Diocesi
Giovani & Povertà, i consigli di mons. Nolè
L'Arcivescovo ha incontrato i giovani universitari in vista della Giornata mondiale dei poveri. L'invito, a ciascuno, a donare almeno un sorriso".
Povertà materiale ma anche morale e di relazioni: la lectio magistralis di mons. Francescantonio Nolè, Arcivescovo della Diocesi di Cosenza-Bisignano dal titolo ʺLe Nuove Povertàʺ ha affrontato questi temi, molto importanti e sentiti dalla società attuale. Una lectio, svoltasi quest’oggi presso Auditorium Giovanni Paolo II, che sa di incontro con la Parola, donata dall’Arcivescovo agli studenti di ben tre realtà accademiche quali l’Istituto Teologico Cosentino Redemptoris Custos, l’Istituto superiore di Scienze Religiose S. Francesco di Sales e l’Università della Calabria. Una sinergia nata, come afferma Luca Parisoli – docente Unical e ITCS – da incontri organizzati negli atenei sopracitati sia da lui che da Giancarlo Costabile, docente Unical e direttore del progetto Pedagogia della R-esistenza: “sull’onta di queste interazioni abbiamo pensato – continua Parisoli – in occasione della Prima giornata mondiale dei Poveri – il 19 novembre – di cogliere un tema sensibile che collega sia la storia del pensiero cristiano con la povertà, sia l’esperienza personale del nostro Arcivescovo che appartiene ad un ordine religioso quale quello francescano, e sia nell’attualità perché la povertà materiale e spirituale è un segno del nostro tempo”.
Davanti agli studenti delle tre realtà accademiche mons. Nolè, dopo aver ricordato il perché papa Francesco abbia istituito la giornata mondiale dei Poveri nelle immediate vicinanze della solennità del Cristo Re, ha introdotto la lectio dicendo che nel mondo di oggi, in cui assistiamo alla presenza di una società liquida, sono presenti nuove forme di povertà che vanno oltre la mancanza materiale di qualcosa: quasi una nuova classificazione dei poveri, in cui fa comparsa la mancanza di coscienza morale e di relazioni. Nuove categorie di poveri che sono sviliti, abbandonati, inascoltati: studenti, lavoratori e disoccupati che hanno bisogno, molte volte, anche di una semplice parola, o di essere ascoltati. Per aiutare questi nuovi poveri – dice mons. Nolè – dobbiamo innanzitutto dire “io ci sono”, e imparare ad ascoltare e ad ascoltarci: in questo modo si potrebbero risolvere molte povertà, come quella della solitudine; necessario inoltre è la creazione di nuovi spazi di relazione. Si deve dunque recuperare una coscienza morale che vuol dire aprirsi agli altri: non pensare quindi di essere felici né da soli, né davanti a telefonini, internet eccetera. Ricordando la figura di San Francesco d’Assisi, mons. Nolè ha parlato di come la sua testimonianza si avvicinasse al Regno di Dio al contrario di quei sacerdoti suoi contemporanei che ostentavano. La tonsura, segno di distacco dal mondo è un rientrare in qualcosa di più sacro. L’Arcivescovo ha concluso la lectio ricordando un’altra figura importante per la cristianità contemporanea, ovvero San Massimiliano Kolbe, che si offrì di prendere il posto di un padre di famiglia polacco destinato al bunker della fame nel campo di concentramento di Auschwitz, morendo al posto suo, così come il Padre ha sacrificato il proprio Figlio per l’umanità, amando per primo gli altri.