Il vento del Cosenza spira forte su Catanzaro

Roselli e i suoi calciatori espugnano Catanzaro dopo 66 anni. Ultimo successo nel 1950. 

Il Corsaro Roselli a bordo della Folgore Cosenza arremba l’altro vascello (oggi sembrav una goletta) Catanzaro. Lo fa con la tecnica e l’astuzia di un vero filibustiere. Prima aspetta la preda, l’ispeziona, la studia, e dopo con un colpo fulmieno la mette alle corde. Possiamo descrivere il successo del Cosenza di Roselli paragonandolo ad un tratto del romanzo “Corsaro Nero” famoso protagonista delle avventure di Emilio Salgari prendendo in considerazione il duello fra la Folgore e la nave spagnola. Partiamo. Primo tempo bloccato psicologicamente. Da ampo le parti si sentiva la tensione, ma soprattutto non c’era la condizione essendo la prima di campionatoo. Il Cosenza faceva densità serrando le fila e non permettendo alla compagine di Giulio Spader di imbastire una trama di gioco. Baccolo era bloccato e mai le Aquile si sono rese seriamente pericolose dalla zona di Perina. I Lupi cercavano di imporsi tramite le corsie laterali (Statella in primis) supportati da Mungo e dai due di centrocampo. Azioni che hanno avuto esito negativo. Solo sul finire dei primi 45 minuti, gli ospiti hanno avuto tre ghiotte occasioni per portarsi in vantaggio: prima Gambino (colpo di testa a lato di poco), D’Anna (palla in corner) e di nuovo Gambino (alta di poco). Come quando il Corsaro Nero, di notte, navigava intorno alla nave di linea spagnola aspettando una qualche reazione o iniziativa.

Ritornati dagli spogliatoi, i Lupi si sono lanciati contro la preda. Il finale di primo tempo è stato il preludio alla razzia rossoblù. I Roselli boys sono stati arrembanti. L’arma letale, i calci piazzati. Tutti e tre i gol sono nati da calci di punizione e da calcio d’angolo. Su corner i primi due di Caccetta e Gambi-gol e da calcio di punizione il terzo di Caccetta. Tutti sotto la Tribuna Est occupata dal Cosenza. La squadra di Roselli ha sorpreso gli avversari aggredendoli immediatamente dopo il fischio del direttore di gara. Il Catanzaro non è riuscito a ergere un muro di protezione alla sua porta. Incapace di reagire, succube della condizione a pezzi, tecnica latente e della forte tensione che regna nell’ambiente, dopo la cacciata di Erra e una campagna acquisti deludente, la squadra di Spader  non è stata in grado nemmeno di tentare di riprendere l’inerzia della gara. La Folgore Cosenza ha speronato il Catanzaro abbordandolo e saccheggiando tutto il bottino all’interno della stiva. Tre gingilli d’oro. I filibustieri rossoblu hanno sconfitto nettamente gli avversari i quali non hanno dimostrato, però, l’unica eccezione con il racconto di Salgari, lo stesso valore degli spagnoli che si sono battuti fino alla fine ricevendo il tributo del Corosaro Nero.

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