Il Papa dei giovani abbraccia l’Azione Cattolica diocesana

Nella chiesa di San Francesco d'Assisi a Cosenza l'inizio dell'anno associativo dell'AC diocesana con la reliquia di Giovanni Paolo II. 

L’Azione cattolica diocesana riparte. Dalla piccolezza, dall’umiltà, dal desiderio intimo di stare cuore a cuore con Gesù, sull’esempio del suo santo patrono, Francesco d’Assisi. Nell’antica chiesa a lui dedicata, ubicata nel centro storico di Cosenza, lo scorso 4 ottobre, solennità del poverello di Assisi, rappresentanti delle associazioni parrocchiali si sono riuniti attorno al vescovo, mons. Giovanni Checchinato, nella celebrazione eucaristica da lui presieduta, per dare il via a progetti e attività, con la convinzione – come ha sottolineato il presidente diocesano, Nicola De Santis –  che “Tutti gli incontri che iniziano oggi non sono solo attivismo e agenda da riempire ma occasioni per ringraziare il Signore”.

Un’Ac piccola, che non si crede “forte, efficiente e ineccepibile”. Un’Ac umile, che riconosce di non potercela fare senza l’aiuto di tutta la Comunità, “un po’ come i pescatori che nel Vangelo di Luca chiedono aiuto a un’altra barca perché non riescono da soli a raccogliere le reti. Così – ha sottolineato il Presidente – l’Ac non ci basta: abbiamo bisogno delle comunità, delle famiglie, dei vari movimenti e associazioni, di tutta la rete ecclesiale che ci sostiene e ci incoraggia”. A prendere il largo – come recita lo slogan che accompagna l’icona evangelica di questo anno associativo (Lc 5,1-11) – fino a raggiungere la profondità del cuore, perché riconosca come unico e sommo bene il Signore.

Solo mettendo al primo posto Dio “possiamo imparare a leggere la storia non con gli occhi superbi di chi pensa di sapere tutto, ma con gli occhi e con il cuore degli ultimi. Possiamo diventare davvero occasione di ristoro e di pace per coloro che incontriamo, solo nella misura in cui abbiamo fatto della nostra vita l’occasione per incontrare il Signore”. Sono le parole di mons. Checchinato che, durante l’omelia, ha invitato l’Ac e tutta l’assemblea dei fedeli ad andare alla scuola di san Francesco, per imparare a farsi piccoli ascoltando i piccoli, “a sentire, come loro sentono. E soprattutto, a entrare in relazione con il Signore, partendo dalla piccolezza della nostra esistenza e non dalla superbia delle nostre presunte buone azioni; essere capaci di far diventare Lui il primo dei nostri affetti, dei nostri amori, dei nostri pensieri”.

Così è stato anche per san Giovanni Paolo II, ha ricordato il presule, onorando la reliquia del santo pontefice: la canottiera da lui indossata il giorno dell’attentato, il 13 maggio 1981, ancora madida del suo sangue, esposta durante la santa messa, prima di essere trasportata in Cattedrale. Il “santo Papa che ha guidato noi, giovani di allora, e ci ha testimoniato la gioia di essere Chiesa in cammino”, ha sottolineato don Enzo Gabrieli, accogliendo la reliquia.

Al termine della celebrazione eucaristica, il piccolo Giovanni Paolo, della parrocchia Sant’Antonio a Rende ha consegnato l’icona della Santa Famiglia ai ragazzi della parrocchia San Pietro di Campora che ospiterà la prossima Festa del Ciao.

L’Ac, dunque, è pronta a prendere il volo, affidandosi alla mano sicura del Padre, guidata dalla forza sottile e tagliente della Parola e mossa dallo Spirito Santo, come l’aquilone variopinto che veleggia spinto dal vento in un cielo azzurro e nuvoloso, immagine della tessera di Ac, in quest’anno associativo.