Cultura
La ricerca sulle fonti musicali. Incontro all’Archivio di Stato di Cosenza
Al termine della presentazione del volume "La ricerca sulle fonti musicali in Italia e il ruolo dell'associazionismo regionale", il concerto dell'ensamble Ancillae Domini
Come preservare e studiare l’immenso patrimonio musicale? Nasce dall’idea di dare risposta a queste domande l’Ibimus, l’Istituto di bibliografia musicale nato il 1988 nel Lazio. Da lì un proliferare di sedi regionali pensate proprio per portare alla luce il patrimonio custodito nelle diverse istituzioni del territorio. “L’Istituto Ibimus è nato negli anni ’80 da Giancarlo Rostirolla sotto la spinta di iniziative culturali proposte dai diversi governi che si sono succeduti. L’obiettivo- spiega Francesco Paolo Russo, presidente dell’Ibimus calabrese- è lo studio, la valorizzazione e la catalogazione delle fonti musicali. Il volume ‘La ricerca sulle fonti musicali in Italia e il ruolo dell’associazionismo regionale’ presentato ieri presso l’Archivio di Stato di Cosenza, nasce per festeggiare i 30 anni dell’Ibimus e costituisce una panoramica che parte dalla Calabria e raggiunge tutte le altre regioni per dare uno stato dell’arte per la ricerca sulle fonti musicali e una prospettiva concreta di quella che potrebbe una nuova interpretazione riguardo alle fonti musicali. Contenente gli atti di un Convegno che si è tenuto il 2018 a Capo Vaticano, i contributi riguardano tutte le regioni d’Italia. “Ci siamo rese conto che la Calabria, pur avendo un intenso lavoro da parte dell’Ibimus, si trova in una condizione di ritardo rispetto alle altre regioni d’Italia, dove le fonti musicali sono state catalogate, censite e digitalizzare grazie al contributo di enti pubblici e università”, ha spiegato Maria Paola Borsetta, che insieme a Francesca Maria Raso ha curato il volume. Il Convegno è la dimostrazione di quanto fu fatto nelle diverse regioni, in Calabria venne dato avvio a corsi di catalogazione dei fondi e convegni. Grazie alle ricerche compiute è stato possibile scoprire fatti, poi arrivati alla ribalta nazionale, come la presenza nella nostra regione dei musicisti fiamminghi tra il 400 e il 500.
Al termine della presentazione- che ha registrato i saluti del direttore dell’Archivio di Stato, Antonio Orsino, e di Luca Bruno ed Emanuele Cardi, rispettivamente musicologo e vice direttore del Conservatorio di Cosenza- il concerto ‘Il canto cristiano medievale e la tradizione liturgica calabrese’ eseguito dall’ensamble gregoriano Ancillae Domini diretto da Felicia Di Salvo.