Il turismo torna a sorridere

Molte circostanze favorevoli per il Belpaese, meteo permettendo.

Parliamoci chiaro. Nel settore turistico – come in tanti altri – vige il principio: mors tua vita mea. E la vita, quest’estate, scorre abbondante tra le spiagge e le montagne italiane. Non c’è località che abbia di che lamentarsi, salvo un tempo atmosferico ancora non eccezionale.La Liguria celebra un vero boom, le seconde case di cui è tempestata sono state quasi tutte riaperte; pure la Sardegna ha di che felicitarsi, nonostante il costo non sempre giustificato dei collegamenti con il continente. La Puglia è ormai diventata una meta sia di qualità che di quantità: da molto tempo nel Gargano, da un decennio pure nel Salento fin su a Monopoli. Adriatico e Versilia come al solito; sta tornando faticosamente sulla scena pure la Calabria che – nella costa alto-tirrenica – ha avuto per anni gravissimi problemi con depuratori non funzionanti e rifiuti versati in mare. Problema a quanto pare risolto.La montagna sta avendo un vero boom da qualche anno a questa parte. È diventata la meta numero uno di migliaia di sportivi di qualsiasi tipo, dalla mountain bike al trekking, dal parapendio alla canoa. Chi ha investito in infrastrutture in linea con le richieste della clientela, sta raccogliendo ottimi frutti.Infine i laghi – con quello d’Iseo che è letteralmente preso d’assalto da chi vuole camminarci sopra usando la struttura dell’artista bulgaro Christo – e le città d’arte, dove si vedono sempre di più occhi a mandorla.Certo: c’è chi invece sta andando maluccio, chi non vede tutto questo boom, chi si aspettava qualcosa di più o lo ha ottenuto a suon di offerte e sconti. Ma in linea generale (e salvo imprevisti) il 2016 dovrebbe dare soddisfazioni al comparto turistico italiano, forse la principale industria del Paese.Ma se c’è chi ride, è perché qualcuno sta piangendo. Il boom italiano è anche quello di una bella fetta di Mediterraneo. Non quella fetta, però, che invece ha visto sparire flussi turistici un tempo abbondanti. La Tunisia, ad esempio. La Turchia, dove le disdette piovono a dirotto. L’Egitto, ormai da tempo in crisi. E la ragione di questi crolli è da imputare alla serie di attentati che quasi ogni dì funesta quelle terre, dove spesso i turisti stranieri sono proprio i bersagli preferiti. Alla fine le compagnie aeree hanno cancellato i voli, le agenzie turistiche non vendono più pacchetti viaggio, le catene alberghiere muovono in ritirata, i charter non decollano. Una vera mazzata per economie non certo floride, che dal turismo ricevevano linfa vitale.E si registrano pure numeri in calo per un altro caposaldo del turismo europeo: la visita alle capitali. Parigi spaventa, molti hanno rinviato o cancellato. Londra pure, per diverse ragioni. Ma ogni metropoli viene vissuta con ansia dalla massa turistica. Meglio l’agriturismo in campagna, con cibo biologico, piscina e vista sulla città d’arte, che rischiare la vita per un viaggio “esotico”.