La Chiesa è giovane e missionaria

Nella chiesa di Sant’Antonio a Rende il tradizionale appuntamento di preghiera e testimonianze

La missione della Chiesa è quella di allargare gli spazi della carità fino agli estremi confini della terra. Questo il “motto” di papa Francesco pronunciato nel videomessaggio in occasione dell’apertura ufficiale  dell’assemblea delle Pontificie opere missionarie. Questo il cuore della Giornata Missionaria Mondiale che quest’anno ha scelto come tema: “giovani per il Vangelo”. Un’occasione per pregare e ricordare come e quanto la Chiesa debba ancora impegnarsi per annunciare la buona novella a partire proprio dall’entusiasmo e dalla freschezza che i giovani hanno come loro caratteristica principale. Giovani che con le loro storie e l’animazione dei momenti di preghiera sono stati i protagonisti della tradizionale veglia di preghiera diocesana promossa dal Centro Missionario. Ad ospitare il momento di comunione la chiesa di Sant’Antonio a Commenda che, nella serata di sabato scorso, ha accolto i fedeli della diocesi per ricordare quanto la missione debba essere sempre al centro della vita dei cristiani. Allora preghiera e testimonianze, a partire dal videomessaggio che il neo direttore dell’Ufficio Missionario don Victor Velez Loor, ha raccolto da don Battista Cimino – missionario fidei donum della nostra diocesi in Kenya – che ha sottolineato ancora una volta l’importanza della missione come strumento per superare le diversità e riconoscersi figli di uno stesso Padre.

A lui hanno fatto eco le parole di Gianluca e Francesca, sposi e genitori di quattro figli, che si sforzano di testimoniare ed annunciare l’amore di Dio nonostante le fatiche che ogni giorno la vita riservi a ciascuno. E dall’esperienza familiare si è passati poi ad ascoltare quella fatta da Teresa in sudamerica, grazie a un campo lavoro promosso da Nuovi Orizzonti in una cittadina vicino Fortaleza. Quasi a fare sintesi dei momenti di testimonianza è arrivato il simpatico siparietto messo in scena da alcuni scout che, zaino in spalla, discorrevano su cosa sarebbe stato necessario mettervi dentro prima di partire. Partenza, voglia di annunciare, che è stata anche il cuore della meditazione di don Pasquale Traulo che, nella riflessione conclusiva, ha sottolineato come la “preghiera deve essere lo stimolo per diventare missionari prima verso noi stessi e poi verso gli altri, perché nessuno può dare quello che non ha, che non ha sperimentato prima su se stesso”. Così stimoli e preghiera si sono trasformati nelle parole scritte sui post-it consegnati ai partecipanti alla veglia sui quali ciascuno ha espresso il proprio proposito missionario da unire insieme agli altri come segno di speranza per una Chiesa che ci vuole strumenti operosi dello Spirito Santo.