La memoria della Misericordia di Dio

Il sacerdote calabrese ci racconta dell'attività del primo tribunale vaticano e del suo ruolo. Una storia lunga e ricca, che continua ancora oggi

a Penitenzieria apostolica è “la memoria storica della misericordia di Dio”. “Sono proprio le tracce nella storia di questa “azione medicinale” dell’amore misericordioso di Dio sulle ferite provocate dal peccato dell’uomo che la Penitenzieria Apostolica ha il compito di annunciare e testimoniare”

Don Alessandro Saraco, sacerdote del clero di Crotone, è officiale archivista presso la Penitenzieria apostolica. Un lavoro prezioso, in uno degli organismi più importanti della Santa Sede. Lo abbiamo intervistato

Aprendo la home page del sito della Penitenzieria appare la notizia di un decreto generale per l’anno della vita consacrata. Cosa significa? In pratica, qual è il compito della Penitenzieria apostolica?

Il Santo Padre Francesco, come sappiamo, ha indetto l’Anno della Vita Consacrata come un’occasione affinché tutti i membri del popolo di Dio ringrazino il Signore, dal quale proviene ogni bene, per il dono della vita consacrata, valorizzandola in maniera conveniente. Questo anno, nelle intenzioni del Papa, vuole essere anche una esortazione per i religiosi e le religiose a “svegliare il mondo” attraverso la professione dei consigli evangelici, fondamento e riferimento ultimo della vita e missione di ogni autentica vocazione. Pertanto, la concessione dell’Indulgenza Plenaria da parte della Penitenzieria Apostolica – che è il Dicastero della Curia Romana a cui è demandato, per conto del Santo Padre, quanto concerne la concessione e l’uso delle indulgenze – ha come scopo l’incremento spirituale degli Istituti religiosi e intende offrire ai fedeli di tutto il mondo una felice occasione di corroborare la Fede, la Speranza e la Carità, in comunione con la Santa Chiesa.

Cos’é un’indulgenza?

L’Indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, che il fedele debitamente disposto e a determinate condizioni (distacco da peccato, sincero pentimento, confessione sacramentale, comunione eucaristica, preghiera per le intenzioni del Papa) acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi.

La storia della Penitenzieria è lunga e ricca. Se dovesse indicare i momenti principali di essa, in sintesi, cosa porrebbe in rilievo?

La Penitenzieria Apostolica è il primo Tribunale e il più antico Dicastero della Curia Romana. Fonti storiche attestano alla fine del XII secolo la presenza del “poenitentiarius papae”, il cardinale delegato dal papa per l’ascolto delle confessioni e per risolvere casi complicati di coscienza. L’esistenza di formulari di suppliche e di lettere, riconducibili al XIII e XIV secolo, dimostra il funzionamento di un ufficio che già a quel tempo soleva registrare i documenti emessi. Il ventaglio dei casi riferibili alle facoltà del dicastero era quindi pressoché sterminato. Poteva ricorrere alla Penitenzieria per ottenere le assoluzioni dalla scomunica chi aveva commesso infrazioni legate all’eresia e alla lesa maestà papale mentre erano rilasciate le grazie ai falsari di documenti pontifici e agli usurai o a coloro che violavano la clausura dei monasteri femminili e avevano rapporti carnali con le monache. Alla Penitenzieria ci si poteva anche rivolgere per essere sciolti dall’obbligo di adempiere determinati voti e di commutarli in altre opere pie, per essere liberati da giuramenti estorti, per essere assolti dal reato di spergiuro o da sentenze speciali in rapporto al mancato pagamento di debiti. In relazione alle questioni della disciplina monastica si ponevano anche le licenze rilasciate a donne che desideravano entrare in determinati conventi femminili di clausura per pregare o sottoporsi agli esercizi di flagellazione della carne, nonostante il divieto assoluto sancito dalla legge. Altri generi di licenza permettevano poi agli oratori di recarsi in pellegrinaggio nei luoghi santi della cristianità situati in partibus infidelium, così come di udire o di celebrare messa in luoghi sottoposti ad interdetto. A loro volta, coloro che lo avevano fatto senza esserne autorizzati potevano ricevere l’assoluzione. Fra le dispense erano infine richieste in buon numero quelle che permettevano di alleviare la durezza dei digiuni prescritti dal calendario ecclesiastico di consumare carni e latticini durante la quaresima. A ciò si aggiunga che, la Penitenziera estendeva le proprie competenze anche nei riguardi dei non cristiani, e specificatamente degli ebrei. Questo ampio raggio di facoltà e concessioni accordate alla Penitenzieria Apostolica fu limitato drasticamente quando nel 1569 Pio V (1566-1572) portò a compimento una radicale riforma e ridusse il campo di attività dell’ufficio, circoscrivendolo quasi esclusivamente alla trattazione dì materie di Foro interno.

A chi è rivolta la competenza della Penitenzieria? Quando e perché incide sulla vita e la pratica del culto dei fedeli?

Attualmente la competenza della Penitenzieria si riferisce alle materie che concernono unicamente il Foro interno – cioè l’ambito intimo dei rapporti tra Dio e il fedele – e le Indulgenze. Per il Foro interno, sia sacramentale che non sacramentale, essa concede le assoluzioni, le dispense, le commutazioni, le sanzioni, i condoni e le altre grazie. La stessa provvede che nelle Basiliche patriarcali dell’Urbe ci sia un numero sufficiente di penitenzieri, dotati delle opportune facoltà. I delitti canonici che cadono sotto la sua competenza sono cinque: la profanazione delle sacre Specie eucaristiche (cfr, can. 1367 del CJC); la violazione diretta del sigillo sacramentale (cfr. can. 1388 del CJC); l’assoluzione del complice da un peccato contro il sesto comandamento del Decalogo (cfr. can. 1378 del CJC); l’aggressione fisica alla persona del Romano Pontefice (cfr. can. 1370 del CJC); la consacrazione di un Vescovo senza il mandato pontificio (cfr. can. 1382 del CJC). detti delitti vengono puniti con una scomunica latae sententiae, cioè una pena nella quale si incorre automaticamente per il solo fatto di commettere il delitto la cui assoluzione o perdono è riservata alla Sede Apostolica. La Penitenzieria Apostolica, altresì, può concedere dispense dalle irregolarità per ricevere i Sacri Ordini ed anche per esercitarli una volta ricevuti, quando la causa di esse non sia un fatto di pubblica conoscenza. Inoltre, la Penitenzieria può concedere la grazia della sanazione di un matrimonio contratto invalidamente quando, per motivi giustificati, sia conveniente farlo nel foro interno e può stabilire una riduzione degli obblighi di messa al sacerdote che, avendo ricevuto un certo numero di messe, si trova impossibilitato a celebrarle.

Qual è il suo ruolo nel Dicastero?

Il mio servizio all’interno del Dicastero è anche quello di officiale addetto all’archivio storico che, dal 18 novembre 2011, è aperto alla consultazione degli studiosi. Dalla sua apertura ad oggi ben 60 studiosi di diverse nazionalità hanno consultato il ricco patrimonio documentario ivi custodito per un totale di circa 500 accessi giornalieri. Il documento più antico oggi conservato risale al 1410. Si tratta del primo registro della serie dei Registri Matrimonialium et Diversorum, che copre l’ultimo mese di pontificato di Alessandro V, aprile 1410, e l’intero primo anno di Giovanni XXIII fino al 24 maggio 1411, entrambi anti-papi, oltre naturalmente il breve periodo di venti giorni di “Sede Vacante” dal 4 al 24 maggio 1410.

Da un punto di vista tecnico, i documenti in archivio sono conservati solo in modalità cartacea o è stata prevista un’operazione digitale?

La maggior parte delle serie consultabili sono conservati in modalità cartacea, mentre la serie dei Registri Matrimonialum et Diversorum è possibile consultarla su supporto informatico e digitale.

Fabio Mandato