Il saluto del Vicario generale alle esequie di mons. Nolè

Il "grazie di don Citrigno all'Arcivescovo e il saluto a nome di tutta la diocesi bruzia. 

Caro padre Francesco, ci hai chiamati e siamo venuti!

Con questa espressione, che ci collega al ricordo dei funerali di San Giovanni Paolo II, vorrei riassumere l’esperienza che abbiamo fatto attorno a te in questi giorni difficili, dolorosi, ma anche pieni di speranza, per l’intera nostra Chiesa.

Un fiume inarrestabile di persone semplici, di sacerdoti, di religiosi, di autorità civili e militari, comunità parrocchiali e associazioni, hanno varcato la Porta Santa di questa Cattedrale per renderti omaggio ed elevare al Signore una preghiera di intercessione ma anche di ringraziamento per averti incontrato.

Oggi, siamo qui riuniti, nella celebrazione eucaristica per celebrare nella Pasqua del Signore la tua Pasqua. La parola che sgorga dal nostro cuore, che accompagna i ricordi grati, insieme alle lacrime dell’amicizia e dell’affetto, è la parola Grazie.

Sei stato per noi un padre e un fratello, una guida abitata da Dio, che nella semplicità della vita, si è lasciato conquistare dal Signore per divenire strada percorsa dalla grazia, casa di amicizia visitata costantemente da Gesù.

Te lo diciamo tutti noi, te lo dicono i sacerdoti, i religiosi, i laici e i seminaristi di questa chiesa, soprattutto i più giovani per i quali hai avuto una speciale cura. Abbiamo pregato tanto perché tu potessi tornare qui in mezzo a noi, ma il Signore aveva disposto diversamente quando ti ha chiesto di salire sulla Croce, proprio in questo anno giubilare che hai fortemente voluto perché fosse per tutti “un anno di misericordia e di riconciliazione per tornare, con cuore sincero a Dio”.

Grazie per il dono della tua presenza, delicata e schiva, sobria, libera; dico senza sbagliare: “francescana”. Ci hai fatto respirare, in questi anni, la fresca aria della testimonianza del grande santo, del poverello d’Assisi.

A me tocca prestare la voce a questa Chiesa per dire Grazie a Dio, anche per il dono di sorella morte, per dire grazie a quanti si sono stretti a noi in questi giorni.

Grazie alla tua famiglia che ti ha donato alla Chiesa e che oggi è qui con noi a condividere le lacrime degli affetti intimi. Un pensiero particolare va alla tua cara mamma anziana, la signora Lucia.

Grazie al Santo Padre che ha fatto pervenire il suo cordoglio attraverso il Cardinale Parolin e al Nunzio apostolico, Mons. Tscherrig. Grazie ai tuoi confratelli Vescovi, quelli presenti e quelli che impossibilitati sono venuti qui nei giorni scorsi o hanno fatto pervenire un messaggio di cordoglio.

Grazie al presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Zuppi, che si è più volte reso presente e oggi lo fa a nome dell’intero episcopato italiano attraverso il vicepresidente monsignor Francesco Savino che concelebra con noi. Grazie ai Pastori delle Conferenze episcopali di Calabria e Basilicata, e a Monsignor Morrone che presiede questa Eucarestia, all’Arcivescovo di Potenza Salvatore Ligorio, caro amico di monsignor Nolè, che spezzerà la Parola per noi. Abbiamo apprezzato tanto la particolare vicinanza e la testimonianza che ci ha dato in questi giorni il nostro Arcivescovo emerito Mons. Nunnari.  Un grazie particolare lo dobbiamo a monsignor Giuseppe Piemontese, che il Santo Padre ha voluto come nostro Amministratore Apostolico e che con sollecitudine si è reso immediatamente presente in mezzo a noi.

Il nostro pensiero di gratitudine va anche ai frati dell’Ordine dei conventuali, particolarmente a quelli della Custodia calabra, oggi qui rappresentati tutti dal loro Ministro generale che celebra con noi. Un grazie sentito alle autorità cittadine e provinciali, civili e militari, ai sindaci; tanti di voi hanno fatto sentire la vicinanza, così come in questi anni la collaborazione vera e sincera, al nostro amato pastore Francesco. Abbiamo percepito che con Lui vi siete sentiti tutti a casa, come nella casa di Betania, dove la fragranza del pane ha il profumo della semplicità e dell’amicizia.

Grazie a nome di tutti noi al segretario don Pasqualino e alla signora Rosina che lo hanno amorevolmente assistito. Non posso e non voglio fare altri nomi, ma tutti metto nel cuore di Dio. Permettetemi solo a nome di questa Chiesa di dire grazie alle suore Minime della Passione della comunità di Roma che hanno aperto, spalancato le porte della loro casa, del loro cuore, al Vescovo, ai sacerdoti, ai familiari, in questi ultimi giorni, alleviando la sofferenza con la loro presenza e asciugando le lacrime con il lino della consolazione.

Un grazie e una preghiera al personale del Policlinico Gemelli, dai medici agli infermieri, dall’assistente generale Mons. Giuliodori ai cappellani e alle religiose che in esso operano per la particolare cura con la quale hanno accolto e accompagnato il nostro Arcivescovo. 

Caro Monsignor Francesco Nolè, continua dal Cielo a guidarci, a sostenere questa Chiesa ed esercita quella tua paternità che niente e nessuno può fermare, nemmeno la morte. Tante volte lo hai detto e scritto a noi, oggi lo diciamo noi a te: il Signore ti dia pace! Vengano le allodole a roteare su questa bara che ti accoglie, ti accompagnino vero il riposo eterno e i tuoi occhi si aprano alla gloria del Paradiso, dove in compagnia della Vergine e dei Santi, un posto ti è stato preparato come servo buono e fedele; partecipa ora alla gioia del tuo Signore.