Territorio
Fusione città. Si accende il dibattito nell’area urbana in vista del referendum
Nell'area urbana schierati i fronti del sì e del no, ma il dibattito è ampio e, tra il bianco e il nero, ci sono diverse sfumature di grigio. Anche a livello di territori da coinvolgere
S’accende il dibattito sulla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero. I vari fronti del sì e del no si danno battaglia dialettica ai diversi lidi. Quelli di tre città con storie e sviluppi diversi ma con una contiguità territoriale evidente. Si moltiplicano gli incontri, mentre mancano ormai meno di tre settimane al referendum consultivo del primo dicembre.
Azzardato e poco opportuno, probabilmente, fare pronostici. Sull’uno e sull’altro versante scendono in campo leader politici, amministratori, professionisti esperti ma soprattutto i cittadini.
Sono proprio questi, a parere di chi sposa il “no”, i grandi sacrificati da una decisione provenuta dai vertici regionali. Mentre i paladini del “sì” evidenziano, finora con un numero matematicamente inferiore di confronti pubblici, le presunte virtù della fusione.
Le questioni sul tavolo sono tante, e dai diversi schieramenti sono state sintetizzate in manifestini schematici, più o meno messi a disposizione, in cui sono individuate le ragioni del consenso e del dissenso. Si va dai fondi concessi ai comuni nati da fusione, alle modalità di soddisfazione dei debiti, alla capacità decisionale, e ancora alla forza politica, alla cura del territorio e a tutti gli aspetti a carattere burocratico – amministrativo.
Al di là dei diversi fronti, ben schierati, cioè al di là del bianco e del nero, ci sono tante gradazioni di grigio (da cui non sembrano esenti decisori politici di rilievo) e ci sono professionisti ed esperti che preferiscono non dare un’indicazione di voto, e non intendono entrare neanche troppo dentro le questioni concrete che una città unica si troverebbe ad affrontare.
I cittadini, che sono presenti alle diverse manifestazioni in corso nell’area urbana, hanno necessità di capire cosa cambierà, ad esempio sulla tassazione dei servizi e sui debiti da ripianare, da una possibile fusione. Ma anche qui, come emerge dalle dichiarazioni pubbliche, le posizioni discordano tra di loro. È una vera e propria campagna elettorale.
Cosenza – Rende – Castrolibero? C’è chi storce il naso anche rispetto ai comuni coinvolti nella fusione. Ciascuno con una storia, ma di certo a loro volta legati da vincoli di contiguità, relazioni, progetti con altre aree del territorio provinciale. Di qui il dibattito, che sistematicamente ritorna nei diversi incontri: e perché non Montalto, che storicamente è un limitare dell’enclave dell’Unical? E perché non Mendicino, un altro dei paesi che, negli ultimi 40 anni, ha conosciuto una certa espansione perché meta scelta da tanti cosentini. E perché non Zumpano, che ‘costeggia’ tutta la direttrice verso nord (e la città negli ultimi decenni si è indubitabilmente proiettata verso nord)?
Tante, dunque, le questioni che agitano i cittadini, che certamente hanno coscienza di vivere già un’esperienza di città grande, ma che al tempo stesso chiedono chiarezza su tempi, modalità e conseguenze di una fusione che cambierebbe la storia.
Alcune foto dagli incontri
(Comitato No – Cosenza)
(Manifestazione politica per il Sì a Cosenza)
(Dibattito a Cosenza)
I
(Iniziativa pubblica a Rende)