Sport
Il Cosenza non va oltre lo 0-0 contro la Sicula. Fischi dalle gradinate del “Marulla”
Pareggio ad occhiali al Marulla, vince la noia.
Sembra di essere spettatori a un noioso film, ci ritroviamo a essere il ragionier Fantozzi di turno che assiste alla proiezione del celeberrimo “La Corazzata Potemkin”. Il Cosenza non ha mostrato nè la volontà e nè la capacità di desiderare la vittoria finale. Una squadra, come scritto in altre circostanze, abulica, fredda, passiva, confusionaria, dal punto di vista tecnico, ma soprattutto dal punto di vista mentale. Mendicino in avanti si capacita del ruolo che ricopre, non andando mai a concludere appesantendo la manovra dei padroni di casa. Dietro la difesa regge, ma per quel che basta per contenere un attacco non formato da vere punte offensive, ma da esterni o seconde punte. Resta la delusione, pesante, sugli spalti. Il punticino di giornata non cambia granché la classifica del Cosenza.
La vittoria di Catania è stato un abbaglio, un’illusione. La natura, tremenda, del campionato rossoblu ha mostrato la propria autenticità. Una squadra che non sa vincere. Che, in 90 minuti, non si rende autrice di una, che sia una, azione degna di nota. La Sicula, al contrario, ha macinato sugli errori silani. Gestita in mezzo da un bravo Gammone ha pensato più a contenere e conquistare il punto che provare, e poteva farlo, il colpo decisivo.
Braglia persiste nel 4-3-1-2, ovviamente con variazioni rispetto a Catanzaro. In attacco torna la coppia Mendicino-Baclet supportati sulla trequarti da Mungo. Panchina per Palmiero e Loviso, in mediana spazio a Calamai con Statella e Bruccini a fare da mezz’ala. Nessuna variazione per quanto concerne il reparto arretrato. Rigoli dispone il classico modulo del 3-5-2 per una Sicula a trazione posteriore alla ricerca di errori altrui per provare a punire.
NOIA E FISCHI. Non accade nulla nei primi 11 minuti di gioco contornati da un Marulla probabilmente al minimo stagionale per numero di presenze sugli spalti. La prima azione arriva all’11’ con un flebile calcio d’angolo dei siculi terminato nella terra del nulla. Al 13’ il bollettino delle azioni si arricchisce con l’incursione e successiva conclusione di Statella in porta: nulla di che, Narciso blocca senza problemi. Ma il vero acuto si concretizza (per i due terzi) al 16’ st: corner dalla sinistra con Pinna in battuta. La palla arriva sui piedi di Baclet che ributta subito nella mischia dove Statella spizzica, ma Narciso è attento e afferra il pallone. Dopo una dozzina di secondi, Mungo dal limite dell’area di rigore prova la conclusione terminante sopra la porta del portiere della squadra di Lentini. Al 23’ si rivede la Sicula. De Rossi galoppa sulla fascia e serve al centro per Gammone che batte di prima intenzione (ma senza avere a disposizione il tempo e lo spazio) colpendo male e la palla di conseguenza termina fuori.
La lettura della partita nei primi 25 minuti di gioco è la seguente. Il Cosenza detiene l’iniziativa di imbastire manovre di gioco puntando sulla spinta di Pinna da dietro e l’intelligenza tattica di Mungo. Ma Rigoli ha preparato la sua squadra al contenimento e al contropiede. I bianco-neri rischiano solo in due occasioni, per il resto il reparto arretrato tiene a bada gli avversari. Tornando alla cronaca, al 27’ si segnala uno schema siciliano. Arcidiacono serve dalla destra Marano che prova lo spiovente in area. Perina compie due passi e afferra la sfera. Il Cosenza torna a premere con un calcio d’angolo al 31’. Mungo libera Pinna al traversone in area. Baclet colpisce di contro balzo e il pallone termina sul fondo dopo aver scheggiato la parte alta della traversa. Sul ribaltamento di fronte, avvenuto al 35’, Davì sfiora il palo destro con Perina che in tuffo controlla la traiettoria del pallone. Nel primo tempo nulla di fatto, la partita è molto noiosa. La Sicula apparentemente si accontenta del pari cercando, nelle ripartenze, la possibilità di effettuare il colpo.
Nella ripresa il copione, nelle prime battute, non cambia: il Cosenza meccanicamente alla ricerca di spazi in avanti e la Sicula attenta a monitorare le insignificanti (dal punto di vista realizzativo) azioni dei padroni di casa. Al 6’ st Mungo cerca di colpire al volo, ma viene murato (forse con le mani) da un difensore ospite. La Sicula risponde al 16’ st con Davì, ma il centrocampista ospite viene murato da Dermaku. Nel Cosenza l’unico vivo è Mungo con un tiro al 19’ st impegna, non seriamente, Nariciso. Braglia, vista la situazione, si gioca le carte Palmiero e Liguori per dare organicità ed intensità una squadra in piena agonia di mentalità offensiva. E il primo vero sussulto della gara arriva con il furetto partenopeo che, al 23’ st, raccoglie un lancio dalle retrovie ed in rovesciata colpisce il traversone. Tuttavia, Liguori era in posizione di fuorigioco. Ci vuole il 30’ per assistere ad un’altra azione di marca rossoblu: Statella riceve un lungo lancio dalla sinistra e, appena arriva sul pallone, crossa al centro per Mungo che, marcato, non colpisce al meglio di testa e la palla sorvola la traversa. Intanto, passano i minuti e il Cosenza non batte colpi e la tifoseria si fa sentire.
Il tabellino
COSENZA (4-3-1-2): Perina 6; Corsi 6, Dermaku 6, Idda 6, Pinna 6; Statella 5, Bruccini 5,5, Calamai 5,5 (15’ st Palmiero 5,5); Mungo 5,5; Baclet 5,5 (19’ st Liguori 5,5), Mendicino 4,5. A disposizione: Saracco, Pasqualoni, Boniotti, Trovato, Loviso, Pascali, D’Orazio, Gaudio. All.: Braglia 5.
SICULA LEONZIO (3-5-2): Narciso 6; Gianola 6, Camilleri 6, Squillace 6; De Rossi 5,5, Gammone 6,5 (22’ st Cozza 5,5), Davì 6, Aquilanti 5,5, Marano 6 (10’ st D’Angelo 5,5); Ferreira 5 (10’ st Tavares 5), Arcidiacono 6 (33’ st Bollino SV). A disp.: Ciotti, Pollace, Granata, Giuliano, Russo, Esposito, Monteleone, De Felice. All.: Rigoli 5,5.
MARCATORI:
ARBITRO: Robilotta di Sala Consilina.
NOTE. Campo in insufficienti condizioni di gioco. Spettatori: 1525 presenze totali di cui 672 abbonati, 10 tifosi ospiti e 843 paganti. Angoli: 4-4. Ammoniti: Baclet (C), Palmiero (C). Recupero: 1’ pt – st