La Misericordia è il ponte tra islam e cristianesimo

Alla Pontificia Università Lateranense una tavola rotonda con docenti dell’Università iraniana di Qom in dialogo sul tema della misericordia alla vigilia del Giubileo. L’incontro è l’ultimo passo di un cammino intrapreso ad aprile quando il rettore monsignor Dal Covolo ha siglato un accordo di alleanza culturale con l’ateneo iraniano. “Occorre guardarci negli occhi - ha detto il rettore - e scoprirci uomini e donne in cerca di Dio e dei suoi sentieri di Pace”.

Un confronto culturale a tutto campo tra docenti dell’Università iraniana di Qom e docenti della Pontificia Università Lateranense sul tema della misericordia nella tradizione cristiana e islamica. È quanto è avvenuto a Roma nella sede della Lateranense. Docenti musulmani e cattolici si sono confrontati sul tema della misericordia “nella Bibbia e nel Corano”, nel diritto e nella filosofia.

La conferenza avviene all’indomani delle stragi di Parigi. Il presidente iraniano Hassan Rohani ha definito gli attacchi terroristici del 13 novembre “crimini contro l’umanità”. E il rettore dell’Università Pontificia monsignor Enrico dal Covolo sottolinea: “Proprio in questi giorni di dolore per i gravi fatti di Parigi siamo sempre più convinti della necessità di alimentare un dialogo costruttivo con l’Islam. Occorre guardarci negli occhi e scoprirci uomini e donne in cerca di Dio e dei suoi sentieri di Pace. Questo vale soprattutto alla vigilia del Giubileo della Misericordia”. “Mentre nel mondo c’è chi vuole seminare terrore prendendo in ostaggio un Dio che non è mai terrore e morte, noi prendiamo il sentiero della libertà approfondendo con l’Islam la misericordia che unisce popoli e culture diverse”.

Lo scorso aprile, monsignor Dal Covolo ha siglato un accordo di alleanza culturale tra l’ateneo iraniano di Qom e la Pontificia Università Lateranense. L’intesa ha già avuto una prima tappa significativa dal 30 ottobre al 5 novembre, quando la Lateranense ha ospitato un gruppo di studenti sciiti guidandoli alla conoscenza di Roma cristiana e offrendo occasioni d’incontro. La tavola rotonda sulla misericordia è la continuazione di un cammino di dialogo culturale ben avviato. “È un cammino – ha detto monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione – che porta al confronto per trovare punti d’incontro. Non sarà un cammino fatto in solitudine ma un percorso fatto insieme perché solo insieme possiamo contribuire allo sviluppo e al progresso della pace nel mondo di oggi”.

Fisichella ha quindi sottolineato l’importanza della stretta correlazione tra fede e ragione nel dialogo tra le religioni. “C’è bisogno – ha detto – che le religioni sappiano confrontarsi con la forza della ragione e non tolgano alla religione la forza che essa possiede. “Fede e ragione sono le due ali attraverso le quali le persone possono raggiungere la verità”.

Sono risuonate anche le parole di Papa Francesco che nella bolla di indizione del Giubileo al numero 23, dice: “La misericordia possiede una valenza che va oltre i confini della Chiesa. Essa ci relaziona all’Ebraismo e all’Islam, che la considerano uno degli attributi più qualificanti di Dio”. Il professore Mohammad ali Shomali, direttore del Centro islamico d’Iran a Londra, conferma: nel Corano per ben 600 volte si parla della misericordia e tutte le sure – tranne la numero 9 – cominciano con il dare a Dio il nome di “Rahman” e “Rahim”. Per due ore intense, docenti cristiani e islamici hanno messo a confronto i testi sacri del Corano e del Vangelo, i fondamenti del diritto e le riflessioni filosofiche nelle due tradizioni. L’incontro si è concluso con il professore Giulio d’Onofrio che ai relatori iraniani presenti ha letto stralci del Paradiso di Dante Alighieri. La cultura è l’altra strada da percorrere per sconfiggere il terrore dell’estremismo. I docenti della Qom e della Lateranense hanno dato testimonianza che “dialogare non solo è possibile ma è anche necessario. E il Giubileo della misericordia apre una finestra d’incontro essenziale perché Islam e Cristianesimo, Vangelo e Corano coincidono su un punto essenziale della loro fede, e cioè sull’amore infinito di Dio per l’umanità”.