Il commovente incontro di Francesco a Scampia: al centro corruzione, lavoro e migranti

Ecco cosa ha detto papa Francesco nel discusso quartiere partenopeo.

Un bagno di folla straordinario, quello che ha accolto papa Francesco a Scampia, il discusso quartiere di Napoli, che papa Francesco non ha esitato a chiamare direttamente “periferia”. “Si vede che i napoletani non sono freddi” – ha detto il Papa, vistosi circondato da centinaia di bambini e dal benvenuto al grido di “Viva Gesù, viva il Papa”.

E’ questa la vostra grande risorsa, la gioia, l’allegria. Il cammino quotidiano in questa città con i suoi disagi, le sue continue prove, produce una cultura di vita, che fa in modo che il male non abbia l’ultima parola”. Il Papa ha detto che “la speranza è la leva dell’anima” e la sua presenza a Napoli “vuole essere un segno di speranza”.

Poi i temi centrali: quelli dei migranti, del lavoro, della giustizia, introdotti da tre testimonianze.

“I migranti sono uomini di seconda classe?”. Gli immigrati e i senza fissa dimora: sono le prime categorie di persone, spesso vittime della “cultura dello scarto”, nominate da Papa Francesco. “Dobbiamo far sentire che i migranti sono nostri concittadini, che sono migranti come tutti noi, che siamo migranti verso un’altra patria”, ha detto con grande forza Francesco e lasciando i fogli. Un discorso venuto dal cuore. “Tutti siamo migranti, figli di Dio che ci ha messo tutti in cammino, non si può dire che questi sono migranti e noi no. Tutti siamo migranti, tutti siamo in cammino. Ma questa parola c’è, e non è scritta solo su un foglio, su un libro: è scritta nella carne, su un cuore, ha un volto e un nome: Gesù”. “Gesù è la Parola vivente che ci assicura che siamo figli di Dio, figli amati, voluti, non solo, anche figli salvati”, ha assicurato Francesco. “Pensiamo a questo”, il suo invito: “Tutti siamo migranti nel cammino della vita, nessuno di noi ha dimora fissa su questa terra, tutti ci dobbiamo andare e tutti dobbiamo andare a trovare Dio, uno prima, l’altro dopo”.

Lungo anche il monito di Francesco rispetto al tema del lavoro, che ha definito come “un segno negativo del nostro tempo”. “Cosa fa un giovane senza lavoro? Che futuro ha? Che strada di vita sceglie? E’ questa è una responsabilità non solo della città, non solo del Paese, ma del mondo. Perché c’è un sistema economico che scarta i giovani. Questa mancanza di lavoro ci ruba la dignità, dobbiamo lottare per questo”. Il Papa ha utilizzato parole forti come “schiavitù, sfruttamento”, aggiungendo che “questo non è umano, questo non è cristiano”. Chi fa questo e si dice cristiano è un bugiardo”, ha aggiunto il Santo Padre a braccio, denunciando anche la piaga dello “sfruttamento del lavoro in nero, senza un apporto per la persona per la salute”. “Dobbiamo riprendere la lotta per la nostra dignità, che è la lotta per ritrovare la possibilità di portare il pane a casa”, ha chiosato il Papa.          

Terzo riferimento alla corruzione, tema particolarmente attuale. “Se noi chiudiamo la porta ai migranti, se noi togliamo la dignità e il lavoro alla gente, questo si chiama corruzione” – ha tuonato il Papa – definendola “una tentazione per tutti”.