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Il giubileo della misericordia al centro dei settimanali Fisc
I settimanali cattolici, in uscita in questi giorni, guardano con speranza all’Anno Santo straordinario indetto dal Papa. "Francesco lancia al mondo intero un appello - rilevano le testate Fisc -: il futuro del mondo potrà essere costruttore di bene nella misura in cui sarà mondo di misericordia"
“La misericordia è la cifra del pontificato di Papa Francesco”. I giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), in uscita in questi giorni, guardano con speranza all’Anno Santo straordinario indetto dal Pontefice. “Francesco lancia anche al mondo intero, seppure indirettamente, un appello – rilevano le testate Fisc -: il futuro del mondo potrà essere degno di uomini e costruttore di bene per tutti i popoli nella misura in cui sarà mondo di misericordia”. Tra gli altri argomenti affrontati dai settimanali: attentato a Tunisi e cristiani perseguitati, situazione italiana, cronaca e vita delle diocesi. Proponiamo una rassegna degli editoriali giunti ad oggi in redazione.
Anno Santo straordinario. “Sorpresa e gioia per l’Anno Santo della Misericordia”. Questi sentimenti accomunano le riflessioni dopo l’annuncio dato dal Papa, il 13 marzo. “L’annuncio del Giubileo straordinario” sulla misericordia “è una sorpresa, che si allinea però con tutte le sorprese a cui il Papa ci ha abituato: la cifra che consacra nel tempo il suo insegnamento, una nuova pietra miliare collocata sul cammino della chiesa, il gesto concreto di cui il segno dei tempi ha normalmente bisogno per colpire la fantasia degli uomini e rimanere impresso nella loro memoria. La chiesa è in cammino e di nuovo si mette in stato di conversione, perché le sue parole avranno valore soltanto se nasceranno dalla testimonianza e dalla vita, dal momento che la sua crescita non avviene ‘per proselitismo, ma per attrazione’”, sottolinea Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia). Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), scrive: “L’iniziativa del Papa di proclamare un Anno Santo della Misericordia diventa un appello a tutti i cristiani perché, mentre si rifugiano nelle braccia amorose di Dio che perdona, imparino ad amarsi tra di loro e ad amare anche i nemici, i persecutori”. Dalle pagine di Emmaus (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia) il vescovo, monsignor Nazzareno Marconi, spiega che il Giubileo non sarà “un tempo di riflessione teorica o di celebrazione folcloristica sul tema della misericordia; ma un cammino di esperienza pratica, di incontro concreto con la misericordia di Dio, soprattutto attraverso i sacramenti e la preghiera”. “La misericordia di Dio sarà dunque il momento centrale e cruciale di un Giubileo fortemente voluto, che si propone di traboccare di essa quale umile e intensa presa di coscienza e adesione convinta a Dio che, essendo misericordia, ‘non si stanca di perdonare’, per dirla con parole molto note di questo Pontefice”, osserva Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio). “Papa Francesco è un pastore che annuncia il Vangelo e mostra agli uomini la misericordia di Dio. Parlando della centralità della misericordia di Dio, egli si pone nella grande tradizione della Chiesa. La misericordia è la prospettiva e l’orizzonte entro il quale vengono viste verità, virtù e comandamenti. La Chiesa deve essere il luogo della misericordia gratuita, dove tutti possono sentirsi incoraggiati a vivere la vita buona del Vangelo”, evidenzia il Nuovo Diario Messaggero (Imola). “Il Giubileo della Misericordia assume i caratteri dell’originalità e della novità, e ciò è anche nota costitutiva della ‘evangelizzazione’, sempre nuova e sempre dello stesso Vangelo eterno, fonte di riconciliazione e di pace per tutti i singoli esseri umani che vengono alla luce su questa terra”, si legge nell’editoriale di Elio Bromuri, pubblicato dal Sir e rilanciato dall’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri) e dal Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio). Con l’Anno santo della misericordia “il Papa ci offre una porta spalancata, il Cuore di Cristo, una porta da varcare per entrare, attingere e uscire ricaricati. Anche in questo Papa Francesco ci sta indicando il metodo pastorale per andare verso le periferie, per come uscire dal Tempio. Solo dopo aver attinto forza dall’abbraccio della Misericordia possiamo uscire carichi per portare con gioia l’annuncio del Vangelo, offrendo al prossimo l’olio della consolazione e il vino della speranza”, afferma Enzo Gabrieli, direttore di Parola di Vita (Cosenza-Bisignano). Ricordando che “il tema della misericordia è senz’altro tipico degli anni santi se anche Vico Consorti, al tempo di Papa Pio XII, nel 1950, ha dedicato le otto formelle della porta santa alla storia della salvezza, frutto della tenerezza del Padre verso l’uomo peccatore”, Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-Sanseverino Marche), osserva: “La misericordia che io desidero trovare varcando la porta del giubileo esige che nell’uscire io perdoni a mia volta sempre, ma proprio sempre”. “Con l’Anno Santo straordinario siamo invitati a portare l’annuncio della misericordia di Dio fino agli estremi confini della terra: così come lo sguardo missionario pervade ogni pagina dell’Evangelii Gaudium, esso deve infiammare il cuore e guidare la conversione di ciascuno, affinché atteggiamenti, gesti e parole possano non solo comunicare, ma attrarre – la Chiesa cresce non per proselitismo, ma per attrazione – tutti coloro che sono in attesa di una gioia grande. E, nuovamente, anche noi”, sottolinea Notizie (Carpi). “Non c’è dubbio che al centro del ministero di Papa Francesco sta l’annuncio della misericordia di Dio, e che i due anni trascorsi dalla sua elezione lo hanno convinto che il mondo moderno di essa ha un bisogno estremo. D’altra parte, l’amore fedele di Dio è il centro della rivelazione che in Gesù Cristo raggiunge il suo compimento e la testimonianza della misericordia costituisce la missione fondamentale della Chiesa”, evidenzia il Ticino (Pavia). C’è anche un’altra parola, oltre a misericordia, che riassume un po’ tutta la testimonianza di Papa Francesco, sostiene Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo (Crema): “Gioia è la parola chiave”.
Attentato a Tunisi e cristiani perseguitati. Partendo dall’attentato terroristico di Tunisi, Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), osserva: “Estremismo religioso, brama di denaro e di potere, disprezzo dell’altro e della vita si sono fusi insieme in queste menti e cuori malati per creare e diffondere un miscuglio esplosivo che sembra inarrestabile. Ma siamo convinti che le forze del male potranno essere vinte da generose ed efficienti forze del bene: su istinto e volontà di morte trionferanno speranza e volontà di vita, come vengono a ricordarci oggi, per tutti, la primavera e fra pochi giorni, per i cristiani, la Pasqua di Risurrezione”. Anche il Corriere Eusebiano (Vercelli) ricorda la strage di Tunisi e le vittime piemontesi. “Adesso, dopo il sanguinoso attentato di Tunisi”, evidenzia la Gazzetta d’Asti (Asti), “la paura rischia di impadronirsi anche dei nostri territori”. Quest’attentato accende i riflettori sui cristiani perseguitati. “Mentre ci apprestiamo a celebrare la Pasqua del Signore, pensiamo particolarmente ai tanti nostri fratelli che non possono farlo, ai cristiani nel mondo che subiscono ostracismo, insulti, rifiuto e che vengono perfino assassinati, solo perché cristiani”, afferma dalle pagine di Voci e Volti (Manfredonia-Vieste-S.Giovanni Rotondo), il vescovo, monsignor Michele Castoro. Sui cristiani perseguitati scrive Emilio Pastomerlo, direttore dell’Araldo Lomellino (Vigevano): “Il dramma dei cristiani perseguitati nel mondo ha un risvolto politico e culturale, ma parte dalle nostre coscienze, dalle nostre testimonianze mancate, dalle nostre superficialità, dai nostri valori che oggi non prevedono più la presenza e la proposta della croce”. Per la Vita del Popolo (Treviso), “non possiamo bombardare le postazioni dell’Isis e poi comprare petrolio da chi sostiene questa realtà terroristica. Non possiamo condannare le uccisioni dei cristiani o delle minoranze religiose se siamo noi ad avergli venduto le armi. La strada è quella di sostenere l’islam moderato e di chiedere la reciprocità agli stati islamici, tutti. Ma non possiamo farlo finché avremo politici compromessi, disponibili a tutto pur di avere i soldi degli arabi. La guerra contro il terrorismo deve partire da noi”. Per Luigi Sparapano, direttore di Luce e Vita (Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi), “la giornata per i missionari martiri si tinge purtroppo sempre più del rosso sangue di cristiani uccisi per la loro fede; non ultimi gli attentati terroristici di domenica scorsa contro due chiese in Pakistan, che hanno provocato numerosi morti e feriti”.
Situazione italiana. Sempre presente l’attenzione alla situazione italiana. A settant’anni dalla fine della seconda guerra mondiale, “forse servirebbe, oggi come allora, recuperare un comune impegno per la rinascita, pur nella diversa visione politica, nel normale e salutare dibattito. Non sempre è così”, segnala Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano). E, infatti, ci troviamo di fronte all’ennesima tangentopoli: perciò, Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina), vorrebbe “andare controcorrente. Certo, lo scandalo c’è tutto e non me la sento di minimizzare. Anche l’indignazione è giustissima. Se mancasse significherebbe avere fatto il callo alla corruzione. Ma di certo non è tutto così il nostro Paese. Primo, perché non vogliamo rassegnarci e consegnare l’Italia in mano a persone che non meritano. Secondo, perché c’è un’altra versione di questa nostra strana nazione che fatica ogni giorno e non fa rumore”. Dunque, il segreto è “fare emergere ciò che di buono si realizza ogni giorno, ma non fa rumore”. “La sottrazione di danaro pubblico è un reato per la legge ma è anche un crimine morale contro la povertà. Non è accettabile la riduzione della spesa sociale per aumentare la spesa delle opere pubbliche se poi gran parte dei soldi finiscono nelle tasche di politici e funzionari”, sostiene Mario Barbarisi, direttore del Ponte (Avellino). La Valsusa (Susa) denuncia: “Mentre a Roma lunedì scorso c’è la presentazione di Telt (Tunnel Euralpin Lyon Turin), da Firenze in parallelo arriva la notizia dell’ennesimo scandalo legato proprio all’Alta Velocità ferroviaria”. Eppure segnali di ripresa, almeno economica ci sono, come assicura Nicola Salvagnin in un editoriale pubblicato dal Sir, ripreso dalla Voce dei Berici (Vicenza): “La classe politica sembra finalmente conscia del fatto che non si può continuare a vivacchiare a forza di chiacchiere da talk show; le prime riforme stanno iniziando a dare risultati; la cornice economica è decisamente favorevole (petrolio in calo, tassi a zero, euro debole…). Insomma, sembra la volta buona”. Parlando della “Buona Scuola”, Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste), sostiene: “Il disegno di legge ha iniziato il suo inter parlamentare. Nel testo ci sono delle buone idee, però manca l’anima”. A proposito dell’assoluzione di Berlusconi, il Popolo (Tortona) afferma che è “tutt’altro che spianata la strada del pieno ritorno operativo del cavaliere, o ex tale, sulla scena della politica”.
Cronaca. Diversi gli spunti dalla cronaca. “Nell’era dell’ipertecnica non è forse il caso di difendere la genuinità della famiglia prima che sia troppo tardi? Anzi non è giunto il momento di riscoprire e riproporre la famiglia come uno dei pochissimi luoghi dove è possibile far nascere delle relazioni, anzi in termini cristiani delle alleanze durature, tra persone libere?”, si chiede Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone). Di fronte al rifiuto dei profughi sul proprio territorio “non possiamo dire che va bene così. Certe espressioni di… pancia, indubbiamente, vanno tenute presenti ma per far capire una logica diversa, in cui condividere, in cui essere solidali, in cui far posto all’altro in difficoltà ed in piena precarietà, in cui essere unicamente… umani”, afferma Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì). La sindrome di Down “non è una malattia nè tantomeno rischia di contagiare tristezza, solitudine, cattiveria. È uno stato fisico, psichico, mentale e relazionale che necessita certo di maggiori attenzioni e buone prassi affinché il soggetto possa vivere al meglio. Ma quale figlio non necessita il meglio per la propria vita?”: lo si legge nell’editoriale del Nuovo Amico (Pesaro-Fano-Urbino). Attenzione anche alla cronaca locale. “L’approvazione da parte del Consiglio comunale della variante al piano strutturale che consente la definitiva adozione del nuovo piano regolatore portuale, atteso da sessantadue anni, era un passaggio decisivo per poter pensare a un futuro migliore per Livorno e i livornesi”, scrive Nicola Sangiacomo, vice direttore della Settimana (Livorno). “Forlì cambia verso? Sembra proprio di sì. Da centro agricolo e poi industriale a polo universitario e culturale? La strada è ancora lunga, ma la direzione è quella giusta”, dichiara Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro). Pensando alle prossime elezioni, la Cittadella (Mantova) scrive: “Le risorse che calano, le difficoltà economiche generali che restano, le tante resistenze nei confronti del cambiamento, l’invecchiamento della popolazione, la tendenza a rimanere come siamo, senza pensare al futuro, tutto ciò rende difficile la vita dell’amministratore. Per questa ragione bisogna essere grati a chi si candida e augurare anche un po’ di fortuna a chi, dopo le elezioni, sarà chiamato ad amministrarci”. Mario Manini, direttore della Squilla (Spello), ricorda “un atto di incalcolabile umanità che ha distinto una nostra concittadina morta recentemente che ha voluto fare dono dei suoi organi per ridare vita e speranza. Grazie a questa donazione alcuni possono sperare ancora in una vita normale”. Martino Cervo, direttore del Cittadino (Monza e Brianza), ricorda l’arrivo a Monza dell’opera di Caravaggio “San Francesco in meditazione”. Pier Giovanni Trossero, direttore dell’Eco del Chisone (Pinerolo), si occupa della “caserma Bochard di Pinerolo”.
Attualità ecclesiale. Non manca l’attualità ecclesiale. “Risorgendo, il Signore non ha tolto la sofferenza e il male dal mondo, ma li ha vinti alla radice. Alla prepotenza del Male ha opposto l’onnipotenza del suo Amore. Ci ha indicato, allora, che la via della pace e della gioia è l’Amore. Cristo, vincitore della morte, è vivo in mezzo a noi. E mentre con san Tommaso diciamo anche noi: ‘Mio Signore e mio Dio!’, seguiamo il nostro Maestro nella disponibilità a spendere la vita per i nostri fratelli, diventando messaggeri di una gioia che non teme il dolore, la gioia della Risurrezione”: sulle pagine della Vita diocesana (Noto) la riflessione del vescovo, monsignor Antonio Staglianò, nel cammino verso la Pasqua. Davide Imeneo, direttore dell’Avvenire di Calabria (Reggio Calabria-Bova), offre un pensiero sul Sinodo dei giovani, voluto dal vescovo in diocesi: “Oggi, alle porte della celebrazione conclusiva del Sinodo, la speranza è una scommessa che si ripropone ancora”; intanto, “l’Assemblea sinodale sarà il tempo dell’ascolto: non solo la Chiesa, ma la società tutta si renda disponibile alle esigenze dei giovani. Non rappresentano solo il futuro, sono già il presente”. “Quando la Chiesa, ancora con Benedetto XVI, ha iniziato a parlare di emergenza educativa, per quanto avvertita fosse dei pericoli derivanti dallo sgretolarsi dei valori condivisi che fondano la società, non poteva forse immaginare così serrati i tempi e così subdole le dinamiche di quella che Papa Francesco ha chiamato colonizzazione ideologica ad opera della cultura del gender”, ammette Edoardo Tincani, direttore della Libertà (Reggio Emilia-Guastalla). La Voce Alessandrina (Alessandria) ricorda che “protagonista” dell’ultimo degli incontri del ciclo quaresimale dei Martedì “è stato il mondo protestante nei confronti della Prima Guerra mondiale”.