L’abbraccio del vescovo Giovanni ai ragazzi dell’Arcadinoè

Monsignor Giovanni Checchinato è stato accolto a Fiumefreddo Bruzio dalle suore Catechiste rurali

Un abbraccio d’amore paterno. L’immagine che ci consegna l’arrivo di mons. Giovanni Checchinato a Fiumefreddo Bruzio presso le suore Catechiste rurali è emozionante e bella. Da una parte il vescovo Giovanni con le braccia allargate, dall’altra alcuni giovani disabili dell’ArcadiNoé. Il Pastore, accolto con il “benvenuto” dalla comunità, va incontro a quanti corrono verso di lui. Già li conosce, mons. Checchinato, avendoli incontrati in precedenti momenti pastorali. Ora, l’occasione è costituita dalla missione evangelizzatrice che le suore portano avanti dal 1978, insieme e nel nome della venerabile Elisa Miceli. Il piazzale della Casa, alla stazione di Fiumefreddo Bruzio, da decenni è un’oasi di spiritualità e un luogo di riposo in Dio in preparazione alla festa della Madonna Assunta in Cielo. Il saluto iniziale di suor Rita Salerno testimonia che nel borgo tirrenico c’è una storia bella da coltivare. Mons. Checchinato ha aperto le celebrazioni nel giorno in cui la Chiesa festeggia San Lorenzo. Anche l’offertorio è un richiamo all’accoglienza. Tra le altre, viene recata all’altare anche una piccola croce realizzata con i relitti di un barcone. Il messaggio del Vescovo. “Noi abbiamo ricevuto la vita come un dono e possiamo gustarla solo se sappiamo donarla”, la meditazione offerta da mons. Checchinato nell’omelia. “Chi pensa di poter vivere la propria vita dal punto di vista di sé stesso diventa prigioniero di sé stesso. Chi sa regalare la propria vita facendone un dono sa vivere la dimensione di una vita bella, buona e felice, cioè un benessere totalizzante”. Per il vescovo Giovanni, “se ci preoccupiamo sempre e solo di noi, sperimentiamo la solitudine. Invece tutte le volte che abbiamo accolto e donato la vita abbiamo fatto esperienza di felicità”.