Le tante facce della carità di Casa San Francesco

Presentato il bilancio sociale della fondazione guidata dai frati cappuccini di Calabria. Tanti i servizi erogati nel 2015, diverse migliaia le presenze nella struttura. Un primo essenziale bilancio.

“Come la bellezza e la forza di un edificio non risiedono certamente nella singola pietra, ma nella compattezza e coesione dell’insieme, così la sussistenza e la crescita di Casa San Francesco ha la grazia di poggiare su persone motivate, ricche di umanità e di spirito francescano che insieme a tanti amici si fanno carico con gioia e sacrificio della quotidiana conduzione dell’opera caritativa e sociale”.

Nelle parole del presidente di Casa San Francesco, padre Giovambattista Urso, lo spirito della struttura di carità sita nel cuore di Cosenza. Proprio l’esercito buono di volontari che prestano servizio è la vera forza di un polo di carità prezioso per gli ultimi e i poveri della città. I numeri dell’attività del 2015 sono stati presentati in un incontro presso Csf in via Romualdo Montagna davanti a diverse decine di presenti.

Diversi i servizi offerti e alti i numeri. Nel 2015 ple presenze residenziali in convenzione con la Regione Calabria sono state 14.600, con una crescita di 53 unità rispetto al 2014. Oltre 3 mila unità in più, invece, ha riguardato la prima accoglienza delle persone richiedenti protezione internazionale, che nel 2015 sono stati 5.454. Accanto a questo, nello stesso ambito, è da segnalare il servizio di prima accoglienza compiuto in convenzione con la Prefettura di Cosenza, che dal 18 giugno 2015 assicura 18 posti per i tanti stranieri che arrivano in Calabria. Un numero in crescente aumento, soprattutto a causa degli sbarchi sulle coste calabresi. In convenzione con lo Stato, pertanto, vengono offerti servizi di assistenza generica alle persone, servizi di pulizia e igiene ambientale, nonché forniti i beni di prima necessità e i pasti. 18 le presenze residenziali al 31 dicembre 2015. Dai primi mesi del 2016, invece, presso Csf è stato avviato un corso di alfabetizzazione alla lingua e cultura italiana. “E’ un’esperienza bella e costruttiva, che favorisce l’integrazione all’interno della struttura: poter comunicare con gli operatori e con gli altri ospiti è uno dei primi passi per costruire comunità con le persone”. È la testimonianza di Sara, docente volontaria nei corsi avviati. “I ragazzi stanno anche imparando man mano a fare gruppo, ad aiutarsi e sostenersi”. Tanti anche quelli che erano presenti alla presentazione del bilancio sociale. 765, invece, le presenze residenziali “francescane” a “Casa della speranza”, una struttura altra nel centro della città per ospiti che hanno raggiunto già un autonomia ed indipendenza.

Tra i servizi erogati anche la Mensa della carità, che prevede la somministrazione di un pasto caldo alle persone indigenti, a pranzo e a cena, ogni giorno della settimana dal lunedì al venerdì. Nell’arco del 2015 sono stati erogati 49.920 pasti, con un media di 156 al giorno. Il numero di supera di oltre 3 mila unità totali quello del 2014. Accanto a questo, grazie all’iniziativa “Un pane per casa”, sono stati distribuiti 7.488 pasti a nuclei familiari.

Altro capitolo quello del poliambulatorio specialistico, nel quale vengono erogate prestazioni di medicina di base, medicina specialistica, distribuzione di farmaci e data assistenza psicologica. 1.064 le visite medico specialistiche e le distribuzioni di farmaci nel 2015, contro le 778 del 2014, con circa 20 prestazioni a settimana offerte. Fra le prestazioni principali, spiccano quelle in odontoiatria, con il 51,6%.

Nel 2015 poi sono state 2.321 le docce e cambi d’abito effettuati, contro le 1.868 del 2014. Fra le attività di Casa San Francesco, anche la mediazione lavorativa, con le segnalazioni di impiego, specie domiciliare, per l’assistenza, le pulizie ed interventi di manutenzione. 27 i rapporti instaurati.

Lo spirito di Casa San Francesco, soprattutto il motivo dell’impegno, è stato spiegato dal direttore, Pasquale Perri, ma può rinvenirsi nelle parole di Ines, responsabile delle accoglienze: “dare ospitalità a quanti bussano alla porta di Csf significa manifestare appieno il messaggio evangelico e riconoscere nell’altro il volto di Cristo”.