In Diocesi sospesi il ruolo di padrino e madrina nel Sacramento della Cresima

Dal 1 gennaio 2022 sospesi ad experimentum il ruolo di padrino e madrina nel Sacramento della Cresima

Con un Decreto Arcivescovile monsignor Francesco Nolè ha sospeso per un triennio il ruolo dei padrini e delle madrine per la Cresima nella nostra Arcidiocesi, dopo aver recepito le istanze e le riflessioni dei parroci e del laicato delle parrocchie.

I vicari episcopali degli ambiti interessati (Liturgia, catechesi e Nuova evangelizzazione) hanno scritto una Lettera ai parroci e ai fedeli per illustrare il percorso che porterà alla ridefinizione di tale importante ruolo ecclesiale.

 

Questo il testo della lettera

 

“Sono state tante le sollecitazioni e le riflessioni venute dai presbiteri e dai laici che ci hanno aiutato a prendere insieme coscienza dell’indebolimento e dell’impoverimento del ruolo dei padrini e delle madrine nei Sacramenti dell’Iniziazione cristiana.

L’Arcivescovo è giunto quindi alla decisione pastorale di sospendere ad experimentum (per un triennio) il ruolo di padrino e madrina nelle Cresime. Questa decisione è stata condivisa con gli organismi diocesani di comunione (Consiglio dei Vicari, Consiglio Presbiterale, Consiglio Pastorale Diocesano).

Il decreto dell’Arcivescovo, per la nostra Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, andrà in vigore dal 1° gennaio 2022 e non sono ammesse deroghe.

Obiettivo di questa sospensione è dare l’occasione alle famiglie, alle comunità cristiane, ai catechisti e agli educatori di riflettere sui criteri di scelta di queste particolari figure che hanno tre importanti funzioni nella tradizione cristiana: accompagnare e sostenere il ragazzo, testimoniare la fede della Chiesa, svolgere un servizio di fede, amore e speranza cristiana.

In questo triennio sarà dunque fondamentale fornire delle proposte formative indirizzate a tutti su questo tema; è però certamente indispensabile cominciare a formare i padrini del Sacramento del Battesimo che continueranno a svolgere questo importante servizio ecclesiale e di accompagnamento. Un piccolo percorso di riscoperta di questo ruolo potrebbe essere inserito nella fase immediata di preparazione dei genitori al sacramento, che non dovrà ridursi solo alle prove e alla spiegazione del rito, ma potrebbe rivelarsi un’importante occasione di evangelizzazione.

Andrà ribadito che quanti sono chiamati a fare da padrino e madrina del Battesimo si impegnano a vivere il Vangelo: assumere questo ruolo è una scelta di vita.

È qui che entra in campo la responsabilità dei genitori che chiedono a parenti ed amici di fare da padrini: i criteri che muovono della proposta devono essere illuminati dalla fede. Questo particolare ministero non può essere sovrapposto al compito dei genitori, dei nonni o dei fratellini un po’ più grandi.

Ricade però anche sui parroci la responsabilità di formare le comunità, aiutando a superare visioni e scelte personali, soprattutto se vanno al di là delle indicazioni della Chiesa: non si può agire per amicizia o per non scontentare questa o quella famiglia.

Cogliamo l’occasione per ricordare quanto prescritto dalle norme liturgiche (e dal bisogno di unità dei comportamenti) che per il Battesimo è richiesto un padrino e una madrina, oppure un solo padrino o una sola madrina; non sono ammessi due padrini o due madrine.

Al parroco e ai catechisti spetta il compito di educare la comunità e far passare con chiarezza queste indicazioni;

Perché questa scelta ecclesiale produca gli effetti sperati è necessario l’impegno e la buona volontà di tutti. Non basterà dare gli avvisi: come già detto, sarà necessario creare occasioni di formazione nella comunità per spiegare la scelta e riflettere.

Nei prossimi mesi metteremo a disposizione anche dei Sussidi per la nostra Arcidiocesi e proporremo occasioni formative con esperti di sacramentaria e pastorale, sia per i sacerdoti che per i catechisti dei Sacramenti dell’Iniziazione cristiana”.