Editoriali
La divina misericordia, San Tommaso e il Signore Gesù
Nessuno di noi può dire di non essere san Tommaso, nessuno di noi può contraccambiare la fedeltà di Dio. In nostro soccorso interviene proprio la misericordia di Dio.
Ai tanti san Tommaso che siamo, stretti dalle tribolazioni del tempo presente (1Ts), quasi incapaci di fidarci di un dio così strano che permette il male (Rm); a noi, che non riusciamo spesso a credere se non mettiamo le mani nelle piaghe della storia, ecco proprio a noi giunge la divina misericordia di Dio.
Nessuno di noi può dire di non essere san Tommaso, nessuno di noi può contraccambiare la fedeltà di Dio. In nostro soccorso interviene proprio la misericordia di Dio, la cui festa, nel ventesimo anniversario della canonizzazione di Santa Faustina Kowalska, si fa portatrice di un nuovo messaggio di speranza; in input oggi più che mai necessario, nella prova del nostro secolo.
La misericordia – ci insegna il nostro amato papa Francesco – “è il nome di Dio”. Dio ama e vuole introdurre ciascuno di noi in quella confidenza con l’amore che non significa non cadere mai, ma avere la forza di rialzarci con Cristo. Abbiamo adorato e contemplato da pochi giorni la croce del Signore, quel patibolo glorioso e ignominioso sotto il quale Cristo cadde. Evidenzia J. Ratzinger che nessuno può pretendere dall’uomo la stessa fedeltà che il Signore ha verso di noi. Il limite del peccato è un macigno che, senza la grazia di Dio, diventa insopportabile, inestricabile.
Ma – a nostro vantaggio (Fil) – interviene il sacrificio vicario di Cristo, il quale, “pietra scartata dai costruttori, è diventata testata d’angolo”; il Signore è venuto a smussare gli angoli di peccato per purificarli con il suo amore. Con pazienza, dopo le nostre cadute, attende che ritroviamo il coraggio di mettere le mani nel suo costato. Non ne uscirà materialmente, come nel secolo I, “sangue e acqua”, ma la sorgente della vita vera, la certezza del suo abbraccio, l’abluzione per la nostra dignità.
Sperimentare la divina misericordia, allora, è prendere confidenza con Cristo stesso, “il quale passò beneficando tutti quelli che erano sotto il potere delle tenebre” (At), è un po’ sentirsi dire: “perché hai veduto hai creduto” (Gv).
Prima che ce la facciamo, Signore, ascolta la nostra preghiera: “per la Sua dolorosa passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero”.