Editoriali
Giovani ludopati prima che calciatori ludopati
C'é un problema serio di ludopatia e di ludopatia non curata. Una piaga sociale dalle gravi conseguenze per tutti. Qui il fattore tecnico c'entra davvero poco, perché è in gioco il disagio dei giovani...
Le vicende dei calciatori coinvolti nella puntata scommesse online dice che nel nostro Paese c’è un sero problema ludopatia.
Non disponiamo di statistiche aggiornate sui numeri degli italiani che giocano d’azzardo e sull’entità delle scommesse. Le ultime rilevazioni rimandano al 2021 quando l’Agenzia delle dogane e dei monopoli indicava in 88,38 miliardi spesi. Nel 2019 furono 110 miliardi, e nella dimunuizione giocò un ruolo determinante il Covid. Di questi, sempre secondo gli esperti, oltre il 20% è composto da giovani tra i 25 e i 34 anni. Gli esperti dicono che egli ultimi anni si gioca e si spende di più. Del resto, l’offerta è tanta, e di conseguenza la domanda pure.
Come si diceva, c’è un problema ludopatia e soprattutto di ludopatia non curata. Infatti ci troviamo chiaramente nell’ambito delle malattie, così come definito dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) il gioco d’azzardo patologico, (oggi denominato Disturbo da gioco d’azzardo – DGA): “una condizione patologica chiaramente identificabile, che in assenza di misure idonee di informazione e prevenzione può rappresentare, a causa della sua diffusione, un’autentica malattia sociale”.
Non ne sono vittime o carnefici i calciatori e basta, ma una fetta non trascurabile di popolazione, tra i quali anche i professionisti sportivi. I calciatori, al più, fanno notizia perché si notano, ma sono solo dei giovani tra i tantissimi che in questo Paese consegnano le loro false speranze al gioco d’azzardo. Essi sono l’immagine pubblica di una patologia diffusa. Scommettendo, si sono tristemente resi cartina di tornasole di un vizio pericoloso come quello del gioco. E questo dice che il gioco d’azzardo non è solo una questione di bisogno di soldi, perché i giovani calciatori già ne hanno a bizzeffe, ma una vera e propria piaga sociale a cui tutti i sono esposti, e che inevitabilmente genera un allarme. Per ciò l’aspetto tecnico calcistico e delle sanzioni da comminare a questa o quella società o al calciatore è solo un falso problema. Forse in questo Paese bisognerebbe ridefinire la gerarchia delle criticità, senza riempire l’agenda politica di false esigenze.
L’urgenza è alla radice, è all’urgenza educativa trasversale, che riguarda cioè tanto i calciatori, quanto i giovani operai, quanto quegli anziani che trascorrono le giornate nei centri scommesse sperando di rimpinguare una pensione che appare troppo esigua. Qual è il rischio da evitare a tutti i costi? La dipendenza. Che talvolta fa cadere in rapporti con ambienti delinquenziali: la disperazione e i reati vanno spesso di pari passo!
Intanto è il tempo delle domande. Perché un talento dai piedi buonissimi è finito nelle maglie del gioco d’azzardo con tutte le sue conseguenze? Qual è il dolore più profondo che lo ha lacerato interiormente? I riflettori fanno brillare, ma non illuminano i vissuti più interiori. Per accorgerci di quello, ci vuole più attenzione da parte di tutti.