I luoghi sacri del Mediterraneo in una mostra fotografica

Alla ricerca di radici comuni tra gli edifici religiosi  

La mostra fotografica “Luoghi Sacri Condivisi – Un pellegrinaggio fotografico nel Mediterraneo” è stata inaugurata lo scorso 6 dicembre, presso la galleria dell’École française in piazza Navona a Roma. Organizzata da Brigitte Marin, direttrice della scuola francese, da Dionigi Albera, direttore del Centre national de la recherche scientifique (CNRS) e da Manoël Pénicaud, fotografo e ricercatore presso il CNRS, l’esibizione vuole offrire una panoramica visuale delle relazioni interreligiose nel Mediterraneo. 35 immagini, video e pannelli informativi immergono i visitatori in un viaggio fotografico tra le onde del Mediterraneo, luogo di incrocio, di dialogo e di scambio tra religioni diverse, nonché spazio comune di gesti e pratiche familiari e non per i fedeli. 4 le sezioni in cui si snoda questo pellegrinaggio per immagini: Santi e profeti, Maria cristiana e musulmana, architetture, attori e mediatori. Come afferma Dionigi Albera “è importante mostrare che le religioni non sono dei blocchi monolitici, ma che esistono molti aspetti in comune tra loro”. La mostra sfrutta i linguaggi accattivanti dei disegni e del sonoro, creando un forte impatto sensoriale in chi si avventura tra questi luoghi sacri del Mediterraneo. Quest’ultimo si fa territorio plurale in cui si ricerca la grazia divina tra differenti edifici sacri, che offrono esperienze di coesistenza e di prossimità all’altro culturale. Le immagini presentano soggetti diversi: donne musulmane in pellegrinaggio al monastero greco-ortodosso di San Giorgio a Būyūkada, altri musulmani in visita alla cripta della Basilica della Natività a Betlemme, una donna cristiana etiope che prega, appoggiando la fronte al muro del cenotafio di Rebecca nella Moschea della Grotta dei Patriarchi ad Hebron, Maria ritratta come modello di perfezione femminile per cristiani e musulmani e tanto ancora. Il messaggio che la mostra vuole lanciare è che i santuari non sono solo abitabili da una religione, ma possono accogliere anche i credenti di altre fedi, i quali si rivolgono a santi comuni come Abramo, Maria, San Giorgio, senza aspirare necessariamente ad una conversione. La mostra, allestita in passato anche a Tunisi, Parigi, Marrakech, New York, Istanbul e Ankara, sarà visitabile a Roma fino al 19 gennaio 2023.