Chiesa
Il Vaticano celebra la giornata mondiale dell’acqua. Il card. Ravasi: ogni persona è acqua “parlante”
Oltre 800 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorno per diarrea causata da acqua e servizi igienico-sanitari non adeguati. E' quanto emerge dal rapporto Unicef lanciato in occasione della giornata celebrativa.
Quasi 600 milioni di bambini – 1 su 4 nel mondo – entro il 2040 vivranno in aree con risorse idriche estremamente limitate. Circa 663 milioni di persone nel mondo non hanno accesso a fonti adeguate di acqua e 946 milioni di persone defecano all’aperto; oltre 800 bambini sotto i 5 anni muoiono ogni giorno per diarrea causata da acqua e servizi igienico-sanitari non adeguati; le donne e le bambine impiegano globalmente 200 milioni di ore ogni giorno per raccogliere acqua. Sono alcuni dati emersi dal rapporto dell’Unicef “Thirsting for a Future: Water and children in a changing climate” in occasione della Giornata mondiale dell’acqua che si è celebrata mercoledì scorso. Anche il vaticano si è interessato alla celebrazione di questa giornata attraverso una conferenza, intitolata “Watershed”, sul tema della gestione idrica globale, che si è svolta al Centro Congressi Augustinianum. Il card. Gianfranco Ravasi,presidente del Pontificio Consiglio della cultura e la Commissione pontificia di archeologia sacra, è intervenuto all’incontro sottolineando i due volti legati al tema dell’acqua. “Da una parte ci sono i bambini senza acqua che implorano anche solo una goccia – ha sottolineato il cardinale – , e questo convegno poteva anche essere intitolato “gocce d’acqua” che sono da conservare attentamente, dall’altra parte c’è la generazione del futuro soprattutto nei Paesi arabi con lo sviluppo nasce questa insensibilità nei confronti dello spreco”. Per queste ragioni ha proseguito il card. Ravasi dobbiamo “essere capaci di non sprecare questo dono che è fondamentale e strutturale all’essere e all’esistere, dinnanzi a noi abbiamo un futuro che è il futuro del deserto, e deserto anche nel linguaggio della Bibbia stessa vuol dire morte”. Secondo il rapporto dell’Unicef, “i bambini più poveri e vulnerabili saranno quelli colpiti più duramente dall’aumento dello stress idrico, dato che sono milioni i bambini che vivono in aree con scarso accesso ad acqua pulita e servizi igienico-sanitari”. Il cardinale Ravasi si è rivolto ai partecipanti specificando che “ogni persona è acqua parlante, senza di essa non si potrebbe avere nessuna comunicazione. Interessarsi dell’acqua significa interessarsi delle persone”.