha evidenziato le difficoltà del sistema scolastico. In un periodo così complicato, perciò, la scuola deve educare alla bellezza, alla legalità e al senso di comunità. Questi valori devono animare anche il sistema sanitario, spesso vittima di un becero consumismo farmaceutico, come ricordato dal dottore Salvatore Palazzo. Proseguendo con gli interventi, Giampiero Poltero, Giampiero Chimenti e Grazia Iemma hanno dato voce ai disagi di un’economia sempre più schiacciata dal peso della corruzione e del lavoro nero.

Ai tre, mons. Savino ha consigliato di scegliere sempre l’etica della responsabilità piuttosto che quella dell’arrivismo e di non lasciarsi sconfiggere dalla solitudine, sia essa verticale rispetto alle istituzioni oppure orizzontale, rispetto ai cittadini. Non sono mancate anche domande di argomento religioso: le parole dell’architetto Marcello Guido sono state da spunto per invogliare alla costruzione di chiese moderne che sappiano recuperare il senso di comunione con Dio e con l’assoluto, così come è avvertito nelle cattedrali romaniche, rinascimentali e barocche. In risposta a Salvatore Lappano, invece, mons. Savino ha spiegato le principali linee-guida della Chiesa contemporanea che deve essere missionaria, dinamica, estroversa e attenta alla questione sociale, come ha già argomentato papa Francesco nell’esortazione apostolica “Evangelii Gaudium”.

Ha chiuso la conferenza la domanda di Roberta Zappalà sull’identità del giornalista “in uscita” che deve sempre rimanere fedele all’etimo della parola “comunicazione”, nel senso di comunione, essere in comune ed essere parte di una comunità.

Mons. Francesco Savino. Un vescovo in ‘uscita’