Diocesi
I frutti dei semini della prima giornata del creato diocesana
L'iniziativa dello scorso anno ha avuto un ottimo successo.
Lo scorso settembre, in occasione della prima giornata diocesana di custodia del creato, la diocesi di Cosenza-Bisignano aveva piantato in alcune delle sue parrocchie degli alberi di ulivo e distribuito ai fedeli delle bustine di semini di girasole da coltivare, come simbolo dell’importanza della devozione dell’uomo alle creature di Dio. A distanza di un anno la nostra redazione ha avuto notizia della buona riuscita dell’iniziativa: i semi sono diventati splendidi fiori (come testimoniato dalle foto che ci sono state inviate), altissimi e coloratissimi girasoli che sorridono ai passanti sottostanti i balconi dei parrocchiani. La connotazione fortemente positiva delle cure rivolte a queste piante assume maggiore valore se inquadrata alla luce dei recenti avvenimenti di distruzione boschiva che hanno funestato la Calabria e in particolare la provincia di Cosenza. L’azione amorevole dei fedeli si pone in netta controtendenza rispetto alla furia selvaggia che si è abbattuta su interi ettari del nostro territorio e, di contro, perfettamente in linea con quanto affermato con forza nell’enciclica Laudato si’ da papa Bergoglio sulla necessità di custodire, avere rispetto per ogni creatura di Dio e l’ambiente in cui viviamo. Anche il vescovo mons. Francesco Nolè è da tempo impegnato in una coerente opera di sensibilizzazione della popolazione cosentina sulle bellezza del Creato, da lui definito “lo stupendo libro scritto da Dio”: così si inquadra la sua catechesi alla scuola di San Francesco d’Assisi. Rispettare le meraviglie della Terra significa rendere omaggio al Signore per la prodigalità dimostrata verso il suo popolo e benedirLo per i doni immensi con cui ha onorato la vita umana. Non dobbiamo quindi dimenticare, per usare le parole di Francesco, che “la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza”, una sorella che “protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei”.