La storia di Sergio e Franca nel caffè Alzheimer

Un esempio di amore che resiste al tempo

Nel cuore di Sant’Ippolito, il Caffè Alzheimer rappresenta un valore aggiunto per il territorio oltre che punto di riferimento per molte famiglie che convivono con le difficoltà della demenza. Nato nel 2021, dopo la mancata assegnazione del bando comunale, il progetto ha preso forma nell’apertura di un centro di ascolto dedicato ai pazienti affetti da Alzheimer. L’iniziativa è stata resa possibile grazie all’impegno di Maria Teresa De Marco, assessore alla salute, e di figure chiave come lo psicologo Gabriele Greco e Domenico Mazzei, attuale responsabile del progetto.

L’innovazione di questo Caffè risiede nella sua transizione: da semplice spazio di ascolto settimanale, il centro è diventato punto diurno di incontro riabilitativo; se a livello nazionale questi progetti offrono incontri settimanali, qui l’approccio è quotidiano, con attività mirate per stimolare e sostenere le esigenze specifiche di ogni singolo paziente. Dopo la scomparsa di Gabriele Greco, l’impegno per il progetto ha trovato continuità grazie ai contributi delle famiglie e dell’associazione “Il mio blu” che da fine marzo dello scorso anno, in assenza di finanziamenti pubblici, hanno reso possibile il mantenimento operativo del servizio. Nelle previsioni future, l’integrazione delle prestazioni nell’ambito socio-sanitario garantirà un’assistenza strutturata e continuativa, prolungata nelle ore del primo pomeriggio; programmata, all’interno del medesimo progetto, la costituzione di un centro specializzato nel supporto e nella cura delle persone con disturbo autistico. Giorgio Zanolini, sociologo ed educatore del centro, è una figura di riferimento per pazienti e caregiver. Oltre a coordinare i laboratori e le attività, rappresenta il primo contatto di riferimento per quanti si interfacciano nel primo contatto con l’associazione. Tra le attività promosse, i laboratori di stimolazione cognitiva, esercizi motori, attività artistiche e musicali. L’obiettivo non è solo offrire stimoli adeguati, ma garantire un ambiente rispettoso e inclusivo nella quale la persona possa essere valorizzata nella propria dignità come afferma Giorgio: “La dignità e il rispetto per i pazienti sono fondamentali. I caregiver, spesso invisibili, hanno un ruolo cruciale nel garantire che chi soffre di demenza continui a sentirsi parte di una comunità. L’attenzione e il tempo dedicati a queste persone possono fare la differenza, rallentando il declino cognitivo e migliorando la qualità della vita”. Tra le storie che emergono dal Caffè Alzheimer, quella di Sergio e Franca è particolarmente significativa. Dopo 57 anni di matrimonio, la coppia partecipa quotidianamente al centro. Sergio, 92 anni, è stato recentemente nominato presidente onorario dell’associazione “Il Mio Blu” per il suo ruolo attivo come caregiver della moglie. Nonostante l’età, mantiene una straordinaria lucidità e si dedica con amore e dedizione a Franca supportandola in ogni attività. Nel corso dell’evento che lo ha visto premiato, Sergio ha raccontato come, dopo 35 anni di pensione, abbia trovato una nuova ragione di vita nel prendersi cura della moglie anche attraverso il contributo che rende alla comunità del centro. Il suo atteggiamento protettivo e incoraggiante emerge nel corso degli esercizi che impegnano le loro giornate: se Franca esita davanti a una domanda o a un’attività, lui è sempre pronto a suggerire una risposta motivandola con parole gentili. Un rapporto virtuoso il loro, evoluto nel tempo, basato sui valori del sostegno reciproco, della compassione e del rispetto; esempi come quello di Sergio e Franca sono dimostrazione di come l’amore possa trasformarsi e rafforzarsi anche nelle difficoltà.