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Gianni Crea, il clavigero calabrese che apre il paradiso artistico
Gianni Crea è l'uomo che ogni giorno apre i Musei Vaticani ai visitatori di tutto il mondo. È il custode di 2797 chiavi e quotidianamente, insieme ad altri, provvede all’apertura e alla chiusura delle 247 porte e cancelli dei Musei della Città del Vaticano. Per noi una speciale visita "Good Morning Vatican Museums" per conoscerlo da vicino.
Era novembre 2013 quando Parola di Vita entrò per la prima volta nei Musei Vaticani per raccontare la bellezza della fede e dell’arte attraverso una guida speciale, il direttore di allora Antonio Paolucci. La seconda volta che abbiamo varcato il portone di bronzo è stato il 22 giugno dello scorso anno non solo per ammirare questo meraviglioso scrigno, visitato da oltre sei milioni di visitatori ogni anno, ma per conoscere un nostro conterraneo che esercita il proprio mestiere in uno dei luoghi più belli e ammirati al mondo. Il suo servizio è nascosto dagli occhi dei visitatori, perché lavora dietro le quinte, ma al tempo stesso è un ruolo prestigioso ed unico: il clavigero, “colui che porta, che consegna le chiavi”. Oggi il clavigero calabrese sta conquistando le pagine delle riviste più prestigiose al mondo, anche noi vogliamo riproporre ancora una volta a voi lettori il nostro servizio.
Si chiama Gianni Crea, ha 46 anni, ed è originario di Melito Porto Salvo, provincia di Reggio Calabria, dove ha vissuto tutta la sua infanzia. Successivamente si trasferisce nella Capitale con tutta la famiglia. Dopo aver conseguito il diploma di perito informatico, entra nell’Arma dei Carabinieri dove rimane fino al congedo. Nel frattempo coltiva un grande sogno quello di diventare un bravo magistrato, e mentre esercita diversi lavoretti decide di iscriversi all’Università alla facoltà di Giurisprudenza. Il giovane Crea tra una cosa e l’altra coltiva un bel rapporto col parroco della sua parrocchia di Ognissanti nel quartiere Appio-Latino, lungo la via Appia Nuova. “È stato proprio lui che mi disse che a San Pietro stavano cercando degli studenti universitari da impiegare in alcuni servizi. Un modo utile per impegnarmi e allo stesso tempo per sostenere le spese universitarie senza pesare sulla mia famiglia”, racconta.
Crea non perde questa occasione e presenta la domanda per prestare servizio nella Basilica di San Pietro come vigilante ausiliare. Il giovane universitario calabrese esercita questo servizio saltuariamente per cinque anni, partecipando alle udienze del Papa. “Mi sentivo al centro della cristianità – afferma – e tra me e me pensavo di essere una persona fortunata, ma guardavo al futuro dicendo chissà se un giorno riuscirò a lavorare qui”. Un sogno ancora più grande che prevale su quello di diventare magistrato e che insegue attraverso un concorso come custode dei Musei Vaticani, superato dopo diverse selezioni e prove grazie al suo impegno e alla sua professionalità che hanno catturato l’attenzione e la gratitudine dei suoi superiori tanto da proporgli il ruolo di clavigero.
Crea è il custode di 2797 chiavi, ed esercita questo lavoro dal 1999. Oggi è il coordinatore di tutti i clavigeri, e ogni giorno insieme ad altri, provvede all’apertura e alla chiusura delle 247 porte e cancelli dei Musei Vaticani. È lui che idealmente conduce alla scoperta, che ci accompagna dietro le quinte delle collezioni papali, che ci fa capire come sono nate, come funzionano, perché sono visitate da milioni di persone provenienti da ogni angolo del pianeta, di culture, etnie, lingue e religioni diverse. “Quando divenni il coordinatore dei clavigeri il direttore Paolucci mi disse “simbolicamente hai le chiavi del Paradiso artistico”, un modo per sottolineare l’importanza di questo ruolo sia a livello lavorativo sia a livello cristiano”.
Nelle sue mani chiavi preziose e storiche che da lunghi secoli consentono l’accesso alle Stanze affrescate di Raffaello, fino agli affreschi della Cappella Sistina e al Giudizio Universale di Michelangelo passando al centro della Galleria della Carte Geografiche. Un percorso di sette chilometri e mezzo tra centinaia di capolavori che impreziosiscono i Musei del Papa. “Ogni singola porta che apro ha una storia, ogni angolo che guardo ha un qualcosa di caratteristico e affascinante che ti avvolge e coinvolge passo dopo passo”.
La sua giornata lavorativa inizia ogni giorno alle 5.45 da Porta Sant’Anna, per raggiungere la Gendarmeria Vaticana e ritirare la chiave numero 44 per accedere all’atrio dei Quattro ancelli. Qui i Gendarmi disinseriscono tutti gli allarmi e si verifica che non ci siano state anomalie o interventi notturni. Dopodiché Crea e gli altri quattro clavigeri procedono ad aprire le porte per far si che i visitatori e il personale possa accedere ai Musei Vaticani. “Ogni clavigero – spiega – ha la sua zona”. Sono trecento le chiavi che vengono utilizzate quotidianamente dai clavigeri per aprire e chiudere i Musei Vaticani. Il resto delle 2400 chiavi sono custodite in un bunker che prevede un sistema particolare di condizionamento per impedire che si arrugginiscano. Del grosso mazzo di chiavi, tutte numerate, custodito da Crea, c’è ad esempio la chiave che apre l’appartamento Borgia, la stanza degli Arazzi e dei Candelabri, le chiavi che aprono e chiudono gli spioncini delle porte che durante il Conclave vengono chiuse per garantire il segreto più assoluto, ma tre sono le chiavi più importanti: la numero 1 che apre il portone monumentale, ovvero l’uscita dei Musei Vaticani; la numero 401 che apre il Portone di Ingresso del Museo Pio Clementino e poi la chiave più preziosa, quella senza numero, custodita in una cassaforte a parte chiusa in una busta bianca, sigillata e controfirmata dalla direzione, che per l’occasione è stata aperta per noi. Su un antico registro viene annotato ogni suo utilizzo, specificandone anche il motivo. È la chiave che apre la porta della Cappella Sistina, sede dal 1492 di ogni Conclave. Questa porta è l’ultima ad essere aperta ogni mattina, ed avviene intorno alle 7. “Il clavigero – dice Crea – non apre quotidianamente la Cappella Sistina ma è un compito che spetta ai “sistinari”, ovvero gli addetti della Sagrestia Pontificia”. “Quelle volte che siamo chiamati ad aprire la Sistina in loro assenza – aggiunge – il nostro compito assume un fascino particolare. È una sensazione unica perché siamo coscienti del fatto che attraversiamo la storia della Chiesa, degli uomin, che hanno creato questi capolavori unici fino ad arrivare di fronte al Giudizio Universale ed avere il privilegio di entrare col buio e di fare luce, poter pregare e anche ammirare un’opera grandiosa che esprime la dottrina messa in figura, da soli, senza visitatori. Sono attimi ed emozioni indescrivibili per chi non le vive in quel momento”.
Ed in merito al suo ruolo di erede del maresciallo del Conclave, Gianni Crea, racconta che per quanto possa sembrare un lavoro di routine, è un servizio davvero prestigioso. Anche per noi tenere per qualche istante quella chiave senza numero, che custodisce e sigilla il segreto di ogni Conclave, è stata un’emozione forte. Sentire sul palmo della propria mano il peso di una storia, quella della Chiesa.
“Ho visto tantissimi visitatori commuoversi nella Cappella Sistina, persone credenti e non, tutti ne restano esterrefatti”, afferma Crea. Ma tra i tanti episodi il capo dei clavigeri ce ne racconta uno davvero singolare. “Mi è capitato di accompagnare una coppia di giovani in Sistina, mentre parlavano ho visto la ragazza scoppiare in lacrime, dapprima mi sono preoccupato ma poi ho capito che il fidanzato le aveva chiesto di sposarla. Nel vedere queste scene si rimane colpiti, la Cappella oltre ad essere un luogo di preghiera, cuore della storia cristiana, è anche un luogo dove capita che due persone di dichiarano amore”.
Questo incarico che dà il senso di essere custode della storia termina a fine giornata, quando intorno alle 20.30 si fa il percorso inverso a quello della mattina per il giro di chiusura che inizia alle 19. Altri cinque clavigeri controllano attentamente che non restino finestre aperte né luci accese. Si ispezionano i bagni, si verifica che non ci siano fontane aperte per evitare perdite notturne che causino danni, si controllano le serrature e si verifica che nessuno rimanga chiuso dentro i Musei più apprezzati al mondo. Si chiude l’ingresso dei Quattro Cancelli e si consegna la chiave 44 alla Gendarmeria che inserisce gli allarmi. Il giorno successivo tocca nuovamente a Crea, e agli altri clavigeri, spalancare la prima porta, quella della storia.
I Musei Vaticani di recente hanno inserito nelle visite una speciale proposta di un ingresso esclusivo alle 6 di mattina per compiere con il “clavigero” il rito solenne dell’apertura porte e accensione luci. L’antico mazzo di chiavi in ferro schiuderà solennemente, uno dopo l’altro, gli innumerevoli portoni, da quello monumentale d’ingresso a quello sacro della Cappella Sistina. A concludere la visita una corroborante prima colazione nel bistrot del Cortile della Pigna. Un’esperienza unica da non perdere!