Lappano, Maria Scarpelli una donna di fede

Uno scritto sulla figura di una donna calabrese vissuta a Lappano.

La santità. Che cos’è questa parola? Che accezione possiamo conferirle in tempi come questi, in cui tutto o quasi sembra in balia del peggior relativismo/nichilismo mai registrato?

Deo Gratias, sono ancora numerose le anime che, con la loro testimonianza, continuano a dare risposta a questo interrogativo. Indubbiamente, che lo si voglia o meno, Maria Scarpelli è stata una di queste. 

“[…] Mi voglio fare santa e grande santa […]” scriveva in una delle sue epistole rivolte alla guida spirituale, il Servo di Dio Mons. Eugenio Raffaele Faggiano, il quale, sapientemente, l’aveva indirizzata ad una vita di perfetto nascondimento (cfr. Mt VI, 4).

E Maria ha ricevuto la sua ricompensa, non soltanto in terra, con le due guarigioni miracolose che è riuscita a “strappare” alla Misericordia Divina, per intercessione di Santa Gemma Galgani, ma anche in punto di morte: “Si è sentita male in chiesa durante l’Adorazione Eucaristica mensile” si legge in una nota a piè di pagina sul registro dei defunti, sotto il suo nominativo.

Una vita dunque ricolma di grazie, trascorsa all’insegna dell’annullamento di sé, in favore dell’esaltazione di quel Gesù tanto amato (cfr. Gv III, 30). 

Ahimè, non ho avuto l’onore di poterla conoscere personalmente, essendo ella salita al Cielo il 9 febbraio 1998 ed essendo io nato esattamente un mese dopo, ma il Signore ha voluto usarmi la grazia di farmi riscoprire questa figura straordinaria attraverso le testimonianze di coloro che l’hanno conosciuta. E non soltanto. Posso dire con estremo orgoglio di aver conosciuto Maria nella bellezza di ciò che ha lasciato nella nostra amata Lappano, nelle meraviglie tuttora respirabili nei borghi del centro storico (rammento ancora quando capitai per la prima volta dinanzi alle due case nelle quali sono avvenute le guarigioni miracolose: mi bastò davvero poco a capire che quelli erano posti ove si era posata la dolce mano di Dio Padre), in quel dedalo di stradicciole ove tutto sembra ancora parlare di lei, ove pare risaltare ancora il rumore dei suoi passi frettolosi o la fragranza dei garofani, che soleva recare ben custoditi dentro il messale, per poi recapitarli con amore a “Gesù Sacramentato. 

In fin dei conti, historia magistra vitae, ci si rende conto che le figure che hanno fatto di Gesù il centro della propria esistenza tendono a dividere (cfr. Mt X, 34-36) e si rischia di incorre nel grave errore di schierarsi dalla parte dei tifosi o degli anti, quasi si trattasse di una banale partita di calcio:

se ne ride chi abita i cieli, recita il Salmo II.

Tuttavia, nella comunità che ha avuto l’onore di dare i natali a Maria e di essere da lei a lungo servita, è ancora in corso una raccolta di testimonianze indetta dal parroco don Antonello De Luca. Chissà che dovesse esser cosa gradita al Padre Celeste che la figura di questa piccola, grande donna calabrese venga portata all’onore degli altari.

*della comunità parrocchiale di Lappano