I resti del Tempio a Valle di Hatshepsut

Il mausoleo, nelle vicinanze di Luxor, fu uno dei più grandi capolavori realizzati durante il Nuovo Regno

Una campagna di scavo vicino a Luxor ha portato alla scoperta dei resti di un edificio sacro, da sempre creduto disperso. Si tratta del Tempio a Valle dedicato alla regina Hatshepsut, riemerso dopo tre anni di lavori condotti nell’area di Deir el-Bahari, nella necropoli di El-Assasif, sulla sponda occidentale del Nilo, sotto la guida del noto archeologo ed egittologo Zahi Hawass, segretario generale del Consiglio supremo delle antichità egizie. Hatshepsut apparteneva alla XVIII dinastia egizia (1550-1292 a.C.), che inaugurò una fase più matura della cultura faraonica dopo la fine della stirpe Hyksos. Di origine tebana, la sovrana governò l’Egitto dal 1479 al 1458 a.C. e fu la prima a regnare come un maschio. Il suo nome significa “La più importante tra le donne nobili”. Figlia di Thutmose I e della Regina Ahmose, Hatshepsut salì al potere in qualità di reggente del figliastro Thutmose III che le succedette. Consolidato il suo mito di regina per diritto divino per volontà di Amon-Ra, fu il quinto faraone della XVIII dinastia durante il periodo noto come “Nuovo Regno” (circa 1570-circa 1069 a.C.), tra i più prosperi dell’era dell’impero egiziano. Portò l’Egitto ad un periodo di prosperità economica e politica, grazie ad una serie di gloriose campagne commerciali e militari che consolidarono la sua posizione e quella del suo territorio. Riuscì a ristabilire l’influenza egizia sui paesi stranieri, stabilendo accordi con le città limitrofe intenzionate ad attaccare i suoi domini. Era di indole pacifica e interessata a investire le risorse statali per costruire palazzi, piuttosto che lanciarsi alla conquista di nuove terre. Inizialmente venne raffigurata come una donna nelle prime statue e nei primi rilievi che le vennero dedicati, ma in seguito scelse di essere rappresentata come un maschio. Hatshepsut fu tra i costruttori più prolifici della storia egizia, avendo ordinato la fondazione di centinaia di edifici. Uno dei suoi massimi capolavori fu il suo tempio funerario che fece costruire nel 1479 a.C. a Deir el-Bahari, un’area situata sulla sponda occidentale del Nilo, di fronte alla città di Luxor (l’antica Tebe) e all’ingresso della Valle dei Re.

Questo monumento prestigioso fu progettato dall’architetto Senenmut, primo consigliere della regina, che si ispirò al vicino tempio di Mentuhotep II ingrandendone ogni singolo dettaglio. Il tempio è costituito da tre terrazze sovrapposte e collegate fra loro da una serie di rampe. Ogni terrazza è delimitata da un sistema di portici colonnati eleganti, raffinati, decorati con capitelli e comunicanti all’interno mediante delle scale. Sulle colonne sono incise varie storie che riguardano la vita della monarca: il “colonnato della Nascita” sul lato destro della rampa racconta l’episodio della nascita divina della regina per volontà di Amon-Ra, mentre il “Colonnato del barchino” a sinistra narra la sua spedizione nella misteriosa “Terra degli dei”. L’edificio è ricco di simboli e di significati profondi che richiamano alla memoria il grande potere di Hatshepsut, tra cui sfingi, santuari per onorare altre divinità, preziosi rilievi e geroglifici sulle pareti, dipinti affascinanti raffiguranti le imprese della regnante e i suoi rapporti con gli dei e, in passato, anche giardini lussureggianti con alberi esotici intorno alle terrazze. L’opera è anche conosciuta con il nome di Djeser Djeseru (“Sublime dei sublimi”, “Santo dei santi” o “Meraviglia delle meraviglie”), proprio perché è uno dei monumenti più straordinari e ineguagliabili dell’antico Egitto. Gli esperti hanno riportato alla luce manufatti, amuleti, monete, tombe, dipinti, tavole di terracotta con riproduzioni di offerte di cibo e oggetti militari come punte di freccia, forse usate contro gli invasori, che danno informazioni sulla storia egiziana a partire dal Medio Regno (2055-1790 a.C.) fino all’era tolemaica (305-30 a.C.). I reperti finiranno nel Museo Egizio del Cairo, dove saranno sottoposti ad attente analisi e dove potranno essere conservati con cura. È stata rinvenuta una sezione ben conservata delle fondamenta del tempio, che era destinata a fungere da porta principale di accesso alla camera funeraria di Hatshepsut. Sono riemersi 1500 blocchi in calcare e quarzite con bassorilievi, iscrizioni e immagini dai colori più vivaci. Su alcuni di questi blocchi è riportato il cartiglio della sovrana, segno del suo potere universale, e l’immagine della donna insieme a Thuthmose III, suo successore e nipote, durante l’esecuzione di un rituale. “È la prima volta che disponiamo di un set completo della decorazione di un tempio risalente alla XVIII dinastia” le parole di Hawass che ha aggiunto che “queste scoperte sono le prime grandi scoperte reali dopo la scoperta della tomba del re Tutankhamon”. Sotto le fondamenta è stato trovato un deposito di strumenti cerimoniali, sul quale si trova inciso il nome di incoronazione di Hatshepsut, Maat Ka Ra. Gli archeologi hanno rintracciato anche una tavoletta con il nome dell’architetto Senenmut che progettò il mausoleo, oltre a varie rimanenze strutturali dell’edificio. Altre scoperte sono state fatte nei pressi di questo sito. Lungo la strada che porta al Tempio a Valle sono riemersi, tra le altre cose, i resti di una necropoli di età tolemaica e tombe scavate nella roccia con sarcofagi detti “rishi” (di forma antropomorfizzata), ricoperti da decorazioni a piume che fungevano da protezione. Questi e tanti altri rinvenimenti svelano quanto fosse avanzata e complessa la civiltà egizia.