I Settimanali cattolici. Ricentrarci sull’essenziale.

I settimanali cattolici, in uscita in questi giorni, invitano a un esame di coscienza in questo tempo forte che conduce alla Pasqua. "La Quaresima - rilevano le testate Fisc - vuole aiutarci a mettere al centro della nostra vita ciò che è essenziale per vivere".   

“Occorre una sincera conversione”. I giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), in uscita in questi giorni, invitano a un esame di coscienza in questo tempo forte che ci conduce alla Pasqua. “La Quaresima – rilevano le testate Fisc – vuole aiutarci a mettere al centro della nostra vita ciò che è essenziale per vivere”. Tra gli altri argomenti affrontati dai settimanali: la situazione in Italia, in Libia e in Europa, cronaca e vita delle diocesi. Proponiamo una rassegna degli editoriali giunti ad oggi in redazione.

Quaresima. “Siamo cristiani credibili?”. Nel tempo di Quaresima è importante fare un esame di coscienza, concordano le riflessioni dei settimanali Fisc. La Quaresima “è il tempo per una seria revisione di vita, per un esame di coscienza alla luce del Vangelo. È il tempo propizio per gustare la dolcezza del perdono: nella sua misericordia il Signore non si stanca mai di attenderci, di guarirci dal male, di darci la forza per camminare con Lui”: il Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio) pubblica il messaggio di Quaresima del vescovo, monsignor Gianni Ambrosio. Sulle pagine del Corriere Eusebiano (Vercelli) il vescovo, monsignor Marco Arnolfo, fa notare: “Questo tempo di Quaresima è il tempo propizio per lasciarci svegliare dalla voce della coscienza, dalla voce di Dio, Padre di tutti gli uomini, che grida: ‘Dov’è Abele, tuo fratello, che sta morendo di fame, che subisce ingiustizia, estorsione, mafia, tortura?’. Non possiamo più rispondere: ‘Non lo so. Non sono il custode di mio fratello’. Perché è proprio la mia indifferenza a far soffrire e morire l’Abele di oggi”. La Gazzetta d’Asti (Asti) rammenta che “il vescovo, nella celebrazione cittadina in cattedrale di mercoledì sera, ha puntato l’accento sulla conversione dall’indifferenza, che ci fa convergere sul proprio io dimenticando gli altri e il mondo”. “La Quaresima inizia con una celebrazione, l’imposizione delle ceneri, che chiede a ciascuno di noi di convertirsi. Ci pone dinanzi a Dio per cui non possiamo barare. Neppure autoingannarci. Il primo atto di chi vuol cambiare comincia dall’ammettere che occorre prima cambiare se stessi. Il che ci domanda di dare tempo a noi stessi, di guidare la nostra giornata e non lasciarci bere la giornata da altro, da altri”, scrive Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone). Le settimane della Quaresima, osserva Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano), “sono occasione per andare all’essenziale, ritrovare se stessi alla luce di ciò che davvero conta. Fare pulizia di tanti fronzoli che ci annebbiano la vista. Un tempo in cui riflettere su quella globalizzazione dell’indifferenza che ci sta rendendo sempre meno umani. Magari prendendo ad esempio chi pur nella crisi e pur vivendo tra mille difficoltà riesce ancora a privarsi di parte di ciò che possiede per donarlo a chi ha di meno”. Un invito a rientrare in se stessi “per ricuperare le convinzioni profonde che poggiano sulle incrollabili promesse di Dio” viene da Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto): “Il ritorno ad esse ci permette di evitare di cadere in balia della paura che oscura la ragione e di riconfermare la volontà di percorrere le vie che quelle promesse ci indicano: il non confidare sulla forza delle armi, la ricerca dell’accordo, lo sforzo di comprensione delle ragioni dell’altro, l’accoglienza del disperato, il rispetto della diversità. Il tempo di Quaresima appena iniziato è tempo propizio per questo ricupero”. “In questo tempo forte siamo invitati a curare lo spirito e a ricercare le ragioni del nostro essere cristiani. Il male, sempre in agguato, si impossessa del cuore dell’uomo che viene trascinato nell’oblio del peccato. Consapevoli dei limiti umani, vogliamo intraprendere questo tempo camminando nel nostro deserto per fare spazio a Dio che ci chiama a essere fedeli e ad allontanare il male. Il viaggio della Quaresima segni l’umanità, apra il cuore di tutti e al peccato si faccia spazio all’amore e alla responsabilità”, scrive Pierluigi Sini, direttore della Voce del Logudoro (Ozieri). “Il cristianesimo non fa mai bilanci. Ma è soprattutto in Quaresima che non si fanno bilanci. Il vero lavoro si svolge nel nascondimento. Chi produce si sottrae alle statistiche. In Quaresima si ottengono tante vittorie, si vincono tante battaglie dell’anima, Cristo trionfa in tanti cuori: ma solo Lui lo sa”, afferma Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste). “L’inizio del periodo forte della Quaresima pone con insistenza una domanda a ciascuno di noi: oltre che credenti siamo anche credibili?”: è la domanda posta da Notizie (Carpi), secondo cui “il mondo migliore per essere credibili è imitare il Gesù uomo”. Voci e Volti (Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo) auspica che “il tempo di Quaresima possa e debba essere una occasione per ribadire quali fondamenti, quali ideali sono propri del seguace di Cristo”. A Quaresima la Voce Alessandrina (Alessandria) ci invita a lasciarci guardare da Dio: “Se lo sguardo di Dio si posa davvero su noi, scopriremo che quello è lo stesso sguardo che si posa sugli altri: e l’olio di misericordia con cui gli permetteremo di curare le nostre ferite sarà lo stesso versato sulle ferite degli altri. Dall’indifferenza e dalla ‘globalizzazione dell’indifferenza’ (secondo le parole di Papa Francesco) saremo salvati solo da questo sguardo, accettando di vedere gli altri con gli occhi di Dio, gli occhi del Padre che vede nel nostro segreto”.

Politica e attualità in Italia. Ancora riflessioni sul nuovo presidente della Repubblica. Sergio Mattarella “viene dalla cultura dei cattolici democratici e in questo humus fecondo affondano le radici di convinto difensore dei valori della Costituzione. Sempre dallo stesso retroterra derivano le sue convinzioni sulla ‘laicità’ della politica”, sottolinea lo Scudo (Ostuni). L’Eco del Chisone (Pinerolo) evidenzia che “chi conosce Mattarella sa che sarà il presidente di tutti gli italiani, che sarà attento alle esigenze provocate da una crisi economica che minaccia le conquiste sociali del ‘900. Non a caso nel suo messaggio ha insistito sul fatto che si difende la costituzione ‘attuandola’”. Dopo l’elezione di Mattarella, però, fa notare Pino Malandrino, direttore della Vita diocesana (Noto), il sistema politico sta attraversando una nuova crisi: “Nel nome di quell’interesse per il Paese che tutti proclamano, ci chiediamo se sia ancora possibile superare i risentimenti e riprendere, anche con l’ausilio di Mattarella, il metodo del confronto”. Fa discutere anche la sentenza della Cassazione sul matrimonio. “Dopo tanta bagarre e tanti silenzi, finalmente parla la Cassazione che con una sentenza ha fatto chiarezza sul matrimonio”, afferma Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo (Crema), che sottolinea: “Tutte le formazioni sociali sono tutelate dall’art. 2 della Costituzione; una di esse – il matrimonio tra uomo e donna – trova una protezione particolare con l’art. 29, perché funzionale alla generazione: la vera ragione del matrimonio è procreare e creare un sistema di educazione e inserimento sociale delle nuove generazioni”. Meno soddisfazione per la sentenza da parte di Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia): “Dice la Corte: è vero che la legge italiana non contempla il matrimonio omosex, che dunque non può essere trascritto, ma ciò per una grave carenza di tutela delle relazioni affettive omosessuali, riconosciute sia dalla Costituzione che da varie convenzioni internazionali”. I problemi sono tanti. “In questi anni a guidare le persone e le loro scelte è stata solo l’economia e il vantaggio di pochi e non il bene comune e la bellezza del vivere insieme. La risposta al degrado perciò si chiama responsabilità, che è il contrario del lasciar fare e del curare solo il proprio orticello”, avverte Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro). Di fronte alla corruzione, suggerisce Andrea Casavecchia in un editoriale del Sir, ripreso dalla Voce dei Berici (Vicenza), “è fondamentale non arrendersi per riattivare le energie del nostro Paese”. Un pensiero sull’informazione viene offerto da Emilio Salvatore, direttore di Clarus (Alife-Caiazzo): “Buona informazione è non alimentare accuse; non deformare il pensiero di un altro; ma predisporsi positivamente a ‘pensare bene’ per poter capire l’altro empaticamente e coglierne l’autentico messaggio”.

Libia ed Europa. Uno sguardo oltre i nostri confini in molti editoriali. Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona) commenta la tragica uccisione dei 21 cristiani copti per mano dell’Isis: “Non importa il fatto che non appartengano alla Chiesa cattolica: sono cristiani, fratelli nostri nella fede in Gesù Cristo. Martiri nostri. Per la loro morte anche noi siamo in lutto. Li hanno sgozzati in riva al mare, a quel mare Mediterraneo che separa la Libia dall’Italia. Ma che, per altro verso, è la via di incontro e di comunicazione tra i due Paesi. E nelle acque del mare hanno gettato i loro corpi, quasi a volerceli spedire, come preannuncio di quella futura conquista di cui da tempo quei terroristi islamici vanno vaneggiando, con la promessa di issare la nera bandiera dell’Isis sulla cupola di San Pietro”. L’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri) e il Popolo (Tortona) riprendono un editoriale di Stefano Costalli, pubblicato dal Sir: “L’Isis non è ancora in grado di occuparsi dell’Italia, ma è certamente un nemico dell’Occidente. Prima di lanciarsi in un intervento armato, è indispensabile pensare bene a cosa dovrebbe servire, come realizzarlo e insieme a quali altri Stati. Ad esempio, sarebbe importante il sostegno degli Stati arabi. Si tratterebbe di guerra vera e se dovesse essere risolutivo non durerebbe poco, perché dovrebbe conseguire l’instaurazione di un nuovo ordine politico-istituzionale”. In Libia, osserva Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), “è urgentissimo un intervento dell’Onu per incentivare l’opera già avviata (ma con scarso successo) di riconciliazione nazionale che permetta di stabilizzare la regione e di frenare le infiltrazioni terroristiche. L’opzione – come da tutti ribadito – dev’essere quella diplomatica. E in questo – come proclamato in più sedi – l’Italia è pronta a fare la sua parte, anche in ruolo centrale, per il monitoraggio di un cessate il fuoco e per il mantenimento della pace”. In Libia, concorda il Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli), “l’Onu, l’Unione africana e i Paesi confinanti come Egitto, Tunisia e Algeria devono favorire un intervento di pace. Non c’è più un minuto da perdere anche perché decine di migliaia di profughi e di disperati, divenuti ostaggio di bande criminali e minacciati dall’Isis, sono destinati a perdere le loro vite, tentando il rischio della fuga attraverso il mare, pur di sottrarsi agli orrori delle persecuzioni della guerra. Soprattutto l’Unione europea deve fare molto di più e non restare a guardare, rendendo concrete le iniziative finalizzate a risolvere alle radici il problema della emigrazione forzata, per evitare anche le continue ecatombi in mare”. Per Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita (Cosenza-Bisignano), “con in mano il Vangelo e la forza della fede che ha fatto dire al vicario apostolico di Tripoli ‘non scappo, io resto con i miei fratelli cristiani!’ è giunto il momento che si fermi la mano omicida di Caino, di chi non accetta dialogo e democrazia, libertà religiosa e mano tesa”. Si occupa della “crisi del patto sociale europeo” Paolo Lomellini, direttore della Cittadella (Mantova): “Senza una condivisione serena e rappacificante” sulle ferite del passato “ci si avvia alla disgregazione del patto sociale europeo e il cammino futuro non può che essere una strada incerta e oscura. I grandi statisti sanno guardare oltre gli interessi del proprio orticello geografico”. Guglielmo Frezza, direttore della Difesa del Popolo (Padova), prospetta un altro problema che tocca il Vecchio Continente: “In tutta Europa le comunità ebraiche vivono giorni di lutto, di paura e di indignazione, mentre cresce la richiesta alle autorità civili di riconoscere esplicitamente che una nuova ondata di antisemitismo e violenza sta attraversando il nostro continente”. In realtà, “l’antisemitismo è un virus che infetta la cultura europea da secoli, nasce ben prima dell’olocausto e prosegue in mille forme anche ai nostri giorni”.

Cronaca. Alcuni spunti vengono dalla cronaca locale. La Vita Casalese (Casale Monferrato) ricorda che “Cerutti potenzia il suo mercato in Cina guardando con fiducia al rilancio del gruppo”, dopo la sigla dell’accordo fra Cerutti e Masterwork per la produzione insieme di rotative da rotocalco per la stampa di carta e cartone per il mercato cinese”. La Valsusa (Susa) evidenzia che sono “giorni decisivi per la Tav”, ma “i sindaci non ci stanno e sabato scendono in piazza a Torino”. Parlando di un’inchiesta della magistratura sul malaffare di Pavia, Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia), sostiene: “Se vogliamo che Pavia non sia più considerata un centro del malaffare ma un luogo dove regnano i principi della legalità e dell’etica, la risposta deve arrivare prima di tutto dai cittadini. Abbiamo il diritto di essere governati da amministratori che abbiano a cuore, prima di ogni altra cosa, il bene comune di Pavia e dei suoi abitanti”.

Attualità ecclesiale. Non manca l’attualità ecclesiale. A proposito del Sinodo sulla famiglia, che si celebrerà a ottobre, e delle scelte che saranno adottate in quell’occasione, Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia), evidenzia: “Senza retorica, la risposta ultima la darà lo Spirito Santo, che guida dall’alto il cammino della Chiesa e, come sempre nel passato, parla attraverso i profeti. La parola finale spetterà al magistero della Chiesa, ma è proprio il caso di ricordare in momenti come questo che l’intero popolo cristiano è un popolo sacerdotale, profetico e regale. Allora, popolo di Dio, se ci sei, batti un colpo. Senza avventure scriteriate, ma anche senza chiusure fondamentalistiche, di cui sta facendo le spese anche l’amabilissimo vescovo di Roma”. È dedicato al cardinale Edoardo Menichelli l’editoriale di Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-Sanseverino Marche): “Figlio della nostra terra settempedana e della nostra arcidiocesi di Camerino-Sanseverino Marche”, il cardinal Menichelli “nel periodo romano ha benedetto le nozze di centinaia di sposi e ‘fu proprio in quegli anni che capii – ha confidato di recente quando papa Francesco lo chiamò tra i padri sinodali sulla famiglia dell’ottobre 2014 – quanto la famiglia sia la parte più bella della società, ma anche della Chiesa. Senza la famiglia, i sacerdoti sarebbero disoccupati, perché essa è il luogo dove viene custodita e donata la vita’”. Il Nuovo Diario Messaggero (Imola) ricorda che il convegno ecclesiale sull’iniziazione cristiana, cominciato domenica 8 febbraio, “ha avuto il merito di esporre un’ampia e condivisibile lettura della realtà”. Infatti, “anche a Imola dobbiamo ammettere che la catechesi segue ancora un criterio impostato in funzione dell’amministrazione dei sacramenti ai bambini”. Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi) presenta, invece, la Settimana teologica, che si terrà dal 23 al 25 febbraio, che “si pone nella prospettiva del Convegno di Firenze convocato nel prossimo novembre”, avendo per tema “Per un nuovo progetto di umanità”.