Gli studenti dell’Unical a Pompei

Barca: “Un’esperienza che li aiuterà a essere competitivi nel mondo del lavoro”

«Che i nostri ragazzi siano impegnati in cantieri di restauro in un luogo così storicamente e archeologicamente simbolico per l’Italia quale è Pompei vuol dire regalargli un’esperienza professionale che li aiuterà a essere competitivi nel mondo del lavoro. Questa partnership, inoltre, ci permetterà di portare il nome del nostro ateneo fuori dai confini calabresi. Si tratta di una sfida vinta da tutta la macchina che lavora per migliorare sempre di più le attività laboratoriali inerenti al nostro percorso formativo». Donatella Barca, coordinatrice del corso di laurea magistrale a ciclo unico in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali attivo presso l’Università della Calabria, commenta con entusiasmo il progetto che vedrà gli studenti iscritti al quarto anno di studi portare le loro competenze teoriche direttamente sul campo nella città rimasta cristallizzata per sempre dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. D’altronde, gli aspiranti restauratori avevano già imparato a prendersi cura di beni culturali di valore disseminati in tutta la Calabria. «Negli anni precedenti – spiega la professoressa Barca – abbiamo condotto lavori di riqualifica al Duomo di Cosenza, nello specifico sul sarcofago marmoreo che conteneva le reliquie delle Sante Urbicina e Secondina e sulle tarsie marmoree dell’altare della Madonna del Pilerio, nonché siamo stati in cantiere nella Villa Romana di Casignana per il restauro del Mosaico chiamato “Trionfo indiano di Bioniso”, lungo circa 30 metri e largo 3 metri. Le nostre attività si sono svolte anche nella Casa della Cultura “Leonida Repaci” di Palmi, attraverso la riqualifica di calchi in gesso conservati nella gipsoteca, e a Seminara, su quattro altorilievi in marmo provenienti dal monumento a Carlo Spinelli primo duca di Seminara, ubicati nella sede municipale del Comune stesso. Infine, per le prossime settimane, abbiamo in programma di andare a Nocera Inferiore per il restauro di una serie di affreschi, progetto che si realizzerà in partnership con l’associazione internazionale Yococu (Youth in Conservation of Cultural Heritage)». Progetti e attività pensati nei minimi dettagli e portati avanti con l’obiettivo di restituire alla comunità un patrimonio storico-artistico dal quale possa passare la rinascita di un territorio troppo spesso conosciuto per le brutture e le storture, che non per le indubbie meraviglie naturali e archeologiche. E poi, se non dovesse essere sufficiente voler diventare “difensori e protettori del bello”, il corso di laurea in Conservazione e Restauro dei Beni Culturali offre anche la possibilità di entrare velocemente nel valzer del lavoro sul campo. «Il percorso di studi da noi erogato – conclude la professoressa Barca – è abilitante all’esercizio della professione. La laurea, infatti, permette di iscriversi direttamente agli elenchi dei restauratori del MIBAC (Ministero per i Beni e le Attività Culturali). Per questo motivo, il corso di laurea è stato strutturato in modo da prevedere per ogni anno circa 450 ore di attività laboratoriali o di cantiere». Attività che da quest’anno hanno “conquistato” non soltanto la Calabria, ma tutto il Sud.