Locri e la Calabria chiedono verità e giustizia

Le voci dal corteo promosso da Libera nella Giornata nazionale della memoria e dell'impegno.

Da Locri “Verità e giustizia”

“Verità e giustizia” per le vittime della mafia. “Giustizia e legalità”. È quanto hanno chiesto i partecipanti al corteo a Locri nella Giornata della memoria e dell’impegno promossa da Libera. La carovana sta attraversando le strade della città calabra con soste presso il Palazzo comunale e il Palazzo di Giustizia. “Se la gioventù le negherà il consenso anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”, lo striscione apposto sulla facciata del Comune. “Questa giornata di oggi è molto importante, almeno il sacrificio di mio padre è servito a qualcosa, ha testimoniato che si può dire di no ed è importante che Libera metta in evidenza tutto questo”. Le parole sono di Francesco Grasso, figlio di Vincenzo, ucciso nel 1989.Franca Ferrami, sorella di Lucio, imprenditore ucciso nel 1981 a Cetraro dalla ‘ndrangheta, è presente a Locri. “Sono iscritta a Libera ed è giusto e doveroso essere qui, perché il ricordo e la memoria di mio fratello, così come delle altre vittime di mafia, non venga meno”. Alla manifestazione ha partecipato anche il presidente della regione Calabria, Mario Oliverio. Presenti monsignor Francesco Oliva, vescovo di Locri-Gerace, monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Rossano, e monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio.

Mons. Francesco Savino

“Oggi è la giornata della memoria e dell’impegno. Della memoria perché non vogliamo dimenticare. Una memoria che deve diventare profezia, responsabilità, creatività, coraggio contro ogni forma di illegalità e di corruzione”. Lo ha detto al Sir monsignor Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, presente a Locri alla Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, promossa da Libera. “Dobbiamo spezzare il circuito che lega l’economia, la corruzione della politica a ogni forma di illegalità che si chiama ‘ndrangheta”, ha detto mons. Savino.

Roberto Monta

“Siamo tanti e più forti di quelli che tentano di intimidire imbrattando i muri e minacciandoci”. Lo ha detto sul palco di Locri Roberto Montà, presidente di Avviso Pubblico, che insieme a Libera ha dato vita alla Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime delle mafie. “Crediamo che la migliore risposta per fare memoria sia una politica consapevole e responsabile. Una politica che prende coscienze che le mafie sono qui e in mezzo a noi, sono nei luoghi di lavoro, nei settori dell’economia e del commercio. Nessuno può volgere le spalle”. Montà ha ricordato come il 21 marzo sia una giornata nazionale riconosciuta per legge e ha chiesto al legislatore “uno scatto di responsabilità” anche sul tema dei beni confiscati. Il presidente di Avviso Pubblico ha chiesto al governo “di esserci al fianco perché le mafie vogliono Istituzioni deboli e fragili. Ripartiamo da qui per liberare questa bella terra e l’Italia dalle mafie”.

Marina Senesi

“Un gesto, un segno, un modo anche abbastanza semplice per contribuire”. Così Marina Senesi, attrice, descrive al Sir “#Sullarettavia”, l’iniziativa che in questi giorni l’ha vista percorrere a piedi i paesi dell’Aspromonte fino a Locri, per essere presente alla Giornata della memoria e dell’impegno per le vittime della mafia di Libera. “Questo è stato un modo di aderire a un’idea bellissima di don Luigi Ciotti e di Libera, un contributo, un gesto un po’ curioso che fosse un modo particolare per raccontare un evento, perché tutto concorre a dare una testimonianza – continua Senesi -. Messina è la città che l’anno scorso ha ospitato la Giornata, Locri quest’anno, per questo, come segno di continuità, abbiamo tracciato una linea retta fra le due città e l’abbiamo chiamata ‘Sulla retta via’, un nome che ha più di un significato”. Radio 24 e Radio 2 hanno seguito quotidianamente l’evento. E sono arrivati ieri pomeriggio i corridori del “Giro della luce”, un percorso in bici per la Calabria organizzato da Libera e patrocinato dalla regione Calabria. “Siamo partiti da Cosenza e, passando per lo Jonio, per Crotone, siamo arrivati a Locri – dice Carlo Pecora, giornalista -. Oggi partecipiamo al corteo. Vogliamo dare un segnale ai giovani, per dare una speranza soprattutto per i giovani”.