La traversata tranquilla sul mare della vergogna

Il grido di papa Francesco alla sua Chiesa nel coprirsi di “vergogna” per l’assordante silenzio di una umanità distratta, disattenta alle sorti dei migranti che continuano ad essere ingoiati nel Mediterraneo

Sono queste le due parole della settimana. Il grido di papa Francesco alla sua Chiesa nel coprirsi di “vergogna” per l’assordante silenzio di una umanità distratta, disattenta alle sorti dei migranti che continuano ad essere ingoiati nel Mediterraneo, e i due attentati contro i cristiani, mentre cominciavano a girare i nuovi dati forniti dall’Acs sulla persecuzione crescente e costante dei cristiani. La missionaria laica italiana Nadia De Munari, 50 anni, era in Perù per l‘Operazione Mato Grosso. È stata aggredita nel sonno e uccisa: aiutava i poveri di una baraccopoli. Sparato alle gambe un altro italiano, il più giovane vescovo del mondo, padre Christian Carlassare, 43 anni, eletto due mesi fa a servizio di una delle chiese del Sud Sudan. Tutti e due vicentini, tutti e due originari di Schio. Una terra che ha dato alla Chiesa tanti missionari, una terra che custodisce l’eredità preziosa e venera la canossiana Giuseppina Bakita, una giovane schiava, comprata e venduta, diventata suora nella congregazione fondata da Maddalena di Canossa. Questa santa, cara ai pontefici, è stata più volte ricordata da papa Francesco in riferimento anche ai migranti, alle ingiustizie nei confronti degli scartati e degli ultimi. Ma ancora una volta il mondo si gira dall’altra parte, sembra non sentire il grido, così come le radio non hanno raccolto l’SOS della carretta in avaria ed il mare nostrum è diventato di nuovo una tomba per 130 fratelli. Qualche passaggio nei tg domenicali che hanno riportato le parole del Regina Coeli, un po’ di spazio nella cronaca e poi, ingoiati nel mare delle notizie, anche i due missionari italiani. C’è un mare di noia e distrazione che prima o poi ci farà vergognare: mentre cerchiamo di far salva la nostra vita con la lotta per un vaccino, c’è una porzione di umanità che lotta per la speranza, che lotta per la dignità dell’altro che sembra completamente dimenticata.