Il saluto della Chiesa di Cassano a mons. Galantino

Questo pomeriggio è stata celebrata una santa messa. Il ringraziamento e la lode al Signore da parte del presule, segretario della Cei. "Questa Eucarestia non è l'occasione per fare bilanci ma una richiesta al Signore di farci ancora dono del suo Spirito perché la nostra testimonianza - dovunque Egli ci chiama - possa essere sempre di più una testimonianza credibile".

“Siamo qui – lo sappiamo tutti – per ringraziare insieme la Trinità Santa; è Lei che ha permesso questo straordinario e, per me, fecondo incontro. L’incontro tra un prete chiamato a fare il vescovo e una comunità che hanno percorso insieme un tratto della loro strada”, ma “vorrei evitare però che questa Eucaristia diventasse l’occasione per fare bilanci o per raccontarci eventi o emozioni che, pur importanti, devono trovare altri spazi e altri tempi per essere evocati”. Lo ha detto stasera monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, nella Messa per la conclusione del ministero episcopale a Cassano all’Jonio, nella basilica cattedrale. “Noi stiamo qui stasera per farci aiutare dal Signore a proseguire il nostro cammino. Noi stiamo qui stasera per domandare al Signore di farci ancora dono del suo Spirito perché la nostra testimonianza – dovunque Egli ci chiama – possa essere sempre di più una testimonianza credibile”. Commentando il Vangelo, monsignor Galantino ha sottolineato che “dove il mondo dice che il perdono è un atto umiliante e un gesto di debolezza, la Chiesa è chiamata a vivere e a far vivere il perdono come un gesto di coraggio e di grande maturità spirituale”. “Lo so, parlare di perdono non è proprio facile, e praticarlo lo è ancora di più”, eppure “la cronaca ci presenta esempi di perdono offerto e accolto”.  Certo, ha sottolineato il presule, “ci è capitata una pagina difficile ed esigente del Vangelo”: “Difficile perché per essere messa in pratica richiede che io riconosca continuamente i doni e il perdono che il Signore continua a elargirmi. Chi non è consapevole del perdono che il Signore gli concede, difficilmente sentirà il bisogno di perdonare. Gli sembrerà sempre impossibile tendere la mano a chi con quella mano ha percosso il suo volto o ha gettato fango su di lui e sulla sua storia; gli sembrerà sempre impossibile rivolgere la parola a chi da quella bocca ha fatto uscire parole ingiuriose o addirittura vere e proprie calunnie”. Monsignor Galantino ha concluso con una preghiera: “Signore, contando sul sostegno e sull’affetto delle persone che stasera mi circondano, ti chiedo di continuare a farmi fare esperienza del tuo perdono; quello che sei sempre pronto a concedermi per rimettermi in cammino. Aiutami, Signore, a non dimenticare che una Chiesa che non perdona è una finzione. Non ci sono cerimonie o processioni che tengano quando nella Chiesa si nega il perdono. Ancora peggio, quando a negare il perdono sono coloro che Tu hai chiamato ad essere strumento di perdono: i vescovi e i sacerdoti. Aiutami, Signore, a capire che non ci sono feste che valgano la pena di essere celebrate quando siamo incapaci di celebrare, in pubblico o in privato, la festa del perdono, ricevuto e donato”.