Cultura
In 70 per il David di Donatello
Tra le pellicole in corsa, fiore all’occhiello dell’industria cinematografica locale, si nota la presenza di “Racconto Calabrese”, una pellicola che di calabrese ha molto più del titolo.
La selezione di film italiani che concorre al David di Donatello del 2017 abbraccia un ampio carnet di proposte: oltre settanta produzioni che affrontano gli argomenti più disparati. Da temi di bruciante attualità come il dramma del precariato giovanile, a commedie romantiche e introspettive. Tra queste, fiore all’occhiello dell’industria cinematografica locale, si nota la presenza di “Racconto Calabrese”, una pellicola che di calabrese ha molto più del titolo. Sì perché, prima di tutto, calabrese è il regista esordiente e produttore Renato Pagliuso, che decide di ambientare il suo lavoro tra gli scorci paesaggistici più suggestivi della nostra regione e in uno dei suoi borghi più caratteristici, Morano. A lui si affianca una troupe di eccellenze nostrane, oltre ad affermati interpreti stranieri come Robert Woods. Sono gli attori Paolo Mauro, Marco Silani, Mimma Magurno e Pino Porcasio, la costumista Mariagrazia Aiello, il fonico Gianfranco Tortora (solo per citarne alcuni). E, da non dimenticare, il musicista Francesco Perri, cosentino doc, con alle spalle una luminosa carriera di successi e numerose collaborazioni con prestigiose associazioni sparse per tutto il Paese. Le musiche del film da lui ideate gareggiano autonomamente al David per la categoria canzone originale, spalleggiate dalla nomination per migliore sceneggiatura originale, produzione e regista esordiente data a Pagliuso. Il lungometraggio racconta la vita di Pasquale e Nicola, l’uno duramente provato da una dipendenza dal gioco d’azzardo che lo ha ridotto al verde, l’altro, ingiustamente accusato di molestie sessuali. Quando si ritroveranno, i due amici partiranno alla volta di un viaggio vissuto come ultima chance per liberarsi dal fardello del passato e redimere le proprie colpe. La cerimonia di premiazione è prevista per il prossimo 18 febbraio. Indipendentemente dal risultato, a Pagliuso e alla sua squadra va il merito di avere riportato sul grande schermo l’immagine di una Calabria alternativa. Non quella della ‘ndrangheta e dell’illegalità, ma una terra che si nutre di valori autentici: la famiglia, l’amicizia, l’attaccamento alle proprie origini.