L’esperto: ecco come usare le mascherine

Fabio De Tommaso - Medico Chirurgo - Spec. in Medicina Generale e Professionalizzato in Nutrizione clinica, che ha focalizzato la sua attenzione in particolar modo sull'utilizzo delle mascherine, un tema al centro del dibattito pubblico, ed oggetto di speculazione sui prezzi di mercato.

Da quando è iniziata l’emergenza Coronavirus correlata alla diffusione di COVID-19, il personale sanitario è sceso in trincea, in prima linea a fronteggiare l’epidemia nei vari centri ospedalieri e non solo, esponendosi al rischio di contagio. Sofferenza emotiva, turni di lavoro estenuanti, stanchezza fisica, carenza di risorse umane e in alcuni casi precarietà a livello organizzativo hanno costellato il servizio sanitario sin dall’inizio della pandemia. Essere chiamati sul fronte e intervenire in qualità di esperti, onde evitare che le “bufale del web” potessero  creare false illusioni o approvvigionamento di informazioni contorte, è stata la più grande vittoria sul piano umano ed emergenziale. Ne abbiamo parlato con Fabio De Tommaso – Medico Chirurgo – Spec. in Medicina Generale e Professionalizzato in Nutrizione clinica, che ha focalizzato la sua attenzione in particolar modo sull’utilizzo delle mascherine, un tema al centro del dibattito pubblico, ed oggetto di speculazione sui prezzi di mercato.

Di seguito l’intervista

Dott. De Tommaso, l’uso della mascherina é un tema dibattuto e su cui alberga tanta confusione. Come utilizzarle? Facciamo chiarezza?

Le mascherine si differenziano tra di loro per il grado di protezione offerto. Abbiamo le mascherine chirurgiche, le quali hanno il compito di schermare l’emissione del droplet ovvero le micro-goccioline di saliva che vengono emesse normalmente parlando e tossendo. Offrono un buon livello di protezione nelle condizioni di vita quotidiana, ma non offriranno protezione nella fase inspiratoria nei confronti degli aereosol di materiale biologico che possono trasportare con se i virus, in special modo quando ci si trova in luoghi chiusi e ad alto rischio infettivo. Il grado di protezione superiore sarà offerto dai filtri facciali FFP2 ed FFP3, essi proteggeranno sia nella fase inspiratoria, filtrando particelle microscopiche ed impedendo che vengano inalate, che protezione della fase espiratoria a patto che non abbiano la valvola espiratoria, in tal caso l’aria che andremo ad espirare verrà emessa regolarmente all’esterno. In tutti i casi l’utilizzo di questi DPI sarà vanificato dal non corretto posizionamento sul volto, è necessario schermare contemporaneamente sia il naso che la bocca.

Per arginare le bufale sul Covid-19, può elaborare un vademecum sanitario?

In primo luogo sarà fondamentale rispettare le norme igieniche e rispettare la distanza interpersonale quando ci si trova nei luoghi pubblici, solo in questo modo sarà possibile evitare di entrare in contatto con il droplet del nostro interlocutore. Nel momento in cui saremo in luoghi pubblici dovremo utilizzare la mascherina correttamente posizionata sul volto ed igienizzare accuratamente le mani in seguito al contatto con superfici comuni, in quanto potremmo entrare in contatto con superfici contaminate e poi toccare inavvertitamente il nostro viso, veicolando il virus. Toccando superfici eventualmente contaminate, e poi toccando i nostri oggetti di uso comune (cellulare, chiavi, occhiali) purtroppo andremo a contaminare anche loro, quindi è opportuno sanificare anche tali oggetti se manipolati in maniera incongrua.

Il Covid-19 è responsabile della malattia respiratoria acuta che si manifesta. Come riconoscere i primi sintomi?

Purtroppo i sintomi, nelle fasi iniziali, sono sfumati ed in molti casi si può essere addirittura paucisintomatici e questo può contribuire ad infettare involontariamente il prossimo in quanto non si è a conoscenza della propria condizione. Tra i sintomi della patologia conclamata avremo la tosse solitamente non produttiva (“secca”) con febbre superiore a 37,5 °C, altri sintomi potranno essere la diarrea, artralgie e cosa molto tipica saranno l’anosmia e la disgeusia, ovvero l’alterazione dell’olfatto e del senso del gusto. Fino ad arrivare ai casi gravi caratterizzati da difficoltà respiratoria.

Ha qualche suggerimento da fornire nei confronti degli immunodepressi? Quali sono le categorie più a rischio e perché?

Tra le categorie a rischio avremo indubbiamente gli immunodepressi, ma anche tutte le persone affette da patologie croniche di rilievo clinico, nonché gli anziani. La coesistenza di patologie come il diabete, le neoplasie, lo scompenso cardiaco ecc. renderanno l’organismo già di per se debilitato e quindi maggiormente suscettibile a contrarre la malattia nella sua forma più violenta.  Per queste categorie di persone il consiglio sarà quello di limitare al minimo il contatto con l’esterno, rispettando in maniera ferrea l’attuale quarantena e le sue normative.

Come sta vivendo questa esperienza umana dal punto di vista emotivo, a fronte di una maggiore consapevolezza legata al suo mestiere?

Questa pandemia sta segnando profondamente ognuno di noi, sia gli operatori sanitari che i cittadini. Ha distrutto le nostre certezze e la nostra quotidianità e sta lasciando dietro di se un numero inimmaginabile di morti, la strada per uscire dalla situazione attuale è ancora lunga ma presto ne usciremo, di sicuro cambiati e con la capacità di apprezzare ciò che realmente conta. Il mio augurio per il nostro Sistema Sanitario è che possa risorgere dalle ceneri più forte di prima.