Chiesa
Giubileo degli Artisti e della Cultura

Il Giubileo degli Artisti e del Mondo della Cultura, conclusosi la scorsa settimana, è stato un momento di incontro, di confronto e di dialogo tra gli artisti e gli operatori del cinema di tutto il mondo, che mettono la propria arte a servizio del bene comune secondo una logica basata sulla condivisione di idee, di concetti, di opinioni. Nonostante l’assenza del Sommo Pontefice per motivi di salute, l’evento ha offerto diversi spunti di riflessione sulle creazioni del mondo artistico, mediante i nuovi mezzi di comunicazione. Il Dicastero per la Cultura e l’Educazione ha predisposto un programma con una serie di incontri culturali e religiosi, alternati a momenti di preghiera, di celebrazione liturgica e a iniziative come la Notte bianca con il passaggio della Porta Santa della Basilica Vaticana. Oltre settemila iscritti, provenienti da oltre 60 nazioni, si sono recati a Roma per vivere intensamente questo Giubileo rivolto alle loro carriere.
“Sharing hope – Horizons for Cultural Heritage” è il titolo dell’incontro internazionale, tenutosi sabato 15 febbraio presso i Musei Vaticani. Ha rappresentato un’esperienza di fraternità e di spiritualità per tutti coloro che intendono portare speranza agli altri. “Il patrimonio religioso è un patrimonio di umanità” ha esordito il cardinale José Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l’Educazione all’inizio della conferenza, organizzata di concerto con i Musei del Papa. Presenti circa 130 tra responsabili di musei, operatori dell’arte e accademici di varie istituzioni culturali. La triste realtà che vede l’allontanamento, specialmente dei giovani, dal mondo della religione ha imposto un ripensamento urgente delle modalità di evangelizzazione, mediante codici rivoluzionari e vicini ai modi di pensare e di interagire delle nuove generazioni. “Senza il riconoscimento del codice culturale religioso l’essere umano diventa uno sconosciuto a sé stesso. Non c’è cultura senza dimensione religiosa” ha detto il cardinale Mendonça. Spulciare i nuovi media vuol dire combattere l’ignoranza, mirando all’esplicitazione dei contenuti religiosi in maniera accattivante, guardando al passato con uno sguardo rivolto al futuro. L’ha ricordato Barbara Jatta, direttrice dei Musei Vaticani, secondo cui sono fondamentali le tecnologie tra cui i social e l’IA. Rilanciare il codice religioso vuol dire riscoprire il senso del sacro nelle epoche antiche – ha ricordato il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco. “Prioritario che i Musei siano partecipi, accessibili a tutti, meno elitari”, secondo Massimo Osanna, direttore generale dei Musei. “L’opera d’arte è veicolo di valori umani e di fede universali”, ha affermato Gabriele Finaldi, direttore della National Gallery di Londra. Nella consapevolezza che la tradizione religiosa e cristiana è un bene comune a tutti, è obbligatorio evitare qualsiasi forma di strumentalizzazione ideologica della fede, imparare a leggere i simboli della nostra storia e intraprendere un percorso di “mistagogia culturale” rivolto a credenti e non. È stato sottoscritto un manifesto di corresponsabilità, allo scopo di indagare nuovi linguaggi e strategie comunicative per la valorizzazione e trasmissione del patrimonio religioso. Quest’ultimo deve essere accessibile e decodificabile con i mezzi linguistici più idonei, deve fungere da fonte di ispirazione creativa e spirituale, mediante il ricordo a metodologie come le narrazioni interattive, gli storytelling e le attività partecipative, merita di essere conosciuto dagli allievi con progetti innovativi che stimolino un dialogo profondo, deve essere indagato fino in fondo con l’IA e la digitalizzazione, deve essere interrogato criticamente dai giovani, deve essere trasmesso nel rispetto della natura, e deve essere custodito dalle nuove generazioni capaci di affrontare le sfide di un mondo in crisi.
Conciliazione 5
È lo spazio espositivo inaugurato il 15 febbraio in Via della Conciliazione, in collaborazione con il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria italiana e la Comunità del Carcere di Regina Coeli. La mostra è di arte contemporanea ed è a cura del maestro cinese Yan Pei-Ming, che ha realizzato un capolavoro rivolto ai carcerati e al personale del Regina Coeli. Il titolo del progetto è Oltre il muro – Regina Coeli, Roma, visitabile fino al 15 maggio, e intende accendere i riflettori sulla situazione delle carceri, viste esclusivamente come luoghi dimenticati da Dio. Il pittore orientale, noto per il suo tratto incisivo e veloce che colpisce subito chi osserva i suoi capolavori, guida l’osservatore a gettare lo sguardo oltre il muro che separa il carcere dalla vita cittadina, riconoscendo la giusta dignità a chi è detenuto, illuminando la sua storia, la sua vita e quella del personale a lavoro. Chi è privato della sua libertà, come ha sempre ricordato Bergoglio, deve ritrovare la Speranza di vivere. Nei 27 ritratti di grandi dimensioni, il cinese racconta l’essere umano ponendo al centro di tutto. Ecco perché ritrae leader politici, papi, icone del cinema, evitando forme di astrazione.
Artisans of Hope
I rappresentanti dei Centri culturali cattolici si sono incontrati il 17 febbraio, insieme ad una quarantina di delegati di vari continenti, in occasione dell’assise “Artisans of Hope” svoltosi in Vaticano. Questi Centri presenti in tutto il globo lavorano per coniugare fede e cultura, per “radicare la speranza nella cultura” – per usare le parole di Francesco – e per “inculturare il Vangelo” tessendo i suoi fili nella vita quotidiana. I Centri culturali cattolici sono nati con il Concilio, come risposta alla frattura esistente tra cultura e fede e come stimolo all’evangelizzazione della cultura stessa. Giovanni Paolo II li definiva “luoghi di ascolto, rispetto e tolleranza” miranti a intavolare un dialogo, aprendosi alla diversità.
Mostra “Global Visual Poetry: traiettorie transnazionali nella Poesia Visiva”
L’Ultimo giorno del Giubileo degli Artisti e della Cultura, il 18 febbraio, ha visto l’inaugurazione della retrospettiva “Global Visual Poetry” presso il Dicastero per la Cultura e l’Educazione, a cura di Raffaella Perna e in collaborazione con Frittelli Arte Contemporanea. Sono esposte 260 opere di 87 artisti internazionali, i quali hanno ritratto i temi della pace, dell’ambiente e dell’inclusione. Tra queste il quadro di Magdalo Mussio, architetto, scenografo e grafico, che propone una ricerca delle esponenti legate alle diverse sperimentazioni verbo visuali.