Ma la storia non insegna?

Una guerra che sembra lontana, ma è così vicina. Ma abbiamo bisogno di pace

Rumori cupi nelle spianate, immagini di carri armati che sembrano scivolare più veloci sulle strade ghiacciate, caccia militari che solcano i cieli. La grande potenza sovietica mostra i suoi muscoli al confine con l’Ucraina. La gente cerca di vivere nella normalità, ma ha paura. Sembra un film, immagini tanto lontane da noi, ma lo scenario di una possibile guerra è così vicina. Si tratta di una guerra e non di una scaramuccia che si potrebbe aprire con una provocazione, con la violazione dei confini di uno stato sovrano. Le diplomazie sono a lavoro da settimane ma molti richiamano il personale non necessario nelle ambasciate. Venti di guerra spirano sul continente che si stava dimenticando il suono delle armi. Sono passati solo 75 anni ma sembra che non abbiamo imparato nulla o abbiamo facilmente dimenticato. Anche il Covid ci sembrava lontanissimo ed in tre mesi ha coinvolto tutti gli Stati della terra. Sono due fenomeni diversi ma così vicini nelle modalità di coinvolgimento dell’intera umanità. Gli appelli del papa alla preghiera, ad usare la ragione si stanno ripetendo sempre con più frequenza, i capi di Stato si stanno ancora parlando ma sembra un dialogo tra sordi. Le notizie che giungono dall’Ucraina sono molto preoccupanti. Putin parla di isteria collettiva degli Stati occidentali, Biden di volontà esagerata di potere russo. C’è sempre un motivo per dare la colpa agli altri. E allora che i governanti, i militari, i diplomatici vedano il volto vero della gente, pensino a quelle famiglie, a quei bimbi, a quegli anziani che pagheranno il prezzo più alto. Nelle Città ucraine si prova ancora a vivere in tranquillità ma la paura è troppa. Non abbiamo bisogno di vedere operazioni militari, abbiamo solo bisogno di pace, di cuori nella serenità e del meraviglioso silenzio delle armi. Paolo VI ebbe a dire proprio all’Onu: cadano le armi, si costruiscano occasioni di Pace!