Diocesi
Giancarlo Cerrelli: la famiglia oggi è depotenziata
Intervista al vicepresidente dell'Unione Giuristi Cattolici Italiani, che oggi sarà presente al Seminario di Rende nell'ambito del Festival della comunicazione. Appuntamento alle ore 18.
La famiglia è oggi mortificata dalla cultura relativista, edonista, che esalta l’autodeterminazione dei singoli”. A parlare così è Giancarlo Cerrelli, vicepresidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani (UGCI). L’avvocato sarà presente sabato all’incontro “La famiglia capolavoro della società”, organizzato nell’ambito del Festival della Comunicazione. Lo abbiamo voluto intervistare alla vigilia dell’evento cosentino.
Perché la famiglia è il capolavoro della società?
La famiglia cristiana è la cellula fondamentale della nostra società. Da come è strutturata la famiglia, dipende anche la struttura della nostra società. Se la famiglia sta male, sta male anche la società. Per questo motivo, le Carte Costituzionali hanno sempre riconosciuto l’istituto della famiglia, perché essa è un dato naturale. La famiglia dà ordine alle generazioni e crea dei ruoli e le relazioni che si instaurano all’interno di essa hanno una rilevanza pubblica. La nostra stessa Costituzione, all’art. 29, riconosce la famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Se sul piano naturale innestiamo poi quello soprannaturale la famiglia diventa il motore del mondo, il capolavoro della società.
Se a livello materiale tale riconoscimento è indiscusso, livello materiale il legislatore lo sta favorendo?
La famiglia oggi è depotenziata sia dal punto di vista legislativo che finanziario che culturale. C’è un progetto di depotenziamento della famiglia, nel tentativo di dare rilevanza alle individualità, alle autodeterminazioni dei singoli. La mentalità relativistica domina nella società. È in corso un attacco alla famiglia, quelle che papa Francesco definisce “colonizzazioni ideologiche”. Tra queste c’è la teoria del gender.
Un problema attuale. Ma cos’è veramente il gender?
È un costrutto culturale per il quale assumono rilevanza gli orientamenti sessuali. Se si va su facebook, si può scegliere tra 58 orientamenti sessuali. Secondo il gender, noi nasciamo sì maschi e femmine, ma in realtà tutto dipende dalla cultura: ad esempio, noi siamo maschi perché da piccolini abbiamo giocato con le macchinine o al pallone; allo stesso modo, le femmine sono tali perché hanno giocato con le bambole. Secondo questa ideologia, bisogna superare i cosiddetti stereotipi di gender, ovvero la falsa credenza che i sessi sono due. Invece, bisogna dare rilevanza agli orientamenti sessuali che al momento sono 58, ma ne possono nascere in ogni momento. Non mettiamo limiti alla fantasia.
Perché accade tutto questo?
Oggi la nostra società si basa sulle emozioni. Ciò che emoziona diventa rilevante. Anche la famiglia risente di queste basi culturali e sociologiche. “Mio marito non mi emoziona più, quindi lo metto da parte. C’è quell’altra persona che mi emoziona”. Il legislatore non sta facendo altro che assecondare l’autodeterminazione degli individui. Non bada più all’interesse del gruppo sociale familiare. In questa maniera, si ritiene che si debba necessariamente tutelare ogni emozione del singolo. Tale tendenza culturale è iniziata dopo il ’68 con la riforma del diritto di famiglia.
Il divorzio breve favorisce tutto questo.
Con il divorzio breve e, prima ancora, con il divorzio facile che era stato proposto, il legislatore sta privatizzando la famiglia. Presto verranno approvate anche le unioni civili omosessuali. Per esse, tutto ciò che è affetto, emozione, tutto ciò che lega due persone, è famiglia. Qualsiasi legame diventa famiglia. Il legislatore sta dando rilevanza anche a questi tipi di famiglia, basati sull’affetto, ma l’affetto non ha alcuna rilevanza giuridica. In diritto rilevano gli obblighi, quali quelli della coabitazione, della fedeltà, della collaborazione, dell’assistenza morale e materiale, ma non degli affetti. Se si fondasse tutto sul sentimento, veramente lasceremmo campo libero all’autodeterminazione familiare. Oggi si privilegia la famiglia on demand, in cui si decidono le modalità di costituzione, ma c’è una grande velocità nello sciogliere, nel chiudere il rapporto. Alcuni giovani mi hanno esposto paure, preoccupazioni: che senso ha sposarmi?
In questo clima, quale può essere il ruolo dell’avvocato cattolico?
Nell’incontrare delle coppie in crisi che intendono separarsi, cerco di aiutarle a fare un percorso, a percorrere un sentiero di rimozione degli ostacoli che si frappongono tra di loro. Non poche volte mi è accaduto che alcune coppie si sono riconciliate. Spesso e volentieri c’è la fretta dell’autodeterminazione, e la diffusione dei social network ha anche incrementato i rapporti che poi sfociano in tradimenti.
Autodeterminazione e aborto. Come stanno i consultori familiari?
Si spera che essi facciano il loro dovere e si permetta loro di lavorare. Però oggi tutti questi tipi di aborto, anche chimico, favoriscono l’aborto fatto in casa, l’aborto privato. Quello che oggi è importante far percepire è che la vita è vita anche nel grembo della persona, anche se ancora non la riusciamo a percepire. Non si riesce a comprendere che nel ventre di quella donna c’è un essere umano, che uscirà tra qualche mese, ma è vita. Eppure viene consentito questo omicidio dalla legge.
Mentre succede questo, il novero delle famiglie si allarga.
Non è neanche lontana la strada delle famiglie poligamiche. Adesso che le unioni civili tra persone dello stesso sesso saranno legiferate, i musulmani chiederanno i matrimoni poligamici o quelli poliandrici. Queste sono già situazioni che in determinati Stati, ad esempio in America, sono in vigore. Ma anche un nostro parlamentare, in un blog, ha auspicato che il Parlamento approvi il matrimonio tra persone dello stesso sesso. Io non sono d’accordo.
Ci spiega perché?
Il matrimonio tra persone dello stesso sesso non ha alcuna rilevanza perché è sterile. È come l’amicizia. La funzione del matrimonio omosessuale ha solo una valenza ideologica e simbolica. Oggi si parla di matrimonio tra più persone e matrimonio di persone con animali. Ma così non potremo più dare una definizione di famiglia. Il diritto viene usato come arma impropria per cambiare in modo pedagogico e per rieducare il popolo italiano.