Cultura
LIBRI PER L’ESTATE (3) – Faber, uomo in ricerca
Dio del cielo vienimi a cercare Faber, uomo in ricerca di Salvatore Miscio con la presentazione di Nunzio Galantino, Editrice AVE
«De André. Battiato, i Beatles… e non solo! Pur non disponendo di tanto tempo, non ho mai smesso di ascoltare musica». Così mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, nella presentazione al libro di don Salvatore Miscio, giovane sacerdote pugliese, Dio del cielo vienimi a cercare. Faber, uomo in ricerca (Ave, 2016), un testo che tenta di esplorare le “contaminazioni” spirituali e/o religiose del musicista genovese che, almeno nel nostro paese, è stato meglio di tutti il cantore degli ultimi.
Questo libro nasce da una ricerca sui testi di Fabrizio De André. Testi che ancora oggi fanno discutere, provocano le nostre coscienze: la sua capacità di raccontare senza condannare, di coinvolgersi empaticamente nelle storie dei vinti, ma anche e soprattutto la forza evocativa dei suoi versi, che lasciano emergere dal profondo dei personaggi le istanze esistenziali più autentiche. Tra queste, vi è la domanda di Dio, della sua paternità, della sua giustizia, del suo punto di vista. Si coglie l’ammirazione per Gesù Cristo e la sua umanità, che il cantautore non vuole pensare come figlio di Dio ma come figlio dell’uomo, fratello anche suo. E, attraverso lo sguardo misericordioso di Gesù, Faber intesse con lui un colloquio fraterno sul destino del mondo e degli ultimi. Da non credente, ma rispettando la divinità che si è fatta “uomo”. Si potrebbe, per certi versi, affermare che De André ha compreso Gesù Cristo e la sua missione più di tanti altri che «sanno a memoria il diritto divino ma scordano sempre il perdono». «Questa ricerca – conclude mons. Galantino – è un tentativo di abitare lo spazio comune e cercare insieme, imparare gli uni dagli altri, apprezzare le intuizioni che portano a cogliere il senso profondo della vita, il bisogno profondamente umano di appartenere a Dio, quelle istanze profonde di autenticità e di amore che sono, al tempo stesso, una chiara denuncia della mediocrità borghese di chi si accontenta di seguire la maggioranza