Il Giudice sportivo decreta lo 0-3 col Verona, il Cosenza ricorre in Appello. Parla Chiacchio.

Il giudice Battaglia attribuisce la colpa, della mancata disputa della partita con il Verona, al Cosenza. La società ha annunciato che ricorrerà in appello. L'avvocato Chiacchio: "chiederemo la documentazione citata dal Giudice nella delibera per avere un quadro più chiaro". Intanto Braglia richiama l'attenzione sul Sanvitino-Del Morgine. 

 

 

Per il Cosenza è un inizio di Serie B abbastanza intricato, ma, al momento, non per il rendimento, ma per le problematica legate al terreno di gioco del “San Vito-Marulla”. Il primo settembre doveva tenersi l’agognato incontro tra il Cosenza e Hellas Verona che sanciva definitivamente il ritorno della Seconda serie del professionismo calcistico italiano nella città dei Bruzi. Tuttavia, per i problemi contingenti alla praticabilità del campo il direttore di gara, il signor Piscopo della sezione Imperia, non ha fatto svolgere il match. Ieri è arrivato il primo giudizio da parte del Giudice sportivo. “accertato, pertanto, che la gara in oggetto non si è disputata per responsabilità diretta della Soc. Cosenza; delibera di infliggere alla Soc. Cosenza la sanzione della perdita della gara con il punteggio di 0 a 3 a favore della Soc. Hellas Verona, nonché l’ammenda di Euro 3.000,00 con diffida”, ha decretato la sentenza, che ricordiamo essere di primo grado. Per ambiti strettamente legati alle partite non disputate, la giustizia sportiva si articola in tre gradi: Giudice sportivo, Corte sportiva di Appello (dove è possibile presentare nuovi documenti) e il Collegio di Garanzia del Coni. Ora quest’ultimo organo può ritenere ammissibile o inammissibile l’eventuale ricorso di una delle due parti sconfitte al secondo grado. Dunque, potrebbe, qui il condizionale è d’obbligo e rigoroso, esserci pure il Collegio per avere la sentenza definitiva, ma in alcuni casi, sostengono alcuni esperti di diritto sportivo, questo organo si può rifare alle decisioni dell’Appello.

Ma andiamo a leggere cosa c’è all’interno della decisione del Giudice sportivo.

 La sentenza del Giudice sportivo. La documentazione presa in esame da parte del Giudice Emilio Battaglia è la seguente: e-mail del 5 luglio 2018 inviata dal Dott. Giovanni Castelli alla Soc. Cosenza e alla Lega Serie B; relazione del 13 agosto 2018; e-mail della Soc. Cosenza inviata in data 21 agosto 2018 alla Soc. Hellas Verona e alla Lega di Serie B; Determinazione n. 29 del 22 agosto 2018 dell’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive; verbale di sopralluogo effettuato presso lo Stadio “San Vito – Gigi Marulla” dal Dott. Ing. Prof. Carlo Longhi in data 30 agosto 2018; relazione del 3 settembre 2018 del Responsabile terreni di giuoco LNPB, Dott. Agr. Giovanni Castelli. A questi vanno aggiunti i due atti delle società, il reclamo del Verona e le controdeduzioni del Cosenza.

Leggendo nel referto dell’arbitro Piscopo, nella quale viene specificato: “non sussistevano le condizioni per garantire l’incolumità fisica dei partecipanti all’incontro, a causa delle condizioni del terreno di gioco in alcune zone dello stesso”; sono state anche evidenziate le zone critiche del campo: “la fascia laterale opposta alle panchine (dalla linea perimetrale all’area di rigore di larghezza), diverse porzioni della parte centrale del terreno di gioco, la fascia lato panchine all’altezza dell’area di rigore fino alla zona d’angolo, proprio all’ingresso del terreno di gioco. Il terreno infatti si presentava sconnesso, con diversi avvallamenti, e nelle zone sopra citate vi era una totale mancanza di compattezza del fondo, che comportava un affondo del piede verso il basso per alcuni centimetri”. Tuttavia, i problemi inerenti al terreno di gioco risalgono al 5 di luglio, allorquando il Responsabile terreni di gioco LNPB, l’agronomo Castelli, segnalava: “la condizione del terreno di giuoco non corrisponde a quella necessaria al regolare svolgimento delle partite del campionato di serie B” e che “tenuto conto della condizione attestata e dell’urgenza determinata dall’esigenza di avvio dell’imminente stagione sportiva 2018/2019 sin dal prossimo agosto, non vi è altra soluzione che non quella di procedere al rifacimento complessivo del campo”. Un altro documento preso in esame da Battaglia è la relazione, sempre a firma di Castelli, fatta lo scorso 13 agosto nella quale si davano delle date di terminazione dei lavori: “i lavori (sono, ndr) iniziati e consegnabili salvo cause forza maggiore, verosimilmente al 3/4 settembre, con necessità di altre due settimane per la (…) funzionalità della superficie di giuoco” e che “i lavori non comprendono rifacimenti (…) del drenaggio”. Quindi ben oltre il primo settembre, giorno di Cosenza-Verona. Inoltre viene evidenziato una e-mail del Cosenza inviata al club Scaligero dove si parlava di un possibile cambiamento di campo, individuato in quello del Benevento: “ricevuto la concessione scritta da parte del Benevento Calcio per giocare allo stadio “Ciro Vigorito” di Benevento” e di essere in attesa del “nullaosta della Prefettura di Benevento, della Questura di Benevento e del Comune di Benevento”.

Il passaggio fondamentale della sentenza è quello in cui si accerta, secondo il Giudice sportivo, della “perfetta consapevolezza del Cosenza Calcio”. Testuale: “considerato, pertanto, che la Soc. Cosenza era perfettamente consapevole, avendone esatta conoscenza, della circostanza che i lavori di rifacimento del terreno non si sarebbero conclusi entro la data del 1° settembre 2018, tant’è che avrebbero potuto essere ultimati non prima del 3 o 4 settembre e che addirittura sarebbe stato necessario attendere «altre due settimane per (raggiungere, ndr) la piena funzionalità del terreno di giuoco» (cfr. relazione del 13 agosto 2018)”.

Il Giudice sportivo ha deciso di decretare la sconfitta a tavolino ai danni dei rossoblu e l’ammenda di 3mila euro dopo aver rigettato le controdeduzioni del Cosenza in quanto “la causa scatenante di questi improvvisi cedimenti del manto erboso (…) alla presenza di insetti terricoli (in particolare nottue) che ne hanno inficiato l’attecchimento, poiché gli stessi si sono nutriti del manto erboso” appaiono inverosimili e poco credibili, stante la tardività di detta giustificazione, peraltro né indicata, né rilevata nei precedenti accertamenti e sopralluoghi svolti nel corso dei mesi (luglio e agosto) precedenti la data della gara”, che “alcun rilievo può attribuirsi al precedente giurisprudenziale” sollevato dal Cosenza, ovvero la partita Paganese-Latina perché “in detto caso l’evento eccezionale e imprevedibile che ha impedito lo svolgimento della gara (ossia l’apertura di una piccola voragine in mezzo al campo) si è verificata nel corso della gara (tra il primo e il secondo tempo)” e, infine, considerato l’ultima relazione dell’Agronomo Castelli dove si parla del lavoro di rifacimento del terreno di gioco “concluso la mattina stessa del giorno della gara” (ossia il 1° settembre 2018) e che comunque “il terreno di giuoco (…) non ha raggiunto, in tutta la sua superficie, la necessaria condizione di praticabilità, soprattutto in ordine alla sicurezza per gli atleti”.

 

Le parole di Chiacchio. Intervenuto ieri sera alla trasmissione radiofonica di RLB “Vita da Lupi”, Eduardo Chiacchio, capo dei legali che stanno curando gli interessi del Cosenza calcio ha spiegato il suo punto di vista: “abbiamo letto le motivazione, che ovviamente non condividiamo, del Giudice sportivo. Riteniamo che queste documentazioni copiose che sono state citate nella delibera, che non conosciamo, debbano essere perlomeno da noi analizzate ed esaminate. Così da avere un quadro più chiaro”, afferma in riferimento alla documentazione consultata dal giudice Battaglia. Ma Chiacchio aggiunge chiarendo i termini sulla tempistica: “abbiamo tre giorni da oggi (ieri, ndr) per fare la dichiarazione, con richiesta di atti, tale da ricorrere in Appello. Dopo la Corte Sportiva invierà gli atti allo studio. Dopo aver ricevuto gli atti avremo 7 giorni di tempo per depositare i nostri motivi. Dopo la deposizione, si aspetta la convocazione. Più o meno venti giorni”. Ma in proposito dell’attribuzione del giudice Battaglia della colpa diretta al Cosenza: “da quanto mi è stato riferito dall’azienda la responsabilità non è da indirizzare al Cosenza calcio perché la decisione è basata soprattutto su elementi documentali che devo esaminarli per avere le idee chiare. Devo capire se i problemi del terreno di gioco sono imprevedibili. Comunque sono stato categorico nell’escludere eventuali punti di penalità, senza possibilità di errore”.

 

Non solo lo stadio. Il tecnico Piero Braglia ha sollevato, nella conferenza stampa di ieri, il problema del campo di allenamento del Cosenza: “si rischiano troppi infortuni. Il campo non è dei migliori. Io ringrazio la Real Cosenza e credo che il presidente Guarascio sistemerà il SanVitino. Noi cercheremo di arrangiarci, ma sicuramente avremo grossi vantaggi del 5-10 % con un campo di allenamento in buone condizioni”.