Cultura
L’amore all’Eucarestia del giovane beato Carlo
M. Munno, Nascosto in un pezzetto di pane. Briciole eucaristiche con il beato Carlo Acutis, Editrice Shalom 2021, pp. 319, € 7,00.
L’Eucarestia non è una cerimonia, non è qualcosa, è Cristo risorto, il Vivente, il Vivificante. Cristo è tornato al Padre nella sua carne glorificata ma rimane, sino alla consumazione del tempo, come Spirito Vivificante. Non rimane nella visibilità ma in un segno: ieri, oggi, sempre: è nei secoli. Il segno della Sua Presenza viva nella storia, della Sua Presenza di Risorto per la vita del mondo è l’Eucarestia. Essa è memoriale, che non vuol dire ricordo ma riattualizzazione, cioè ri-presentazione della Pasqua di Gesù.
Ma, di fronte all’Eucaristia si è diventati un po’ abitudinari e, quindi, ripetitivi, se non addirittura formalistici. Siamo senza stupore, senza profezia. “Tocchiamo il fuoco ma restiamo gelidi – amava spesso ripetere mons. Giuseppe Agostino). La vita quotidiana della chiesa appare avvolta da un «grigio pragmatismo […] nel quale in apparenza ogni cosa procede normalmente, ma in realtà la fede si logora e sprofonda nella meschinità»[1]. L’afasia eucaristia sembrerebbe determinata da una forma severa di disfasia midollare che la contemporaneità sovente va sperimentando. Da un lato, verifichiamo una forma di carenza, quasi un senso di confusione di fronte alla immensità dell’Assoluto e alla debolezza della condizione umana; dall’altro, il presagio dell’intuizione di una presenza, di una porta che invita ad aprire, di una attesa di riscatto, di una vocazione a proseguire senza indugio.
E è questa seconda ipotesi che ci spinge a chiederci: da dove ripartire, come da sorgente, per recuperare e riaffermare il primato di Dio? Il Papa emerito Benedetto XVI ad Ancona con lo scavo teologico dell’antico maestro, asseriva «Nell’Eucaristia Dio si fa così vicino da farsi nostro cibo, qui Egli si fa forza nel cammino spesso difficile, qui si fa presenza amica che trasforma»[2].
Dal Convegno ecclesiale di Verona (16-20 Ottobre 2006) e dalla Gaudete et exsultate di Papa Francesco è pervenuto un pressante appello a “esercitare” il cristianesimo, secondo “la misura alta della vita ordinaria del cristiano” che è la santità, dimensione «irrinunciabile del nostro essere cristiani»[3]. È un primo modo per consentire il racconto di Dio all’uomo della postmodernità, ripresentando Gesù Cristo risorto al centro della vita e della testimonianza della Chiesa, per individuare e scorgere insieme le vie, i linguaggi e le modalità per la tanto auspicata nuova evangelizzazione. “Il beato Carlo Acutis – scrive mons. Caiazzo nella bella e significativa prefazione – giovanissimo nel tempo che scorre (krònos), ma adulto nel mistero del tempo di Dio (kairòs) nel quale entrò fin da piccolo, è ai nostri giorni, per gli adolescenti e i giovani apparentemente distratti e disinteressati, una risposta che rivela la presenza di Dio oggi” (p. 10).
Michele Munno, nel volumetto Nascosto in un pezzetto di pane. Briciole eucaristiche con il beato Carlo Acutis,che ho l’onore di recensire, pare abbia bene recepito gli Orientamenti dell’assise scaligera e della Gaudete et exsultate. Difatti, partendo dall’esperienza del beato Carlo Acutis, presenta 31“briciole eucaristiche” con l’auspicio recondito che questa via possa diventare una modalità nuova di evangelizzazione contro la tendenza diffusa a chiudere gli occhi di fronte al mistero e a vivere nell’immanenza di rapporti gestiti “etsi Deus non daretur. “Carlo, infatti, è – secondo l’ermeneutica dell’autore – una bella “pagina di Vangelo”, scritta tra il 1991 e il 2006, e offerta agli occhi e al cuore di tanti ragazzi, adolescenti, giovani, famiglie, sacerdoti, consacrati come indicatore della bellezza sempre attuale del Vangelo che è Gesù” (p.39).
In sintesi, la nota sottostante che fa da leit motiv al volumetto ci dice che l’Eucaristia è additata dal giovane beato come “luogo teologico” in cui situarci per interpretare, alla luce dello Spirito, l’oggi della storia della salvezza, proprio in vista di una rinnovata evangelizzazione.
Il merito del Volume ricco di approfondimenti in prospettiva spirituale e di suggerimenti pratici è farci cogliere che l’Eucarestia per il Beato è la costante giovinezza del mondo perché è il permanere sempre nuovo, vivificante di Cristo nella vecchia vicenda umana ed è il segno provocante e dinamico del mondo nuovo che può e deve venire. È alla luce di questi due criteri – spirituali e pratici – anche se il primo è di gran lunga quello decisivo, che le pagine del libro aprono prospettive inedite sullo scavo eucaristico del giovane Acutis.
Alla luce di queste brevi considerazioni mi piace concludere con le parole della prefazione: “Il libro aiuta a meditare e pregare per vivere e accogliere con sempre più consapevolezza il mistero eucaristico che Gesù ci ha lasciato come memoriale da perpetuare nel tempo. Sono certo che quanti avranno tra le mani questo testo non si fermeranno semplicemente a leggerlo ma si soffermeranno a meditarlo e a pregare” (p.16).
[1] J. Ratzinger, Fede, Verità, Tolleranza. Il cristianesimo e le religioni del mondo, Cantagalli, Siena 2003, 134.
[2] Benedetto XVI, Omelia, Celebrazione Eucaristica conclusiva del XXV Congresso Eucaristico Nazionale Italiano, Ancona, domenica 11 settembre 2011, cit da: Avvenire 12 settembre
[3]CEI, “Rigenerati per una speranza viva” (1 Pt 1,3). Testimoni del grande “sì” di Dio all’uomo, Nota pastorale il 4° Convegno Ecclesiale Nazionale del 29 giugno 2007, n. 4.