Cultura
Il Tovagliato per il Giubileo
Sull’altare della Confessione sarà collocato il nuovo tessuto che richiama il tema della Promessa
Nel giorno della festa della Cattedra di San Pietro, il 22 febbraio scorso, quando la Chiesa fa puntualmente memoria della peculiare missione di maestro e di pastore che Gesù ha affidato a Pietro, è stata consegnata la Tovaglia del Perdono alla Basilica Vaticana. Messo in mostra nei Musei del Papa, il prezioso telo è dedicato alla Gran Contessa Matilde, nobildonna italiana di origine longobarda appartenente alla famiglia dei Canossa, mai innalzata agli onori degli Altari ma considerata un’eroina dalla Chiesa cattolica. Nata a Mantova nel periodo medioevale, segnato dalle dure lotte tra Stato e Chiesa e da intrighi e scomuniche, ereditò dai genitori una grande estensione di terre in Lombardia, Toscana ed Emilia Romagna, a nord dello Stato Pontificio. Matilde ostentò un certo carattere, una gran forza e molta fede in tante situazioni, come nella battaglia che combatté e vinse contro Enrico IV. Appoggiò la Santa Sede donando a Gregorio VII i suoi possedimenti, in aperta sfida al regnante, sostenne la riforma morale del clero e si batté in tutti i modi per far trionfare la pace. Nominata Regina D’Italia morì di gotta nel 1115 e venne sepolta prima nell’abbazia di Polirone (San Benedetto Po), in seguito la salma fu traslata a Roma in Castel Sant’Angelo e, infine, collocata nella Basilica Vaticana dove riposa vicino alla tomba dell’apostolo Pietro e ai sepolcri degli altri papi. Un privilegio, quest’ultimo, che condivide con altre tre donne (la Regina Cristina di Svezia, la Principessa Maria Clementina Sobienska e Carlotta I di Cipro) che, come lei, si sono distinte in vita per aver difeso il Cristianesimo. La Tovaglia del Perdono, dipinta ad ago e realizzata dal circolo culturale “Reggio Ricama”, reca decorazioni ispirate alle antiche miniature e alle iconografie contenute nel “Codice di Donizone”, il Codice Vaticano Latino 49 22 custodito nella Biblioteca Vaticana e redatto tra il 1111 e il 1116 dal monaco benedettino nonché abate del monastero di Sant’Apollonio di Canossa, Donizone. Questo volume tratta della vita e delle gesta di Matilde e, in particolare, si sofferma sul perdono concesso nel 1077 da Papa Gregorio VII all’imperatore Enrico IV, costretto ad attendere davanti al portale d’ingresso del Castello di Canossa, per tre giorni e tre notti, con il capo cosparso di cenere, in attesa di ricevere dal pontefice il ritiro della scomunica, per aver cercato di attaccare i possedimenti ecclesiastici in Italia. L’oggetto, espressione della delicata Ars Canusina o Ricamo Matildico di Reggio Emilia, richiama l’Ultima Cena ed è definito “del Perdono” in riferimento al perdono che deve illuminare sempre la vita del vero cristiano.
Il panno si trova ora sopra l’Altare della Cattedra, a memoria della straordinaria storia di coraggio di Matilde di Canossa. Lo scorso 29 ottobre in Vaticano è stato presentato il volume “Sub Umbra Cathedrae. La Tovaglia del Perdono per l’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana” di Fernando G. Miele, segretario dell’Ufficio dei Beni Culturali della diocesi di Reggio Emilia. L’autore ha ricostruito la storia dell’antica reliquia della Cattedra lignea, ritenuta il seggio usato da Pietro per le predicazioni, passando per l’operato di alto artigianato di “Reggio Ricama” a servizio della Santa Sede, grazie a cui è stata realizzata la Tovaglia del Perdono. Si è soffermato inoltre sugli effetti positivi che il ricamo ebbe, agli inizi del novecento, sulla mente dei ragazzi e delle ragazze affetti da patologie mentali, oltre che sulla descrizione del valore liturgico dei paramenti sacri e sulla rilevanza delle immagini di Matilde di Canossa in Vaticano. Il testo di Miele si apre con la figura di Maria che ricama e si chiude con l’immagine di Gesù Bambino, adagiato sulle ginocchia della Vergine sempre intenta al ricamo. Quest’ultimo è espressione di “un’arte molto antica … in grado di trasmettere il messaggio religioso” ha detto Semeraro, prefetto del Dicastero delle Cause dei Santi, che ha presentato il libro insieme a Mario Iadanza, docente della Facoltà Teologica dell’Italia meridionale e a Cinzia de Filippis di Raiuno. La tecnica del ricamo tenta di “riprodurre con un intreccio di fili in diverse forme un messaggio soprannaturale” ha aggiunto il cardinale. La sua importanza sta nel fatto che si presta ad uno scopo molto importante, che è quello di abbellire gli edifici di culto e di servire la liturgia. La Tovaglia del Perdono è parte del progetto nato nel 2019 dalla collaborazione tra Miele e “Reggio Ricama”, finalizzato alla produzione delle tovaglie definite delle “tre P”, in riferimento al nome dell’apostolo Pietro. Dopo quella del Pescatore realizzata nel 2022 e questa del Perdono consegnata nel 2024, l’ultima ad essere svelata sarà la “Tovaglia della Promessa” che sarà posta sull’Altare della Confessione nella Basilica Vaticana in occasione del Giubileo del 2025. Quest’ultimo tessuto sarà opera degli studenti delle Accademie di Belle Arti Italiane, risultati vincitori del concorso indetto da “Reggio Ricama”.