La vacanza – studio dell’Ufficio famiglia a Tropea

In ascolto della periferia esistenziale che è l'adolescenza. Testimonianze vive di un impegno concreto.

Esistono periferie vicine, margini al centro, estremi prossimi: è l’universo di opposti popolato dagli adolescenti, di chi desidera la solitudine ma cerca solidarietà, di chi è tentato dalle dipendenze e grida autonomia, di chi domanda vicinanza con proclami di autosufficienza.

Occorrono orecchie attentissime e occhi vigilantissimi per cogliere le richieste di chi sottovoce urla “aiuto”.

Come suggerisce la canzone “Chiama piano” di Fabio Concato e Pierangelo Bertoli, colonna sonora della vacanza-studio promossa dall’Ufficio per la Pastorale Familiare dell’Arcidiocesi Cosenza-Bisignano: spesso non riusciamo a leggere i bisogni di chi ci sta di fronte, non riusciamo a sentire la sofferenza di chi siede al nostro fianco. Occorre saper ascoltare chi “chiama piano”. L’attesa di una chiamata sussurrata è garanzia di libertà e assenza di pretese ma anche segno della vicinanza discreta e indiscussa di chi ama al punto da ritenere propria la sofferenza altrui, come un genitore col proprio figlio.

Questo il sottofondo su cui sono state costruite le giornate di formazione e relax trascorse a Tropea presso il Laudato sii B&B, dall’8 al 10 settembre, alla presenza del Padre Arcivescovo, mons. Giovanni Checchinato che ha condiviso con le famiglie presenti momenti di riflessione e allegria, testimoniando la delicatezza e amorevolezza di Dio Padre.

A guidare le giornate di formazione, Flavia e Claudio Amerini, responsabili del Centro di PF della diocesi di Mantova, Counselor professionali con specializzazione Psicologica, Pastorale, Spirituale e Sessuale.

Dopo una premessa su chi sono oggi gli adolescenti e sulle loro relazioni sempre più “tecno”, a cura dei coniugi Marino, responsabili dell’UPF di Cosenza; gli Amerini, attraverso attività laboratoriali, hanno invitato le coppie presenti a interrogarsi su come crescere nella relazione coniugale e genitoriale ricercando un confronto sincero e sereno con i propri figli adolescenti, per essere punto di partenza nella loro scoperta del mondo e della propria interiorità, ma anche un punto di ritorno sicuro quando cadono o si perdono.

Contemporaneamente i figli delle coppie presenti, insieme agli animatori di Animatema, hanno vissuto un campo a loro misura riflettendo sulla cura dell’altro, in compagnia del Lampionaio (personaggio del celebre racconto “Il Piccolo Principe”), un uomo che sa essere fedele alla sua consegna ma pieno di luci e ombre, come il suo pianeta.

Il campo si è concluso con la video-testimonianza di due educatori, Federica Galliani e Matteo Gorelli, collegatosi dal carcere di Bollate. Entrambi hanno testimoniato la potenza della misericordia quando la vita è ferita, la forza dell’amicizia che sa accogliere e condividere le reciproche debolezze, la grandezza della fede che fa vedere oltre.

Matteo, educatore di ragazzi disagiati, ha commosso tutti per la sua capacità di sognare e di credere in un mondo in cui nessuno rimanga ai margini, ma, anzi, dove i margini siano al centro, come hanno pure sottolineato Federica e Pietro Caruso (membri della PF) che hanno curato il dialogo tra Matteo, Federica e le famiglie.

Tocca ora agli sposi e agli educatori cosentini continuare a sognare e costruire con Matteo e Federica un mondo in cui nessun giovane venga lasciato solo e sofferente sul ciglio della vita.