Il Papa in America Latina. Le prime pagine dei giornali diocesani

I settimanali cattolici, in uscita in questi giorni, parlano del viaggio del Papa in America Latina e dell'accoglienza calorosa che ha ricevuto. "Ognuno - rilevano le testate Fisc - si è sentito guardato e toccato. Francesco è un profeta inviato a ridare speranza e dignità a chi si sentiva ed era abbandonato a se stesso".

“Un uomo mandato da Dio”. I giornali aderenti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici), in uscita in questi giorni, parlano del viaggio del Papa in America Latina e dell’accoglienza calorosa che ha ricevuto. “Ognuno – rilevano le testate della Fisc – si è sentito guardato e toccato. Francesco è un profeta inviato a ridare speranza e dignità a chi si sentiva ed era abbandonato a se stesso”. Tra gli altri argomenti affrontati dai settimanali: Grecia, Italia, cronaca e vita delle diocesi.Il Papa in America Latina. “Tanti gli stimoli offerti dal viaggio di Francesco in America Latina”. È il filo conduttore che accomuna le riflessioni di questa settimana. Commentando le folle che hanno accompagnato il viaggio del Papa, Elio Bromuri, direttore della Voce (Umbria), scrive: “Francesco parla di povertà, dignità, equità, di accoglienza degli uni verso gli altri; parla di pace, di concordia, di solidarietà, di coraggio nell’affrontare la vita, di lavoro per tutti, rispetto del creato, di libertà dalle dittature e dalla sottomissione alle ferree leggi della finanza; parla di amore, di tenerezza, di purezza di cuore, di vocazione, di gioia del Vangelo, della bellezza del creato. Parla al cuore e con il cuore, e ognuno lo percepisce, sentendosi chiamato al dialogo intimo e profondo con se stesso”. Vincenzo Rini, direttore della Vita Cattolica (Cremona), osserva: “Papa Francesco non è uomo che si adegua al dato di fatto delle ingiustizie, delle sofferenze, delle prepotenze; lui testimonia una Chiesa che si avvicina a tutti per portare tutti al livello più alto della loro dignità e della loro vocazione. Nella convinzione che nessun uomo è un problema da risolvere, ma è anzitutto una ricchezza da tutelare. In questo modo il Papa ha annunciato una giustizia di Dio che deve diventare giustizia sociale. Per questo il suo grido di speranza è diventato anche un grido rivoluzionario, della santa rivoluzione di Dio, che vuole la salvezza di tutti e per tutti, a partire dalla convivenza terrena. È comunismo questo? No: è, solamente, cristianesimo”. Gianpiero Moret, direttore dell’Azione (Vittorio Veneto), sottolinea: “Il Papa ha contestato globalmente il sistema che governa il mondo perché è un sistema che offende e priva del necessario troppi uomini e donne e distrugge la nostra terra. Quindi bisogna cambiarlo. Il Papa lo dichiara apertamente e con insistenza: bisogna cambiarlo e non semplicemente aggiustarlo in qualche dettaglio”. Paolo Lomellini, direttore della Cittadella (Mantova), evidenzia: “Francesco indica orizzonti larghi e sprona l’uomo di oggi ad avere il coraggio e la forza di allargare lo sguardo, il pensiero e il cuore su tutte le vicende umane, anche quelle più difficili e meno attraenti. Lo stile, le parole, i gesti, la scelta dei luoghi dei viaggi di Francesco ci provocano in questa direzione”. Vincenzo Finocchio, direttore dell’Appennino Camerte (Camerino-San Severino Marche), afferma: “L’America Latina ‘è una lezione, a invertire la rotta e a non aver paura della gioventù’. Questa potrebbe essere la sintesi della visita che Papa Francesco ha compiuto”. Il Corriere Apuano (Massa Carrara-Pontremoli) evidenzia: “I suoi discorsi scritti, così come le parole uscite dal suo cuore e non programmate, sono stati un invito ai credenti, ma anche a tutte le donne e gli uomini di quel continente e non solo, a uscire dal proprio guscio per andare incontro agli altri, per costruire un futuro di speranza. Un ritorno alla radicalità e alla semplicità del Vangelo, per offrire gesti di misericordia e di gioia a tutti, specialmente alle persone ridotte in povertà, abbandonate, in difficoltà o ferite nella loro dignità”. Per Vittorio Croce, direttore della Gazzetta d’Asti (Asti), “l’importante, secondo Papa Francesco, è lavorare contro la cultura dello scarto e contro le strutture dell’inequità, basandosi sul messaggio della fraternità fondata non su un sentimento romantico, ma sul dono e sull’appello di Dio Padre mediante Gesù”. Marino Cesaroni, direttore di Presenza (Ancona-Osimo), sottolinea: “Non è la prima volta che accade, ma con questo Papa succede di più. A leggere i giornali, ma anche ad ascoltare e vedere i vari canali delle diverse televisioni sembra che ognuno racconti un viaggio diverso. Poi leggi le risposte che il Papa dà in aereo ai vari giornalisti e ti accorgi di aver vissuto delle situazioni diverse da quelle che ti sono state raccontate”. Commentando le parole del Papa durante la visita al Centro di rieducazione a Santa Cruz, in Bolivia, Emmaus (Macerata) osserva: “Certamente la gente torna in Chiesa se sente parole buone per sé, e da ciò può cambiare. Non se sente additato solo il proprio errore”.Grecia. Ancora tante le riflessioni sul caso greco. “Scampato, per il momento, il pericolo Grecia”, ma “l’Europa ha bisogno di ritrovare la sua anima. Con gli anni e con i nuovi statisti succedutisi nel tempo, lo spirito dei padri fondatori si è pian piano smarrito per strada. È verissimo che i debiti vanno onorati e pagati, ma è altrettanto vero che non si può domandare ciò che uno non può e non riesce a dare. La storia, anche recente, lo insegna: un Paese bistrattato non giova a nessuno”, afferma Francesco Zanotti, direttore del Corriere Cesenate (Cesena-Sarsina). “Se fossi stato in Grecia (ma essere in Italia ci basta e avanza) avrei forse votato ‘sì’ al piano europeo; tuttavia la volontà democratica del popolo fondatore della democrazia vale come monito all’Europa perché ritrovi le ragioni del cuore e della speranza e non della fredda analisi economica e tecnocratica”, afferma Ferdinando Sallustio, direttore dello Scudo (Ostuni). Vincenzo Tosello, direttore di Nuova Scintilla (Chioggia), riflette: “In attesa fiduciosa che la situazione migliori progressivamente – ce lo auguriamo tutti, per la Grecia e per l’Europa – occorre domandarsi anche quali conseguenze avrà la vicenda sull’assetto dei trattati europei, con le modifiche che sembrano rendersi necessarie per contemperare dignità e responsabilità degli Stati con le esigenze di una economia e di una politica comune”. “Per l’Europa: unità o declino? Austerità e recessione? Oppure sviluppo, crescita, innovazione e futuro?”, si chiede Luca Rolandi, direttore della Voce del Popolo (Torino), per il quale “gli eventi odierni dimostrano che il deficit di proposta è oltre i livelli di guardia; comanda quell’economia, che spesso non mette al centro l’uomo, ma cifre, dati, numeri, denari e merci”. “Siamo così presi dall’infinito psicodramma greco oppure distratti dal risibile dilemma italico se sia meglio legalizzare la droga o la prostituzione che, almeno dalle nostre parti, non si è data la giusta risonanza all’evento storico rappresentato dall’accordo sul nucleare iraniano”: è il parere di Luca Sogno, direttore del Corriere Eusebiano (Vercelli).Italia. Spazio anche a notizie riguardanti il nostro Paese. “Nel trimestre d’estate si rafforza la fiducia nella ripresa dell’economia”, sostiene la Voce Alessandrina (Alessandria). Giorgio Zucchelli, direttore del Nuovo Torrazzo (Crema), parla della Buona Scuola: tra gli aspetti positivi “sono – ad avviso della Fidae (la Federazione delle scuole cattoliche) e nostro – l’autonomia, la valutazione e la rendicontazione pubblica, la formazione del personale direttivo e docente, il potenziamento dei curricoli, l’apertura al territorio, l’alternanza scuola lavoro, il collegamento in rete, il coinvolgimento della società civile e del mondo produttivo al suo finanziamento, lo sviluppo della carriera anche secondo criteri di merito”. Salvatore Coccia, direttore dell’Araldo Abruzzese (Teramo-Atri), evidenzia: “Certamente la scuola è e resterà una realtà molto complessa, la cui dinamica si evolve continuamente prendendo le strade più diverse perché non ha a che fare con ‘cose’ ma con persone con una propria dignità, portatrici di una continua novità”. Sull’evasione fiscale interviene, invece, Bruno Cescon, direttore del Popolo (Concordia-Pordenone): “È una catena viziosa che coinvolge tutti o quasi, che dà come risultato 180 miliardi rubati allo Stato cioè a noi stessi. Quanto sia vero lo capiamo subito da un dato. Con quei miliardi potremmo abbassare le tasse di circa il 30 per cento a tutti i contribuenti. Con quel gruzzolone di euro si potrebbero dare circa 1800 euro mensili agli otto milioni di censiti come poveri. Oppure si potrebbero sostenere transitoriamente i perdenti lavoro nelle crisi economiche”. Partendo da un incontro sull’educazione alla differenza di genere, Lauro Paoletto, direttore della Voce dei Berici (Vicenza), afferma: “Di fronte alla complessità crescente due sono le possibilità: la contrapposizione, che evidentemente qualcuno persegue in modo quasi scientifico e dove non sono estranee anche ragioni politiche, o il dialogo. Su questo i cristiani e le comunità cristiane hanno una responsabilità particolare”. Amanzio Possenti, direttore del Popolo Cattolico (Treviglio), invece, affronta la questione della “quasi scomparsa della voce dei cattolici nell’attualità politica nazionale”.Cronaca. Diversi gli spunti dalla cronaca. La Fincantieri di Monfalcone offre lo spunto a Stefano Fontana, direttore di Vita Nuova (Trieste): “Dal caso Fincantieri emerge comunque un problema di notevole portata. La magistratura ha aperto un nuovo settore di intervento, che potremmo chiamare del rischio ambientale, nel quale emerge la possibilità di bloccare il funzionamento di imprese ritenute non in regola. C’è da prevedere che i contenziosi aumenteranno e di casi Fincantieri ne vedremo degli altri in futuro”. Rammentando che “otto anni fa un’esplosione squarciava il Molino Cordero e strappava dalla vita e dagli affetti cinque lavoratori”, Walter Lamberti, direttore della Fedeltà (Fossano), osserva che “ricordare oggi quei nomi e quei tragici eventi è sicuramente un modo per dire, e dirci, che c’è uno squarcio anche nella nostra storia, una ferita che è difficile da rimarginare”. Il Biellese (Biella) parla della tragica morte di Maria D’Introno, la vittima biellese del naufragio della Costa Concordia, dopo che sono state rese note le motivazioni della sentenza. Corrado Avagnina, direttore dell’Unione Monregalese (Mondovì), ironizza su “quel fenomeno molto diffuso e articolato che va di moda dalle nostre parti, di questi tempi, nell’intento di fare memoria e di rievocare di tutto e di più”. La Valsusa (Susa) ricorda che il 30 luglio “scade il termine per le offerte di acquisto dello stabilimento” Vertek di Condove. A proposito della Fondazione XX Marzo 2006, nata subito dopo le Olimpiadi invernali, con lo scopo di amministrare il patrimonio mobiliare e immobiliare costituito dai beni realizzati in vista dei Giochi olimpici, Pier Giovanni Trossero, direttore dell’Eco del Chisone (Pinerolo), auspica che il “nuovo Consiglio di amministrazione della Fondazione” riesca “a ridurre i tempi di intervento”. Paolo Busto, direttore della Vita Casalese (Casale Monferrato), scrive dell’intitolazione dei giardini comunali di Santa Maria del Tempio al consigliere comunale Sandro Guaschino, morto nel 2000.Attualità ecclesiale. Non manca l’attualità ecclesiale. Alle pagine del Nuovo Diario Messaggero (Imola) il vescovo Tommaso Ghirelli affida il suo ricordo del cardinale Giacomo Biffi: “Per me, il presule che per un ventennio guidò la Chiesa di Bologna e presiedette l’attività collegiale dei vescovi dell’Emilia Romagna è stato soprattutto colui che ha rianimato e sostenuto sul piano dottrinale e operativo la fede di una popolazione che continuava a subire il fuoco incrociato del laicismo marxista e di quello massonico, soffrendo soprattutto per i rischi di cedimento sul piano spirituale e culturale”. Anche Davide Maloberti, direttore del Nuovo Giornale (Piacenza-Bobbio), ricorda il porporato: “Biffi sapeva che ciò che conta è annunciare Cristo e accoglierlo come Signore della propria vita”. Fermento (Amalfi-Cava de’ Tirreni) ospita il messaggio dell’arcivescovo, monsignor Orazio Soricelli, ai turisti: “Durante le vacanze il cristiano può leggere nella natura il disegno armonioso di Dio creatore, mentre nella Sacra Scrittura e nella preghiera può riconoscere quanto Dio ha amato l’umanità, donando il suo Figlio per la salvezza del mondo”. Una riflessione sulla speranza, a partire dai richiami di Papa Francesco, la offre Giordano Frosini, direttore della Vita (Pistoia): “La speranza gode oggi nei nostri ambienti di grande attenzione, ma dobbiamo aggiornarla rispetto al passato, specialmente per quanto riguarda la sua onnicomprensività e la nostra collaborazione. Realizzando le speranze, noi costruiamo lentamente la Speranza finale”. A proposito dell’accoglienza ai profughi, Chiara Domenici, direttore della Settimana (Livorno), ricorda che il vescovo “monsignor Simone Giusti ha fatto presente una serie di strutture che potrebbero essere adattate con poco e con un lavoro di squadra, Chiesa e Istituzioni, e diventare così luoghi di accoglienza per chi scappa dall’inferno, ma anche locali per emergenza abitativa: perché vivere insieme è possibile”. La Voce della Vallesina (Jesi) ricorda fratel Arturo Paoli, recentemente scomparso: “Senza risparmiarsi è andato incontro alle sofferenze dell’uomo. Ha cercato nei volti delle persone che incontrava il suo fratello universale Gesù. Ha accolto i loro lamenti, ha partecipato alle loro vittorie e sconfitte”. Alessandro Repossi, direttore del Ticino (Pavia), si occupa dei Grest: “La bella estate negli oratori della diocesi di Pavia ha aiutato i ragazzi a imparare a stare insieme tra di loro, a confrontarsi e a parlare più di quanto non avvenga normalmente nella società del virtuale dominata da Facebook o dai messaggini su WhatsApp”. Sul versante opposto, Raffaele Mazzoli, direttore del Nuovo Amico (Pesaro-Fano-Urbino), denuncia: “In un paese come il nostro, dalle forti radici cattoliche e dalla forte presenza della Chiesa, solo un giovane su due si identifica come cattolico. In particolare quelli nati dopo il 1981 sono i più estranei a una esperienza religiosa”. Luciano Sedioli, direttore del Momento (Forlì-Bertinoro), osserva: “La vita della cristianità di oggi potrebbe essere raccontata con due immagini. La prima ritrae l’Europa con le sue cattedrali, povere di fedeli e ricche di turisti; la seconda ritrae il Medio Oriente o l’Africa, con piccoli luoghi di culto distrutti e cristiani uccisi e perseguitati, ma tenacemente legati alla loro fede e alla loro terra”. La Guida (Cuneo) parla della festa dell’Illuminata: “Reduci dall’esperienza dell’Illuminata, ci convince nuovamente che fare festa è essenziale per riscoprire i valori più profondi”. In risposta al piano poste che danneggia i settimanali diocesani, Edoardo Tincani, direttore della Libertà (Reggio Emilia-Guastalla), annuncia che, “anziché lagnarsi o attendere provvidenze, ‘La Libertà’ sceglie di aprirsi ancora di più”. In questa linea, “sul giornale sono aumentate collaborazioni e presenze” e “anche il nostro sito ha potenziato l’offerta, con contenuti aggiornati quotidianamente e il debutto di rubriche nate on-line”.