Il Vescovo ha incontrato i giornalisti

Con le parole di Papa Francesco gli auguri agli operatori dei media: la Speranza non delude

Mons. Giovanni Checchinato ha aperto le porte della propria abitazione ai giornalisti in vista del Santo Natale. 

“È sempre importante potersi guardare negli occhi come stiamo facendo in questo momento. Il tempo del Natale è caratterizzato da una teologia che ha duemila anni, quella dell’evangelista Giovanni, che ci ha regalato il prologo bellissimo: in principio era la Parola”. 

“Ogni giornalista – il consiglio dell Pastore – dinanzi a questa espressione dovrebbe sussultare. La Parola, che è riferita al verbo di Dio, è al principio della nostra esistenza, perché al principio c’è la relazione”. 

I giornalisti, “che per professione siete chiamati a utilizzare la parola per promuovere la relazione, siete con questa intenzione chiamati a celebrare il Natale”.

Il pensiero del vescovo Giovanni va al Giubileo, “il valore aggiunto del Natale 2024”. “L’anno santo ruota attorno alla espressione scelta da papa Francesco. L’anno santo può essere l’occasione per far crescere la speranza”. Anche se “non è semplice, né scontata. Essa accresce la fede e la carità, anzi non delude, come ci dice il Papa”. 

Non delude, anche in un tempo di guerra come quello che stiamo vivendo. “I focolai di guerra sono un carico molto negativo i questo Natale. Eppure la liturgia ci parla del principe della pace”. La guerra, però, “è sempre una sconfitta per tutti, la pace il luogo di una nuova realtà”.

Il Giubileo è un dono che viene dal Primo Testamento. “Un’utopia bellissima”, la definisce mons. Checchinato, “un’utopia possibile perché recupero di quel” in principio di Dio”. 

Il pensiero del Vescovo va all’attualità. “I Paesi sviluppati utilizzano più di due terzi dei beni del mondo e sempre più persone si devono accontentare delle briciole, se mai gli arriva. Per questo il, Giubileo deve ritrovare questa dimensione sociale. È il significato di un impatto sociale radi alé, ci deve ricordare che noi non siamo proprietari del mondo, ma solo usufruttuari, è di Dio che è Padre di tutte e di tutti”. 

Questo esige superare la logica dell’ “homo oeconomicus”, la logica dello scarto. 

Dall’aspetto sociale all’insegnamento della Scrittura. Il pensiero del vescovo Giovanni va al discorso di Gesù nella sinagoga, descritto dal vangelo di Luca, quando il Signore apre il rotolo del libro, legge il passo del profeta Isaia e accredita a sé il messaggio del Profeta. “L’anno di grazia” di Isaia diventa definitivo in Cristo, quando “si adempie la Scrittura”. “L’anno santo è evangelizzare i poveri. Cambiamo prospettiva: pensiamo di sapere in precedenza ciò do cui i poveri hanno bisogno. Ascoltiamoli. Potete far sentire la vostra voce”. Gesù proclama “la libertà agli schiavi. Quelli che con i soldi pensano di poter comprare tutto o che sono vittima da ogni forma di dipendenze. Per questo l’anno santo è l’occasione per aiutarci a vivere una libertà più evidente”. “Ridare la vista ai ciechi”, è invece un compito proprio del giornalista. “Siate oggettivi, corretti nell’informazione, aiutate le persone ad acquisire un senso critico”. Da ultimo, “la liberazione dall’oppressione”. Il presule si domanda: “qui a Calabria, a Cosenza, soprattutto nelle aree interne, spesso poco fornite dalle strade, dove magari non c’è medico o un assistente sociale, dove ci sono pluriclasso e quindi pochi scolari, tutto questo non è oppressivo per coloro i quali scelgono cinque di abitarvi?”. 

Mons. Checchinato però guarda al territorio con speranza. “Forse dobbiamo solo raccontarci di più e meglio”. “Troviamo luoghi, tavoli per crescere insieme, cercare soluzioni. Passo dopo passo comprendiamo cosa significa questo Giubileo, che è davvero per tutti”.