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L’attesa è finita: è il giorno di Cosenza – Catanzaro
Partita speciale per tutto il popolo rossoblù. La bellezza di un calcio che genera ancora sentimenti ed emozioni.
Ci sono partite che ti coinvolgono al di là dei novanta minuti. Ci sono giorni speciali nel calcio, che ti elettrizzano e ti fanno quasi rabbrividire. Quando eravamo bambini, iniziando la giornata di una partita da andare a vedere allo stadio, veniva spontaneo, appena alzati, per primo, correre alla finestra, al balcone, a vedere che tempo faceva. Piove? C’è il sole? Magari piove ora, e dopo “scampa”. Chi di noi, dovendo assiepare la curva Sud del San Vito, non ha fatto questo?!… Oggi c’è Cosenza – Catanzaro, e la partita conta già di suo. Se poi ci mettiamo che in questo campionato, per le anime rossoblù, l’appetito vien mangiando, allora l’attesa è spasmodica.
E se qualche bambino ancora oggi spera in un raggio di sole, magari cercando un kee-way con l’aiuto di mamma e papà, le ore passano. Gli anni sono passati. Il calcio è cambiato. Ora c’è la tv, a far vedere i match, a far vedere il derby. E tutti, basta veramente poco, anche quella strana scatoletta chiamata tab, dappertutto, in tutto il mondo, possono avere le immagini davanti. Però è proprio in queste occasioni che la gente, il tifoso, vuole esserci, perché in fondo l’esserci, sugli spalti, è l’essenza del calcio. Non è solo il tempo della partita, dal primo al novantesimo e oltre, è proprio la corona tutta all’intorno, il clima, il tifo, gli sfottò, l’inno della squadra. Ci sono emozioni non barattabili, non mutuabili, quasi sacre, che fanno del calcio un fenomeno romantico, capace di generare dalle viscere sentimenti ed emozioni.
A Cosenza è così. Quando arriva il Catanzaro – e meno male che ultimamente capita spesso – dopo tanti anni di assenza, la città e la provincia si mettono in fervorosa attesa di quel momento. Parte la corsa al biglietto, magari si modificano anche le abitudini domenicali e familiari. Pronti a sacrificare la tv.
Quando eravamo bambini e giocava il Cosenza al San Vito, specie d’inverno, quando le partite iniziavano alle 14,30, come oggi, le mamme dovevano cucinare prima, magari per le dodici, perché poi bisognava andare al San Vito. Oggi Marulla. In nome di uno di quei giocatori che tocca le corde del cuore del popolo rossoblù, e che oggi dà il nome al catino cosentino. Siamo sicuri che ci sarà anche lui, dovunque esso sia, ci piace pensare da lassù, ad affacciarsi e guardare il derby.
In questo momento vorremmo essere accanto a tanti anziani storici tifosi, che magari ancora non disdegnano di frequentare lo stadio, per farci raccontare cos’è il derby Cosenza – Catanzaro, come ci si preparava, che attesa c’era. Se anche loro, tanti anni più addietro, si affacciavano dalla finestra a guardare il cielo.
Oggi, intanto, è un tempo da lupi. Forza Cosenza.