Territorio
La pianista Ingrid Carbone ammalia il suo pubblico a Villa Rendano
Un nuovo successo per il Museo Consentia Itinera al secondo appuntamento con le "Sere d'estate"
Quando il talento musicale supera nella sua resa ogni altro suono, non ci sarebbe bisogno di aggiungere altre parole per vivere l’esperienza di “un sogno d’amore in una notte di mezza estate” in musica. Questo, però, non è il caso della pianista d’origini bruzie, Ingrid Carbone, che ha riformulato tale concetto dando vita a un viaggio introspettivo, bibliografico, emozionale e stabilendo un’intima relazione tra narrazione e strumento.
E così ieri sera, durante il secondo appuntamento con le “Sere d’estate” nel giardino di Villa Rendano, location quanto mai significativa in tale occasione, i presenti hanno potuto fruire dell’esperienza di una conversazione-concerto. E ciò è avvenuto proprio grazie al timbro di voce evocativo e suadente della Carbone la quale ha raccontato, nota dopo nota, la profondità celata in armonie e trame di melodie, altrimenti nascoste ai più, e partorite dalle viscere di artisti del calibro di Franz Schubert o di Franz Liszt.
Molti gli aneddoti, frutto di attente e accurate ricerche, che hanno letteralmente travolto l’uditorio; racconti che – come ha affermato con decisa fierezza la pianista cosentina – non si trovano in nessuna enciclopedia in rete. Per cui è stato possibile, in un crescendo, accendere le fantasie dei presenti che hanno cercato di immaginare la genesi di brani composti da Shubert, come Momenti Musicali (op. 94 n. 1 in do maggiore Moderato) o l’Improvviso (op. 90 n. 2 in mi bemolle maggiore Allegro), sino a rapire letteralmente i sensi nell’ascolto del Notturno (Sogno d’Amore).
La pianista, pluripremiata in ambito nazionale e internazionale, ha voluto omaggiare la sua terra suonando, in chiusura, la Leggenda n. 2, composta da Franz Liszt, intitolata San Francesco da Paola che cammina sulle onde, che descrive in musica il miracolo del Santo paolano nell’attraversare lo Stretto. Si tratta di un’autentica perla, poco conosciuta dal grande pubblico, che ha quasi avuto l’impressione di salpare assieme a Francesco, in piena tempesta, per arrivare sino alle coste della Sicilia “a bordo del suo mantello”; complice anche un impertinente venticello, insistente e fresco, che sin dai primi tocchi sulla tastiera nati dalle dita del maestro Carbone per questo brano, ha contribuito nel processo di immedesimazione, proiettandoci tutti verso altre coordinate spazio-temporali. Una serata incantevole, dunque, che sancisce un nuovo successo per Anna Cipparrone e per il “Museo Consentia Itinera” da lei diretto.