La Francia, la guerra e il fascismo in ”Amore nel tempo dell’odio”

È sicuramente “la pericolosità dei tempi”, come scrive padre Enzo Fortunato - direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi - nella sua introduzione, una delle chiavi di lettura per “Amore nel tempo dell’odio” (Fuorilinea, 171 pagine), di Paolo Tordi, che ha alle spalle una lunga carriera di manager industriale e di scrittore. I tempi difficili e perigliosi sono quelli della Francia appena entrata in guerra e destinata ad essere presto occupata dalle truppe naziste.

“Al patriottismo si mescolano i sentimenti primordiali. Il timore, la spavalderia, il tornaconto. Non sono pochi a pensare che la propria vita meriti di essere salvaguardata da eventi che non si possono controllare”.È sicuramente “la pericolosità dei tempi”, come scrive padre Enzo Fortunato – direttore della Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi – nella sua introduzione, una delle chiavi di lettura per “Amore nel tempo dell’odio” (Fuorilinea, 171 pagine), di Paolo Tordi, che ha alle spalle una lunga carriera di manager industriale e di scrittore. I tempi difficili e perigliosi sono quelli della Francia appena entrata in guerra e destinata ad essere presto occupata dalle truppe naziste, quelli in cui il pericolo suggerisce ad alcuni scappatoie e scorciatoie: una Francia divenuta terra d’accoglienza di combattenti in altre guerre da poco terminate, come quella di Spagna, di esuli dal fascismo o semplicemente di gente attirata dalla particolare e fascinosa aura che già a fine Ottocento aveva richiamato i più grandi artisti, scrittori e intellettuali dell’intero pianeta. Attrae anche una strana coppia, la figlia di nobili possidenti e il pittore che l’ha sedotta e coinvolta in una fuga a metà tra il sentimentale e il politico. Perché l’artista è misteriosamente coinvolto in una storia forse più grande di lui, in cui si incrociano affetti, spie, artisti, gerarchi, cantanti e quella atmosfera spensierata e fatale ad illudere che tutto potesse continuare come prima, anche se quel prima era finito da tempo.Tordi ci fa vivere, usando un tono lievemente e ironicamente retrò, una storia in cui l’Italia fascista, quella ufficiale e quella dei paesi in cui tutto sembra fermo al medioevo, fatta eccezione per la presenza dei gerarchi, entra in contatto con la realtà. Con un mondo che era diverso da quello descritto dai media di regime. Il fascismo e i suoi oppositori, Vaticano e nobiltà latifondista, semplici paesani e monsignori di campagna fanno da quinta ad una storia d’amore apparentemente già vista e sentita, e che però, nei modi che ovviamente non sveleremo al lettore, cela alcune sorprese.L’autore racconta, miscelando gli statuti narrativi del giallo, del noir, del romantico e del romanzo storico, di come la realtà, anche e soprattutto quella dei periodi di crisi mondiale (chi ha orecchie per intendere intenda), complichi alcune cose ma paradossalmente contribuisca a chiarirne altre: la coerenza degli ideali, ad esempio, o la forza degli affetti. Il narratore non separa ingenuamente, non costruisce a tutto tondo, è dentro la storia ma di quando in quando lancia amabili frecciatine ai suoi stessi personaggi, tanto per marcare una distanza temporale, più che ideologica o morale, come a dire che se sei dentro una storia difficilmente la puoi vedere anche da fuori.Colpisce anche il messaggio che viene dalla Parigi alle soglie della disfatta, il fascino ambiguo di una vita tra il divertissement, la politica e l’arte, tra Guernica e il charleston: “Sembra che tutto ruoti intorno all’arte, alla letteratura, al giornalismo, alla politica. E tutti si sentono artisti. Le difficoltà quotidiane, la vita di tutti i giorni con le sue miserie e le sue banalità sono allontanate dai bicchieri di vino e di liquori che sono bevuti senza sosta. Un mondo d’illusione”. Come non pensare, fatte le dovute e riguardose distinzioni, ai dorati personaggi di Scott Fitzgerald, che continuano a ballare, non solo metaforicamente, su una nave che sta per affondare, quella degli Usa in balìa della Grande Depressione o quella di un’Europa pronta a sprofondare nell’incubo?Tordi ci presenta campagna italiana, vita quotidiana durante il fascismo e gioventù dorata parigina con uno sguardo insieme complice e severo, permettendoci di rivivere una parte del cammino d’Europa conosciuto solo parzialmente e unicamente attraverso la Macro-storia dei grandi eventi e non attraverso il vissuto – e la sofferenza – della gente.