Il baciamano a Giorgi, la condanna di mons. Oliva

Un atteggiamento che "colpisce", una giornata di preghiera in diocesi.

“Colpisce questo atteggiamento verso una persona che viene portata via da casa dalle forze dell’ordine per essere arrestato”. Lo dice al Sir il vescovo di Locri-Gerace, mons. Francesco Oliva, commentando il gesto di una persona che avrebbe baciato la mano al latitante Giuseppe Giorgi, di 56 anni, arrestato ieri dopo 23 anni di latitanza. Un gesto di “attenzione” e di “rispetto”: “Rispetto ‘tra virgolette’ – dice il presule – perché esprime un ossequio verso il boss e dimentica quello che c’è dietro comportamenti mafiosi e criminali che non meritano alcun rispetto. Purtroppo tutto questo – aggiunge mons. Oliva – è sintomo di una mentalità di ossequio al mafioso di turno che sta ad esprimere l’atavica suggestione psicologica della gente verso queste persone”. Intanto in questi giorni mons. Oliva ha indetto “una giornata diocesana di preghiera per la conversione dei mafiosi e la riconciliazione con la casa comune” accogliendo l’invito di Papa Francesco a “pregare il Signore, perché gli uomini e le donne delle diverse mafie smettano di fare il male, si convertano e – spiega mons Oliva – cambiando vita, riconoscano che il denaro degli affari sporchi e dei delitti mafiosi è ignobile, puzza e produce un potere iniquo che, sfruttando carenze economiche, sociali e politiche, dà origine a deplorevoli progetti criminali”. Riconoscendo – scrive nel decreto – che la ‘ndrangheta e la mentalità mafiosa sono “espressione di una cultura di morte, che si oppone radicalmente alla Fede Cristiana e al Vangelo”. Tale Giornata di preghiera sarà celebrata ogni anno il primo sabato del mese di ottobre nel Santuario “Nostra Signora dello Scoglio” a Placanica a partire dal “corrente anno 2017”. Ma non solo: “In tutti gli altri Santuari diocesani può essere celebrata il primo giorno di novena della festa in essi commemorata o in altra data concordata anzitempo con l’ordinario”.