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Il deserto del San Vito… E di prospettive serene
Il pareggio casalingo contro il Mantova alimenta la preoccupazione per una stagione che vede sempre più il Cosenza in difficoltà. Ad oggi appare difficile mantenere la categoria
Inutile girarci attorno: la situazione in casa Cosenza è pesante e, ad oggi, mantenere la categoria sembra molto difficile. Al di là del dato tecnico, già di per sé fragile viste le attuali deficienze della squadra, è tutto il contorno a preoccupare. Sembra che ogni giorno di più si tocchi il punto più basso di una gestione insufficiente della categoria e dell’azienda Cosenza, che ha riverberi sul lato sportivo e sul futuro della pedata cittadina. Quando, al netto del maltempo, lo stadio è un deserto e il coro che va per la maggiore è contro Guarascio e Scalise, vuol dire che si è arrivati a un punto di non ritorno.
Il patron sperava, con un mini abbonamento, che avrebbe attirato più gente allo stadio, ma l’agevolazione, piuttosto tardiva, è stata un flop. In questo momento la società rossoblù non ha alcun credito presso i tifosi.
Tutto questo non può che incidere sulla serenità del gruppo squadra. La gara contro il Mantova era non solo alla portata di Micai e compagni, quanto si era messa in discesa grazie ai gol di Artistico (unica vera nota lieta della giornata) e di Florenzi, autore – nonostante il campo pesante – di una bella prestazione. Invece, nonostante l’inizio, il Cosenza si è fatto nuovamente recuperare, denotando i suoi limiti tecnici e le difficoltà di alcuni uomini, come nel caso di Kouan, che ingenuamente si è fatto rubare palla nella sua area favorendo il pareggio virgiliano. Il Mantova, comprese le difficoltà del Cosenza, e dovendo recuperare il risultato, ha fatto valere il suo maggior tasso tecnico e la capacità di tessere buone trame, raggiungendo un risultato positivo che, in fin dei conti, ha pure meritato.
Al di là degli errori, ormai una costante del campionato, il Cosenza ora dà meno garanzie anche sul piano caratteriale. Questo è, a nostro avviso, figlio di tutto quello che circonda l’ambiente. Gli stessi cambi tardivi di mister Alvini, nonché lo scarso impiego di calciatori potenzialmente pericolosi (su tutti Fumagalli, uscito dai radar), dicono che forse qualcosa non va. Se è vero che questa squadra, sul campo, ha conquistato 22 punti, che ha sempre lottato andando anche oltre i propri limiti, è anche vero che si stanno sgretolando piano piano tutte quelle certezze che avevano caratterizzato gran parte del girone di andata. Speriamo non si arrivi a un disarmo totale del mondo Cosenza.
In quest’ottica urge rilevare che, anche al di là della singola partita quale può essere quella con il Sassuolo o col Mantova, non c’è più tempo da perdere sul mercato e che bisogna mettere in atto tutte quelle giuste strategie societarie che tentino di ricomporre un ambiente giustamente stanco di vedere la sua passione mortificata.
La classifica non è così compromessa, ma con una situazione del genere è più facile deprimersi che altro.