Cultura
L’incontro tra Massimo Cacciari e un giovane studente di liceo…L’importanza del “filosofare”
Il filosofo ed ex sindaco di Venezia è stato in Calabria. Ha parlato di Campanella e dell'Utopia, catalizzando l'attenzione di tanti, giovani e meno giovani. Giulio Cava, da studente cosentino, da studente di filosofia, ci racconta la sua impressione...
Con la filosofia, iniziata a studiare lo scorso anno, ho un rapporto di caos calmo. Carpire pensieri e pensatori di un passato lontano, ma vicino perché quei tali calcano la mia stessa terra su cui vivo la mia esistenza, non è stato sempre un lavoro facile. Occorre avere oltre alla concentrazione, riflessione, anche la capacità di essere paziente. Per meditare, rileggere, costruire mentalmente, per esempio, il nous di cui Anassagora parla come forza intelligente prima organizzatrice del mondo, oppure, dell’iperuranio, il mondo delle idee, di Platone.
La filosofia è fosforo per il nostro pensiero, aiuta, insieme all’anima, il processo di autocoscienza e, come faceva soffermare Socrate ai propri alunni, ricercare continuamente sulla propria persona e sulle personalità altrui. Massimo Cacciari è venuto a Cosenza per illustrare la figura di Tommaso Campanella e l’utopia, nonché partecipare all’inaugurazione del Centro Internazionale degli studi Telesiani, Bruniani e Campanelliani.
Cacciari, nella lectio magistralis, si sofferma sull’utopia: “per Campanella non era impossibile, ma il possibile, quello che manca – aggiunge di suo il Professore – in questo momento alla politica europea.” Di Campanella, di cui Cacciari offre un’affinata immagine, facendola scoprire, anche, a noi che, molte volte permaniamo nell’ignoranza della cultura che ci circonda. “Campanella – continua – parlava di uno stato funzionale con alla base il sapere scientifico. La Renovatio, però, per essere tale deve avvenire in ogni ambito altrimenti è nulla. Si deve partire con il governo retto da filosofi”. Qui il rimando a Platone, la politica come arte del buon governo. Chi ha le capacità tecniche ed è munito delle competenze, che non sia il certificato di essere aderente ad un partito, ma di avere quei requisiti da rendere la persona degna e capace di adempiere al dovere di ufficiale civico a guida della comunità. Cacciari evidenzia i capisaldi dello stato del filosofo calabrese: “Potenza, sapienza ed amore”. Pensando viene in mente un articolo sul Corriere della Sera dove la scrittrice Dacia Maraini, commentando le devastazioni delle guerre attuali nel mondo e sul disagio sociale, afferma: “stiamo perdendo la capacità di immaginare”, che si può decifrare nel pensiero di un eccessivo uso razionale della ragione, trascurando quella parte irrazionale che rappresenta, invece, la linfa vitale di uno sviluppo e di una rigenerazione culturale per il nostro continente.
Massimo Cacciari ha parlato, soprattutto, della razionalità in Campanella “senza dimenticare lo stato in cui il filosofo andava a comporre i propri trattati, Campanella cercò di spiegare razionalmente il dogma trinitario”, cercando di superare uno stadio, quello in cui pensatori come il dottore della Chiesa, San Tommaso d’Aquino, nella Somma teologica aveva definito “articolo di fede” a cui occorre “credere per fede”. L’uomo può vivere anche di filosofia, perché si deve evadere dal mondo macchinoso che vuole travolgerci. Evadere, pensare, riflettere, filosofare, per rientrare nel mondo quotidiano e agire, anche, con la forza del nostro pensiero.